Mondo
Rsf: Cordoglio per la morte di Enzo Baldoni
Reporter senza frontiere esprime tutto il suo dolore per questo barbaro gesto
di Redazione
“Siamo inorriditi per quello che è successo. Esprimiamo tutto il nostro sostegno alla famiglia e ai colleghi di Enzo Baldoni e ci impegniamo a fare il possibile affinché i responsabili di questa ignobile esecuzione siano identificati e assicurati alla giustizia”, ha dichiarato l?organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. “Ovviamente, questa esecuzione rinnova i nostri timori per la sorte dei due giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot di cui si sono perse le traccie dal 19 agosto scorso. Ma nel loro caso la situazione è completamente diversa. Non è stato rivendicato nessun rapimento e noi continuiamo a pensare che la loro nazionalità sia un atout”, ha aggiunto Reporter senza frontiere.
Di Enzo Baldoni si erano perse le traccie il 19 agosto e il suo rapimento è stato rivendicato il 24 agosto da un gruppo che si presentava come l?”Esercito islamico dell?Iraq”. I suoi rapitori avevano dato all?Italia 48 ore di tempo per il ritiro delle sue truppe dall?Iraq, aggiungendo che senza il rispetto di queste condizioni non avrebbero potuto garantire la sicurezza del giornalista.
In un messaggio televisivo trasmesso da Rai Uno il 25 agosto, la famiglia di Enzo Baldoni aveva diffuso un appello per chiedere la liberazione del giornalista. Il messaggio, trasmesso anche da Al-Jazira, parlava di un “uomo di pace” e insisteva sul carattere umanitario della presenza di Enzo Baldoni in Iraq. Il giornalista aveva infatti partecipato all?inoltro di medicinali verso Najaf in due convogli della Mezzaluna Rossa e della Croce Rossa italiana.
Il 26 agosto, Reporter senza frontiere aveva rivolto un appello al grande ayatollah Ali Sistani nel quale chiedeva al dignitario sciita di far ricorso alla sua autorità per mettere fine alla drammatica serie di rapimenti che da oltre due settimane accompagna i combattimenti in corso a Najaf e ricordava, ancora una volta, “che i giornalisti sono dei civili e non devono, in nessun caso, essere utilizzati come moneta di scambio o come strumento di pressione”.
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