Cultura
Settimane sociali. La Chiesa chiede “impegno in politica”
Si sono aperte oggi le Settimane sociali della Cei con un richiamo - dalle parole del Papa come di Ruini - "a far fronte alle sfide etiche"
di Redazione
E’ giunto il momento dell’azione. I cattolici devono impegnarsi con più forza “a rendere viva e dinamica la società civile” soprattutto in politica. Alle Settimane Sociali di Bologna la richiesta giunge dal Papa, dal cardinale Camillo Ruini, dall’arcivescovo Carlo Caffarra. Sullo sfondo si muovono sfide cruciali per la Chiesa come la difesa della famiglia e del matrimonio, della vita umana ma c’è anche la stessa dinamica democratica che a detta di Wojtyla è minacciata da “visioni antropologiche, correnti filosofiche e da concezioni politiche non esenti da preconcetti ideologici”.
Il richiamo è forte e arriva al termine di un’estate di importanti avvenimenti che hanno visto i vescovi coordinare l’avvicinamento dei vari movimenti laicali: Azione Cattolica, le Acli, Cl.
I cattolici, dice Giovanni Paolo II in un messaggio inviato agli ‘stati generali’ convocati nel capoluogo emiliano, “devono riconsiderare l’importanza dell’impegno nei ruoli pubblici e istituzionali in quegli ambienti in cui si formano decisioni collettive significative e in quello della politica intesa nel senso alto del termine come oggi è auspicato da molti”.
Al Teatro Arena del Sole ci sono più di mille persone anche se in platea di politici cattolici non c’è quasi nessuno, eccezion fatta per Francesco d’Onofrio, Silvia Costa e Arturo Parisi. La Cei non li ha voluti come relatori per non strumentalizzare politicamente questa quattro giorni di riflessione sulle sfide della democrazia. Castagnetti polemicamente sul quotidiano della Margherita ‘Europa’ ha contestato la scelta di Ruini: “si parladi democrazia ma noi non abbiamo il diritto alla parola”.
La relazione introduttiva più corposa è stata affidata all’ex presidente della Consulta Francesco Paolo Casavola. La platea lo ha applaudito calorosamente quando ha parlato della guerra in Iraq, in difesa dei pacifisti. “Qui non c’è scampo per i se e i ma del machiavellismo italiano. I guerrafondai -ha detto- sono criminali e vanno tradotti dinanzi al giudice penale”. Al termine dell’intervento ha toccato anche il tema del referendum sulla fecondazione che, a suo dire, è giusto farlo poichè riguarda “una grande questione morale”. Un passo che sicuramente non sarà risultato gradito al cardinale Ruini preoccupato dell’inevitabile scontro laici-cattolici come avvenne per il referendum sul divorzio e quello sull’aborto.
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