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Iraq; Mons. Warduni “Cristiani minacciati’

" Stiamo vivendo in una situazione terribile''. E' l'appello che mons. Shlemon Warduni, vescovo caldeo, ausiliare di Baghdad, lancia alla Sir

di Redazione

”Il Ramadan che sta per cominciare sia un tempo propizio di digiuno, di perdono e di misericordia e serva a promuovere il dialogo e la conoscenza tra le fedi. Specialmente adesso che i cristiani iracheni sono sottoposti a forti pressioni e minacce da parte di gruppi fondamentalisti islamici. Stiamo vivendo in una situazione terribile”. E’ l’appello che mons. Shlemon Warduni, vescovo caldeo, ausiliare di Baghdad, lancia alla vigilia del mese del Corano dedicato alla penitenza, al digiuno e alla preghiera. ”Il digiuno – dichiara il vescovo in un’intervista al Sir, il servizio di informazione religiosa promosso dalla Cei – se non viene utilizzato per il bene degli altri non ha valore. Per questo spero che favorisca la sicurezza e la pace”. ”Purtroppo – aggiunge – da qualche tempo si stanno verificando episodi di intolleranza verso i fedeli cristiani. Gruppi di fanatici dell’Islam vogliono obbligare, ad esempio, le donne cristiane ad indossare il velo. Sono fatti che preoccupano tutta la nostra comunita’ e che rappresentano un arretramento sul piano della liberta’, segnatamente quella religiosa. Simili episodi stanno accadendo un po’ ovunque, in particolare a Baghdad e Mossul dove sono state rinvenute delle scritte sui muri delle chiese e delle case cristiane: minacce come ‘vi uccideremo tutti’, ‘vi stermineremo’, ‘chi non mette il velo sara’ ucciso’. Questa mattina ho incontrato una donna disperata che mi raccontato la situazione in cui vivono le ragazze cristiane, sottoposte ad insulti e minacce”. ”Per il momento – conclude – non vogliamo chiedere la protezione della polizia e delle forze della coalizione per non creare ulteriore difficolta’ e clamore. Confidiamo che questi gruppi capiscano che quanto stanno facendo e’ un danno all’Iraq. Certo non potremo restare sempre in silenzio a subire, ma al tempo stesso dobbiamo essere prudenti”. Gia’ nei giorni scorsi l’agenzia internazionale Fides aveva rilanciato le dichiarazioni di un sacerdote iracheno che denunciava minacce ai religiosi, sacerdoti e cristiani di Mossul e di altre localita’ e le sempre piu’ difficili condizioni di vita in cui versano i fedeli.

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