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Emergenza Asia. Come aiutare le piccole vittime. Sostegni a distanza: sì o no

Aiutano a costruire progetti di lungo periodo, quando i riflettori si saranno spenti? O invece sono una soluzione discutibile per Paesi ancora nel caos?

di Benedetta Verrini

«Basta immagini di villaggi distrutti, sguardi perduti, vite spezzate. Del maremoto in Asia non c?è più niente da guardare. C?è ancora moltissimo da dare». è il messaggio di apertura della homepage di AiBi, che ricorda a tutti quelli che stanno operando nelle zone devastate e a tutti quelli che, da qui, desiderano fare qualcosa, che la strada della ricostruzione è ancora tutta da percorrere. Soprattutto adesso, che le telecamere si sono spente e la tragedia sembra ?archiviata?. Mai come in questo momento le organizzazioni si sono interrogate su come gestire la generosità degli italiani. La riflessione si concentra soprattutto sui sostegni a distanza, uno strumento di cooperazione che in Italia ha assunto proporzioni enormi: 300 milioni di euro annui donati in 110 Paesi del mondo, attraverso un milione di sostegni. Sono i numeri registrati dall?anagrafe nazionale del ForumSad, un coordinamento di oltre 60 realtà, che questa settimana tiene a Milano il suo sesto Forum. «Il numero telefonico nazionale attivato dal ForumSad dopo la catastrofe ha ricevuto più di 5mila chiamate», spiega Corrado Oppedisano, portavoce del ForumSad. A questo appuntamento nazionale, cui partecipano rappresentanti del ministero delle Pari Opportunità (Stefania Prestigiacomo non sarà presente perché in delegazione in Asia con il ministro Fini), le varie anime del Forum faranno il punto sul tema della trasparenza e della regolamentazione istituzionale del ?sistema Sad? in Italia. Perché non tutte le grandi organizzazioni che si occupano di minori, Unicef in testa, hanno caldeggiato questo strumento. Lo stesso Pime-Pontificio istituto missioni estere di Milano, ha definito ?prematuro? avviare subito i progetti di adozione a distanza, «finché non si conosce dove e come vivranno i bambini orfani». «è evidente che c?è questa difficoltà. Ma il sostegno a distanza è un intervento che permette di andare oltre l?emergenza», spiega Donatella Ceralli, del Ciai, operativo in India da oltre 30 anni ed ora in prima linea negli aiuti nel Tamil Nadu. «La situazione non ci consente di preparare, al momento, schede dettagliate di ogni bambino: per questo motivo, a differenza dei normali Sad, le invieremo ai sostenitori fra circa 6 mesi. Nel primo periodo il contributo versato verrà utilizzato come sostegno globale al progetto». Anche l?associazione Villaggi Sos, che rappresenta in Italia SOS Kinderdorf International, consiglia di adottare a distanza prevalentemente interi Villaggi Sos, perché il monitoraggio dei bambini è ancora in corso. Detto questo, per gran parte delle realtà operative in Asia il sostegno a distanza rappresenta uno «strumento fondamentale, e di lungo periodo, per accompagnare famiglie e bambini colpiti», spiega il presidente AiBi, Marco Griffini. L?ente sta intervenendo in Sri Lanka con un progetto in due fasi: il post emergenza, qui come altrove, potrà essere garantito da donazioni costanti e sicure nel tempo, quali sono i sostegni a distanza.


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