Sostenibilità

Ong australiana: il Giappone caccia nel santuario delle balene

La società nipponica responsabile dell'uccisione di più di 400 esemplari è stata citata in una causa giudiziaria. Ma il governo australiano cerca di evitare lo scontro

di Benedetta Verrini

Un’associazione ecologista si e’ rifiutata oggi di ritirare le azioni giudiziarie intraprese contro una societa’ giapponese accusata di uccidere centinaia di balene nell’Antartico australiano, nonostante il disappunto di Canberra, che teme tensioni con Tokyo.

Il ministro della Giustizia australiano Philip Ruddock ha informato un tribunale federale che questo processo potrebbe dare luogo a tensioni diplomatiche con il Giappone, uno dei primi partner commerciali dell’Australia. L’associazione internazionale umanitaria HSI accusa l’azienda del Giappone, la Kyodo Sepaku Kaisha, di avere ucciso piu’ di 400 balene nell’area protetta dell’Antartico da quando e’ stata creata, nel 2000. L’organizzazione, che cerca di ottenere un’autorizzazione del tribunale che le permetta di proseguire il procedimento giudiziario, ha affermato che questa societa’ continua a uccidere balene in quella zona dal 1987. Il tribunale, pero’, ha chiesto il parere del governo australiano e il ministro Ruddock ha ribadito che e’ piu’ opportuna una soluzione diplomatica.

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