Famiglia

De Rita, Esposito e tanti altri

Il primo numero (di Marina Moioli).

di Redazione

Ma cosa contiene il primo numero del mensile diretto da Aldo Bonomi? 256 pagine, 28 articoli, 26 autori sono i numeri con cui Communitas si presenta come ?rivista di racconto e di interpretazione?. Intitolato La società delle paure, il primo numero (che troverete in regalo con il prossimo numero di Vita) è articolato in tre blocchi di racconto: Comunità di schiuma, Comunità di territorio e Comunità del profondo. La terminologia può apparire immaginifica, ma il significato è intuitivo. Comunità di schiuma sono per esempio le Internet community analizzate da Carlo Formenti, le Business community ?raccontate? da Alessandro Casiccia, l?esperienza di Seat-Pagine Gialle con le sue nuove guide In zona illustrate da Alberto Abruzzese. Nella sezione dedicata alle Comunità di territorio, quelle dove esistono legami specifici con il contesto territoriale di riferimento, dopo un articolo di Luca Romano dedicato alle sfide della globalizzazione nella provincia di Vicenza, spiccano le esperienze della Scuola per l?alternativa di Torino (raccontata da Salvatore Cominu), della Casa della carità di don Virginio Colmegna e due dialoghi sul significato di fare comunità con il segretario della Cisl, Savino Pezzotta e con il presidente delle Banche di credito cooperativo, Alessandro Azzi. Infine nella terza sezione, Comunità del profondo, si indaga sulla realtà delle comunità terapeutiche (Cecco Bellosi), sui gay cattolici (Giovanni Cocconi), sulla comunità virtual ecclesiale di Radio Maria (Andrea Tornielli), sulle esperienze religiose (Luigi Bobba). Ciascuna delle tre sezioni di Communitas termina poi con un commento, affidato rispettivamente a Enzo Rullani, Giuseppe De Rita e Roberto Esposito. E la rivista si chiude con due interventi-interpretazioni di Massimo Cacciari e di Robert Putnam, intervistato da Walter Mariotti.

Marina Moioli