La clava dei decreti esecutivi

Effetto Trump sul non profit Usa: 144 licenziamenti al giorno

La amministrazione trumpiana colpisce il Terzo settore americano, già provato da inflazione e calo di donazioni: l'effetto sono pesanti tagli e perdite di posti di lavoro. Da gennaio 2025, via in 14mila

di Francesco Crippa

Qualcuno salvi il non profit americano. Alle difficoltà di un settore già alle prese con un ridimensionamento dei programmi e del personale a causa del peso che inflazione e calo delle donazioni hanno sui bilanci si è aggiunta, dall’inizio dell’anno, l’antipatia di Donald Trump. Da quando è tornato nello Studio Ovale, il presidente ha approvato una serie di tagli ai finanziamenti federali da cui dipendono molte organizzazioni, mettendole in ginocchio e determinando una valanga di licenziamenti. Secondo il The Chronicle of Philantropy, giornale di settore, dal 20 gennaio al 30 aprile sono 14.430 le persone che hanno perso il lavoro, poco più di 144 al giorno. Numeri impressionanti che potrebbero aumentare nei prossimi mesi e, soprattutto, che potrebbero essere frutto di una stima al ribasso.

Numeri incerti

L’Ufficio di Statistica del Lavoro degli Stati Uniti pubblica infatti i dati sull’occupazione nel settore non profit soltanto una volta negli ultimi cinque anni, il che significa che bisognerà attendere il 2029 per avere i numeri ufficiali di Washington. L’ultimo report risale al 2024, con dati aggiornati al 2022, secondo i quali il non profit dà lavoro a 12,8 milioni di persone, pari al 9,9% dell’occupazione nel settore privato.

Per elaborare la propria stima il Chronicle of Philantropy si è dunque basato sui database messi a disposizione dai singoli Stati, ai quali le organizzazioni non profit e tutti i datori di lavoro con almeno 100 dipendenti sono obbligati a segnalare i licenziamenti che coinvolgano almeno 50 persone con 60 giorni di anticipo. Ora, siccome questi database vengono aggiornati con criteri diversi, siccome i datori di lavoro con meno di 100 dipendenti non devono fare segnalazioni, siccome licenziamenti di pochi lavoratori non vengono riportati e siccome i database tracciano la notifica della programmazione di un licenziamento programmato e non la sua esecuzione, ecco che allora il conto complessivo dei posti di lavoro persi nei primi tre mesi di amministrazione Trump potrebbe essere più alto di quello stimato dal Chronicle of Philantropy.

Quanto costa il non profit al governo? 

Secondo un rapporto dell’Urban Institute, un think-tank di Washington che fa ricerca sulle politiche economiche e sociali, nel 2021 le sovvenzioni pubbliche sono state usate dalle organizzazioni presenti in oltre il 95% del territorio federale, per un totale di 267 miliardi di dollari. Il taglio dei finanziamenti da parte del governo federale, che si inserisce in una più ampia cornice di azioni che colpiscono (anche indirettamente) il terzo settore, come la chiusura dei rubinetti a Usaid, al momento non è quantificabile.

Tuttavia, secondo un’indagine pubblicata a fine aprile da Candid, una delle più grandi organizzazione di monitoraggio del terzo settore americano, sono 14.015 le organizzazioni che potrebbero rimanere senza risorse entro tre mesi se i finanziamenti dovessero essere interrotti del tutto. Se questo scenario dovesse concretizzarsi i posti di lavoro a rischio sarebbero 2,8 milioni. 

Come detto, si tratta di difficoltà che vanno ad aggiungersi a quelle esistenti. Già in un report pubblicato a gennaio, infatti, il Chronicle of Philantropy segnalava un «grande ridimensionamento» del non profit americano, dovuto a tre fattori. L’inflazione, che determina un aumento dei costi di gestione in merito ad affitti o all’acquisto di beni di prima necessità. Feeding America, per esempio, spende cinque volte di più per i prodotti alimentari rispetto al 2019, mentre altre organizzazioni hanno segnalato aumenti simili in campo di forniture mediche o di giocattoli. In secondo luogo, le donazioni dei privati sono in contrazione, forse proprio a causa dell’inflazione che si mangia la loro capacità di sovvenzionare. Infine, i fondi pubblici legati alla ripresa post-pandemica sono terminati, lasciando molti programmi a secco.

In apertura: volontari al lavoro (foto di RDNE Stock project via Pexels)

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