Famiglia

Anziani: in famiglia discriminati più degli immigrati

Si chiama ''agismo'' ed e' la forma di discriminazione e razzismo di cui sono sempre piu' spesso vittima gli anziani. Lo afferma Giancarlo Penza, responsabile anziani della comunita' di Sant'E

di Redazione

Si chiama ”agismo” ed e’ la forma di discriminazione e razzismo di cui sono sempre piu’ spesso vittima gli anziani, considerati un ceto parassita che prende senza dare niente in cambio. E’ quanto emerge dalla relazione di Giancarlo Penza, responsabile anziani della comunita’ di Sant’Egidio, svolta al convegno ”Famiglia: l’altra violenza”. ”Il messaggio sempre piu’ frequente che emerge nella nostra societa’ – spiega – e’ l’intolleranza e la colpevolizzazione della vecchiaia. A differenza del bambino, l’anziano non suscita sentimenti di tenerezza, bensi’ di distanza e repulsione. Come conferma l’ultima indagine del Censis infatti, il 40,6% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi piu’ distante dalle persone di altre generazioni che non da quelle di altre etnie”. Sentimenti che in molti casi portano a maltrattamenti di vario tipo. ”Tre sono le categorie di abuso – continua – perpetrate a danno degli anziani: abbandono e trascuratezza, violazione dei diritti umani e privazione del potere di scelta. Secondo una nostra ricerca di qualche anno fa – ha aggiunto – il 48% delle vittime di abusi erano proprio anziani non autosufficienti, mentre uno studio condotto sugli infermieri negli Usa ha rivelato che il 36% di loro ha visto vecchi vittime di abusi fisici, l’81% di molestie psicologiche e il 40% di carattere verbale”. Questi dati devono farci riflettere, conclude Penza, ”soprattutto se si considera che nel 2050 ci sara’ il sorpasso della popolazione anziana, che cresce ogni anno del 2%, su quella giovane. La soluzione non puo’ essere solo quella di mettere queste persone in case di riposo, visto che il 30% di loro muore dopo neanche un anno dall’entrata in istituto. La condizione della vecchiaia tocca tutti prima o poi e quindi e’ il caso di pensare anche a modifiche di carattere legislativo per una maggiore tutela”.