Housing

L’aiuto sociale parte da una casa. Ma a Milano è sempre più difficile

Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca racconta l’impegno per aiutare chi viene espulso dal mercato degli affitti. «Non possiamo sostituire chi gestisce le case popolari, cerchiamo di incrementare la nostra azione». L’obiettivo di quest’anno è quello di aggiungere altri 100 appartamenti ai 150 già gestiti

di Antonietta Nembri

A settembre dello scorso anno VITA ha dedicato il suo magazine alla Milano double face. Quella degli affitti impossibili, delle giovani coppie con figli che se ne devono andare, dei tanti anziani soli, delle povertà e dei migranti. 

Emergenza casa

A ottobre il ministero dell’Interno rendeva noti i dati statistici di una vera e propria emergenza: 39mila sfratti emessi nel corso dell’anno, di cui quasi la metà nelle città capoluogo (46,7%) e la stragrande maggioranza (78%) per morosità pari a 31mila provvedimenti, Le richieste fatte agli ufficiali giudiziari erano state invece 74mila di cui eseguite oltre 21mila. 

Una nota congiunta di Cgil e Sunia denunciava da una parte l’assoluta insufficienza dell’offerta di edilizia pubblica con un fabbisogno stimato di almeno 600mila unità immobiliari in tutta Italia e dall’altra come rispetto al 2019 oltre 120mila alloggi della piccola proprietà siano stati sottratti alla locazione di lungo periodo a causa degli affitti brevi. 

Cresce la povertà abitativa

E anche gli ultimi dati dell’Istat (ne abbiamo scritto qui qui) dipingono un Paese in crisi e in cui le tre priorità su cui occorrerebbe intervenire con urgenza sono la povertà abitativa, l’esclusione sanitaria e i bassi redditi da lavoro povero. 

Uno dei capoluoghi dove l’emergenza abitativa è senz’altro più sentita è sicuramente Milano, la città dove sempre più persone faticano a trovare un appartamento, dove i proprietari di casa preferiscono affittare a notte o a settimana ai turisti delle diverse week milanesi. La città metropolitana dove ci sono oltre 12mila persone in lista d’attesa per le case popolari.

Il privato sociale in campo

Qualche risposta c’è e arriva spesso dal privato sociale. A inizio anno è partito infatti il progetto di housing sociale che vede Fondazione Progetto Arca come ente capofila con Croce Rossa Milano, Fondazione Somaschi, Fondazione Ibva e Fondazione Casa della Carità, mentre al Comune viene lasciato un compito di regia (ne abbiamo scritto qui). 

La Fondazione da sola ha 150 appartamenti che utilizza per i suoi programmi di housing sociale «un vero e proprio percorso che mira al reinserimento sociale», spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. L’obiettivo è di aumentare la risposta «vorremmo aggiungere altri 100 appartamente da utilizzare nel nostro progetto di housing. A oggi ne abbiamo reperiti una trentina», continua. 

L’accoglienza è un percorso

Progetto Arca non è un’agenzia immobiliare e da sola non può sostituirsi a chi gestisce gli alloggi popolari. Anche perché come precisa Sinigallia l’azione della fondazione è quello di accogliere e accompagnare le persone in un percorso di reinserimento sociale. «Quello che facciamo», racconta il presidente di Progetto Arca «è un contratto di accoglienza della durata di 18/24 mesi durante i quali viene fatto un percorso che accompagna i nostri ospiti alla loro autonomia». Lavoro e una casa in affitto sono l’orizzonte per cui si lavora in fondazione.

«Il progetto è personalizzato: alla mamma con bambini, al padre di famiglia che perde il lavoro o al senza dimora non possiamo dare la stessa soluzione» spiega. E in effetti nei progetti di housing sociale portati avanti dalla fondazione ci sono esperienze di co-housing e di housing first (pensato per i senza dimora) dove le figure degli operatori sono presenti.

L’educatore finanziario

«Noi forniamo un educatore finanziario, progettiamo percorsi che tengano conto delle condizioni di partenza di ciascuno». E così capita che a un giovane straniero che si vuole radicare in Italia si dia una mano nell’acquisto di una casa, «noi facciamo da garanti per il mutuo con Banca Etica, ma tutto questo è il risultato di un percorso in cui questo giovane si è responsabilizzato, ha iniziato a contribuire alle spese ha seguito i consigli dell’educatore finanziario. Lo ripeto il nostro è un accompagnamento all’autonomia» precisa Sinigallia. 

Ogni anno la fondazione riesce a mettere a disposizione una dozzina di case «il sostegno che offriamo alle persone dura in media un anno, un anno e mezzo, per questo il nostro obiettivo è quello di aggiungere altre 100 case a quelle che possiamo mettere a disposizione dell’accoglienza adesso. Cento case sono duecento persone in più che si potrebbero aiutare…» insiste. 

Sinigallia ha un ultimo rimpianto: «Penso alle migliaia di case popolari inagibili, sono quasi lo stesso numero delle persone in lista d’attesa… sembra che nessuno si renda conto di un problema che è cresciuto negli anni. Ma per quello servono risorse, tante risorse».

In apertura il condominio solidale di Progetto Arca in via Bodio a Milano – foto di Daniele Lazzaretto

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