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Immigrazione, così Salerno accoglie la nave dei bambini

Sbarcate le 252 persone salvate dalla nave dell'ong Solidaire. 98 sono minori, di cui 92 non accompagnati. Il Comune e la Prefettura hanno attivato i piani di intervento con la rete del Terzo settore. Intervista all'assessora delle politiche sociali Paola De Roberto

di Luigi Alfonso

I 252 migranti soccorsi dalla nave Solidaire, battente bandiera tedesca, sono sbarcati al porto di Salerno. Sono stati accolti dagli operatori della Caritas diocesana, dei Servizi sociali del Comune di Salerno e della prefettura. 154 gli adulti (127 uomini e 27 donne, di cui tre incinte) e ben 98 i minori (4 ragazze accompagnate e 8 non accompagnate, 2 maschi accompagnati e 84 che hanno viaggiato da soli). Numerosi i Paesi di provenienza, tra cui Burkina Faso, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Niger, Nigeria, Siria, Somalia e Sudan. Intanto gli investigatori della Squadra Mobile, in collaborazione con la Sezione operativa navale della Guardia di Finanza, hanno sottoposto a fermo un egiziano e un sudanese, quest’ultimo minorenne: entrambi sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in quanto avrebbero gestito un natante partito dalle coste libiche con a bordo 111 migranti di varie nazionalità. Solidaire ha soccorso loro e anche le persone che si trovavano a bordo di altre due imbarcazioni di fortuna, tratte in salvo nelle acque internazionali tra la Libia e Malta, il 22 e 23 maggio scorsi.

«I minori sbarcati nella nostra città sono numerosi, ma fa impressione soprattutto il dato riguardante quelli non accompagnati: 92 sono davvero tanti, mai un numero così elevato di bambini e adolescenti è stato soccorso contemporaneamente da una nave Ong», sottolinea Paola De Roberto, assessora alle Politiche sociali del Comune di Salerno. «La nostra rete di accoglienza ha preso in carico undici ragazzi della fascia d’età inferiore ai 16 anni (cinque ragazze e sei maschi), tutti gli altri saranno gestiti dalla Prefettura attraverso i vari Centri di accoglienza straordinaria del territorio. La maggior parte di loro rimarrà in Campania, altri saranno distribuiti tra Molise e Puglia».

Paola De Roberto, assessora alle Politiche sociali del Comune di Salerno

L’assessora De Roberto ha assistito personalmente allo sbarco dei migranti al molo Manfredi. «Ho visto molto provate soprattutto le donne, a prescindere dall’età», racconta. «Abbiamo rilevato diversi casi di violenza, che sono stati immediatamente segnalati alle forze di polizia e saranno anche seguiti dalla nostra rete antitratta, di cui capofila è l’Arci locale. Queste donne saranno seguite con particolare attenzione anche nei luoghi in cui verranno assegnate. In generale, i migranti sbarcati sono apparsi in condizioni di buona salute generale».

Negli ultimi due-tre anni, il numero dei minori soccorsi nel Mediterraneo e sbarcati a Salerno era stato decisamente più contenuto. «Credo che questo episodio si possa leggere attraverso l’inasprimento dei fronti di guerra, che potrebbe aver indotto molte famiglie a cercare di mettere in salvo i propri figli. Ma questa è una mia interpretazione personale», commenta De Roberto. «C’è poi da dire che i minori tendono a integrarsi meglio e con maggiore facilità. Noi stessi abbiamo delle politiche di accoglienza dedicate a loro, che ci consentono di restituirgli qualcosa se rimangono nei loro Paesi d’origine: spesso, oltre la guerra, ci sono situazioni di estrema povertà».

La motonave Solidaire al porto di Salerno

Per quanto riguarda i più giovani, considerato che le scuole tra due settimane chiuderanno i battenti, il Comune di Salerno sta predisponendo sin dalle prime ore un accurato piano d’intervento. «Nella nostra città è presente una rete del Terzo settore collaudata, attiva, propositiva e attenta ai minimi particolari», precisa l’assessora De Roberto. «Ciò garantisce buoni risultati, rafforzati dal lavoro egregio che fanno le scuole. Inseriamo i ragazzi in tutte le dinamiche educative. Veniamo da una recente, bellissima esperienza proposta dagli associati Rotary, che noi abbiamo sposato in maniera convinta: 30 ragazzi ospitati nelle comunità del territorio hanno potuto beneficiare di un ricco programma di iniziative ed eventi ai quali hanno preso parte anche i loro coetanei salernitani. Hanno visitato i luoghi più suggestivi della città e gli scavi di Paestum, poi sono stati a cena insieme. Non trascurerei le numerose attività sportive, che sono momenti d’incontro fondamentali soprattutto alla loro età. C’è stata una conoscenza reciproca che, a mio avviso, è l’elemento su cui investire maggiormente. L’inclusione parte da qui. Ma forse è meglio parlare d’incontro, perché nessuno deve includere qualcun altro. Questa, per lo meno, è la sensibilità che sta portando avanti la città di Salerno».

Sissj Flavia Pirozzi, presidente del Croas Campania

«Desidero ringraziare le colleghe del Comune di Salerno perché, sin dalle prime ore di ieri e poi per tutta la giornata, hanno fatto un lavoro preziosissimo», è il commento di Sissj Flavia Pirozzi, presidente del Consiglio Ordine degli assistenti sociali della Campania – Croas. «Dalle 8 del mattino alla mezzanotte hanno garantito protezione e accoglienza ai 252 migranti arrivati al porto di Salerno. Hanno messo in moto un’azione congiunta con tutti gli altri servizi, le forze dell’ordine e l’Azienda sanitaria locale, facendo sì che queste persone potessero avere un’accoglienza dignitosa e che i loro diritti fossero pienamente rispettati. Sono donne e uomini, bambini e adulti che scappano da guerre, violenze e altre atrocità. Ci sono situazioni molto delicate, ma credo che sia stato fatto il possibile per rispondere al meglio a questa nuova emergenza. Purtroppo, le risorse sono poche: mi auguro che la politica, soprattutto quella nazionale, riveda gli interventi in questo ambito. Noi assistenti saremo sempre pronti a fare il nostro dovere, ma non basta. Serve una sensibilità diversa. Bisognerebbe incontrare questa gente che arriva da lontano, così sarebbe più facile comprendere i loro vissuti spesso drammatici. Come possiamo chiudere i porti quando arrivano persone inermi, bambini e adolescenti che scappano dalle guerre? Un genitore arriva a separarsi di un figlio soltanto per amore, perché spera che almeno lui possa avere una possibilità di salvezza. Altrimenti lo terrebbe con sé, non lo metterebbe su un barcone. Occorrono anche politiche di vera inclusione, di ricongiungimento familiare, di cittadinanza: la società civile deve lavorare in tal senso. Nel nostro piccolo, non potendo ospitare tutti i 252 migranti, abbiamo fatto di tutto per non separare le famiglie o comunque i ragazzi non accompagnati che sono imparentati, per esempio i fratelli o i cugini. C’è bisogno della collaborazione di tutti, nessuna regione da sola può farcela».

Credits: foto ufficio stampa Comune di Salerno e Croas Campania

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