Normativa

Approvata la legge contro il maltrattamento degli animali, ma resta un po’ di amarezza

«Un passo in avanti significativo» per la presidente di Fondazione Cave Canem, Federica Faiella. Tanti gli aspetti positivi rilevati anche da Lav, che tuttavia lamenta: «Nonostante passi avanti ottenuti, la norma non prevede pene più efficaci per chi maltratta gli animali». La nuova normativa inasprisce le pene e le sanzioni

di Antonietta Nembri

La riforma del Codice penale sul maltrattamento degli animali è Legge. Tante le modifiche positive ed innovative suggerite per esempio da Lav, derivate da venti anni di lavoro sul campo con la magistratura italiana e le forze di polizia per contrastare i maltrattamenti sugli animali. 

In una nota la Lega anti vivisezione sottolinea che «la nuova Legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un soddisfacente passo avanti per una maggiore protezione degli animali». 

Approvato a novembre scorso dalla Camera il disegno di legge che ha come prima firmataria la parlamentare di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, è stato approvato dal Senato con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione dell’opposizione. 

Un passo avanti

«La proposta di legge appena approvata segna un passo in avanti significativo per tutti coloro che ogni giorno si dedicano alla tutela degli animali. È un segnale forte, che rafforza il riconoscimento degli animali quali esseri senzienti, meritevoli di tutela in via diretta» è la prima reazione di Federica Faiella presidente della Fondazione Cave Canem

Per Faiella la nuova normativa: «Rappresenta inoltre un’evoluzione concreta sul piano operativo, in particolare per la gestione degli animali vittime di reato, sottratti a circuiti criminali e posti sotto sequestro giudiziario. Penso soprattutto ai cani coinvolti nei combattimenti: questa norma riconosce finalmente il loro diritto a essere immediatamente inseriti in un percorso di recupero psicofisico e, laddove possibile, accolti in un contesto familiare. Si evita così il paradosso di animali tratti in salvo che restano bloccati per anni nelle maglie della giustizia, confinati in strutture detentive».

Miglioramenti da accogliere

«Le aspettative erano alte, forse anche di più, soprattutto con riferimento ad alcune specifiche condotte. Ma penso che ogni miglioramento a livello normativo debba essere accolto con entusiasmo, ottimismo e come uno sprono a fare sempre meglio e a non fermarsi», conclude con un sguardo al futuro. 

Da parte sua la Lav, che come la stragrande maggioranza dei cittadini aveva chiesto  atteso interventi più incisivi in relazione alle pene e coerenti con l’articolo 9 comma 3 della Costituzione che dal 2022 chiedeva al legislatore di intervenire a tutela degli animali annuncia di continuare a lavorare sul campo e nei Tribunali per applicare le norme a tutela degli animali e a chiedere fin da ora al prossimo Governo e al prossimo Parlamento di fare di più e meglio. 

«Salutiamo con favore alcuni avanzamenti rispetto alla normativa vigente», ha dichiarato Ilaria Innocenti, Ufficio rapporti istituzionali di Lav che ha precisato: «Tra i principali aspetti positivi segnaliamo la previsione della pena pecuniaria congiunta a quella detentiva sia per il reato di uccisione che per quello di maltrattamento, di alcune aggravanti, così come la disposizione che consente di punire più severamente la morte dell’animale a seguito della somministrazione di stupefacenti e altre sostanze vietate. Sicuramente un passo avanti rispetto al passato».  

Anche riguardo alla custodia degli animali si registrano degli aspetti positivi.
«Tuttavia, dobbiamo prendere atto di come queste positive disposizioni non siano state espressamente estese, come da noi richiesto, anche al reato previsto dall’articolo 727 del Codice penale, cosa che invece la Magistratura italiana ha sempre fatto e potrà e dovrà comunque continuare a fare secondo gli orientamenti giurisprudenziali in materia», ha aggiunto Roberta Poscente dell’Ufficio legale Lav

I cani alla catena…

Inoltre, continua Innocenti: «Non possiamo non sottolineare che tra gli aspetti negativi, c’è la possibilità di derogare al generale divieto di detenzione di cani e gatti alla catena o con altro strumento similare purché non ne impedisca il movimento. Un vero paradosso visto che la legge vuole contrastare il maltrattamento contro gli animali».

Pene più severe

La nuova normative prevede, per esempio che gli organizzatori di eventi o competizioni in cui vengono sottoposti a violenze gli animali vedranno aumentata la multa da 15.000 a 30.000 euro.
In caso di combattimenti per chi li organizza si passa dai 2 ai 4 anni di reclusione, con sanzioni fino a 30.000 euro per chi vi partecipa. Chi uccide un animale rischia il carcere da 6 mesi fino a 4 anni e una multa fino a 60.000 euro. Pene più severe anche in caso di maltrattamento: si rischia fino a 2 anni di reclusione e non sono più previste sanzioni pecuniarie alternative.

Lav: grave posticipare la microcippatura

Per la Lav è molto grave il passo indietro che consente ad allevatori e commercianti di identificare cani e gatti oltre i termini previsti dalla legge.  «Questa modifica mina alle fondamenta il contrasto al traffico di cuccioli che un altro Governo, anch’esso di centro destra, anni fa aveva realizzato con determinazione introducendo uno specifico reato che punisce i trafficanti di cani e gatti» aggiunge Innocenti. «Il microchip, infatti, potrà essere inoculato anche oltre i due mesi con grave pregiudizio per la tracciabilità di cuccioli dall’origine incerta e della sorte degli animali invenduti».

In aperetura foto da Photo by Ben Moreland on Unsplash

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