Cultura

Terremoto sud est asiatico: sale a 624 il bilancio dei morti

Purtroppo pero' funzionari indonesiani parlano di 1000/2000 probabili vittime

di Redazione

Il bilancio delle vittime del terremoto nell’Oceano Indiano e’ salito oggi a 624 morti e nell’isola indonesiana di Nias, la piu’ colpita dal sisma, si lotta contro il tempo per salvare i sopravvissuti rimasti intrappolati sotto le macerie. A 50 ore dal terremoto di 8,7 gradi della scala Richter che ha accartocciato citta’ e villaggi in questa parte di Oceano Indiano, stamani due squadre di soccorritori francesi a norvegesi sono riuscite ad estrarre due adolescenti da sotto le mura franate delle loro case; si tratta di una ragazza di 19 anni e di un ragazzino di 15. Non sono miracoli isolati: due ore prima anche una donna era stata tirata fuori da cio’ che rimaneva della sua casa: un ammasso informe di pietre e cemento. Un’altra buona notizia e’ intanto giunta dall’ambasciatore svedese a Giakarta. Il diplomatico ha riferito che dodici stranieri (due svedesi, due tedeschi, due francesi, tre britannici, due canadesi e un americano), dati per dispersi durante il terremoto, sono stati ritrovati sani e salvi sempre sull’isola di Nias. A salvarsi miracolosamente e’ stato anche un noto surfista australiano che lunedi’ scorso stava navigando con la sua barca, insieme alla fidanzata, ad un amico e all’equipaggio in pieno Oceano Indiano, sopra l’epicentro del terremoto. La barca, ha raccontato oggi Marcus Keeshan alla radio australiana, ”ha cominciato a fare cose strane”. ”Dapprima ha emesso suoni di rimbombo, come se stesse colpendo qualcosa, poi ha cominciato ed essere risucchiata verso il fondo”. I tre australiani hanno pensato dapprima di muoversi verso acque piu’ profonde, ma poi hanno deciso di restare all’ancora. ”L’oceano e’ diventato calmissimo per circa 20 minuti, poi e’ venuta una corrente sempre piu’ veloce e potente. La corrente ha cambiato direzione di 180 gradi, ma in qualche modo la barca ha tenuto”, ha detto il surfista. Keeshan ha quindi avviato il motore V8 da 280 cavalli per resistere alla corrente. In coperta, l’equipaggio indonesiano recitava preghiere, mentre Keeshan e i suoi compagni guardavano l’acqua. ”Pensavamo tutti ‘tsunami’, ma nessuno di noi osava dirlo…per circa due ore, l’acqua ha continuato a scorrere con quella forza incredibile e poi d’un tratto tutto si e’ calmato”. A Nias intanto stanno cominciando oggi ad arrivare i primi aiuti, anche di medicinali e cibo per la popolazione affamata. Solo su questa isola indonesiana sono stati ritrovati 600 cadaveri. Imogen Wall, portavoce del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, ha riferito che altre quindici persone hanno perso la vita nell’isola di Simeulue, mentre altre nove sono rimaste uccise a Sumatra e nell’arcipelago delle isole Banyak. Purtroppo pero’ funzionari indonesiani temono che il bilancio finale dei morti sara’ molto piu’ elevato: si parla di 1000/2000 probabili vittime.

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