Famiglia

Come affrontare la fame nel mondo, l’appello di Italia Solidale

Riceviamo questa lettera e volentieri pubblichiamo.

di Redazione

Per combattere la fame nel mondo dobbiamo svegliare il volontario che c?è in ognuno di noi.
Un?esperienza concreta che ha portato alla pienezza della vita centinaia di migliaia di bambini, famiglie e comunità in Africa, Sud America, India e ?..Italia.

I governi dei paesi ricchi, le istituzioni internazionali, intervengono contro la fame nel Sud del mondo dove ogni giorno 30.000 bambini muoiono di fame. Programmi di sviluppo, raccolte fondi: le iniziative sono varie, ma hanno tutte un comune denominatore: le nazioni ?povere? sono viste come aziende da rimettere in piedi. Le preoccupazioni principali sono: rilanciare l?economia, risanare le istituzioni, favorire l?istruzione tecnica dei cittadini, distribuire cibo, costruire strutture (come ospedali, scuole ecc.). Molti denunciano l?inefficacia di questi progetti che non coinvolgono veramente le persone del posto e travolgono le culture locali. I cronici fallimenti di tante cooperazioni internazionali sono una riprova di ciò. Anche noi di ?Italia Solidale del volontariato per lo sviluppo di vita e missione?, da anni impegnati per soddisfare la fame dell spirito e del corpo in Italia e nei paesi in via di sviluppo, ci associamo a questa denuncia. Lo facciamo anche forti della nostra esperienza di sostegno concreto a 1.600.000 persone in 84 missioni dell?Africa, del Sud America e dell?India, in comunione con missionari e laici di 17 tra congregazioni e diocesi e con 20.000 donatori italiani coinvolti attraverso lo strumento dell?adozione a distanza.
Ci domandiamo però: cosa ci vuole per fare un piano veramente valido? Perché tante iniziative falliscono? Constatiamo, prima d?ogni altra cosa, la necessità di liberarsi dai condizionamenti della nostra cultura dominante che ci portano a considerare l?uomo come una ?macchina razionale?, il cui scopo primario è il benessere materiale. Non ci sembra che venga dato troppo valore a quest?impegno. Spesso, anzi, osserviamo che, molte iniziative alternative ai piani istituzionali, sono basate sugli stessi principi ?aziendali? o assistenziali dei programmi contestati. I fatti però dimostrano che, nelle nostre proposte per ?combattere la fame?, è indispensabile partire da un nostro cambiamento culturale. Nella nostra società i depressi in tre anni sono passati da 121 a 340 milioni. Il 40% delle famiglie si dividono. I bimbi sono sempre più disperati e obesi. I giovani non hanno più punti di riferimento. Il problema della nostra ?civiltà? oggi, non è solo quello di esportare il benessere: è anche quello di trovarlo!
E? per la ?fame dello spirito? che i paesi industrializzati (che hanno il 20% degli abitanti del pianeta) detengono l?80% delle risorse della terra. I bambini, i ?poveri?, le famiglie, gli anziani (anche nostri) non chiedono la nostra rabbia, il nostro denaro o il nostro ?affetto?: chiedono il nostro Amore. Per arrivare a quest?Amore dobbiamo recuperare ciò che è veramente fondamentale nella vita (e di cui una sana economia è la conseguenza). Dobbiamo recuperare la nostra persona, la nostra spiritualità e quindi la nostra capacità di sane relazioni di coppia e di famiglia e di creatività e servizio agli altri nel lavoro. Finché non faremo proposte (e soprattutto esperienze) di cooperazione che partano dal recupero di ogni persona, di ogni coppia, di ogni famiglia, di ogni ambiente lavorativo, di ogni comunità in occidente e nei paesi in via di sviluppo, siamo destinati a fallire. Per noi di ?Italia Solidale? questa realtà è sempre stata molto chiara. Per questo, come strumento di cooperazione con i paesi del Sud del mondo, abbiamo dato vita ad un nuovo tipo di adozione a distanza. Usiamo infatti questo strumento, non come base di una struttura organizzativa o assistenazialistica, ma come mezzo di vera globalizzazione della solidarietà.
La nostra azione è fondata su una base culturale completa per lo sviluppo di vita e missione di ogni bambino e di ogni persona coinvolta. Attraverso questa base si formano i volontari in Italia. Essi poi formano volontari in loco(missionari e laici). Insieme, tutti i volontari, si mettono in relazione con i donatori che, in questa comunione, vengono a loro volta ?formati? come autentici volontari. In questo spirito si vive una concreta esperienza di globalizzazione della solidarietà e si sostengono i bambini e le famiglie nel Sud del mondo fino alla sussistenza. Seguono alcuni accenni particolari sugli elementi di questo tipo di solidarietà.
1) La proposta culturale.
La nostra associazione è stata fondata da P. Angelo Benolli O.M.V. sacerdote, missionario ed esperto in scienze educative, che, nel 1964, elaborò la sua proposta culturale: il ?percorso di sviluppo di vita e missione? (oggi racchiusa nei suoi libri). Con questa proposta, partendo dalla sua esperienza con migliaia di sofferenti nello spirito e nel corpo, egli ha voluto aiutare ogni persona a trovare la propria identità, una fede autentica, sane relazioni di coppia e di famiglia ed un lavoro creativo e di servizio, fino alla solidarietà con i vicini ed i lontani.
2) Un volontariato maturo in Italia, in grado di dare una risposta concreta alla fame dello spirito e del corpo delle persone in Italia e nel Sud del mondo.
La maturità di tante persone, che hanno ritrovato sé, un sano rapporto con Dio e, di conseguenza, la capacità di ?ben amare? e ?ben lavorare?, ha portato spontaneamente alla nascita del nostro movimento di volontariato. Per questo, alla base del nostro percorso formativo, non c?è un?istruzione esterna, ma il percorso di sviluppo di vita e missione di ognuno. Questo itinerario è poi approfondito all?interno di una scuola quadriennale di formazione per cui Italia Solidale è accreditata anche come ente formativo dal MIUR.
3) Un volontariato maturo nei paesi in via di sviluppo, che sia in grado di sostenere la propria gente, partendo dal bambino, fino ad arrivare al pieno sviluppo e alla piena autosussistenza.
Il lavoro primario dei volontari di ?Italia Solidale? nel Sud del mondo è formare volontari del posto ad un?autentica globalizzazione della solidarietà. Per questo, nei nostri progetti, scegliamo di collaborare con missionari e laici che appartengono alle varie culture e le realtà locali. Li sosteniamo continuamente affinché si rafforzino nella loro maturità e muovano le persone verso un vero sviluppo. Essi, una volta formati, animano piccoli gruppi di famiglie che condividono problemi, trovano insieme soluzioni e raggiungono, in vari modi, la piena autosussistenza. Ogni progetto parte dai bisogni dei bambini e arriva a soddisfare la fame del corpo e dello spirito di tutta la comunità che si sviluppa gradualmente fino ad aprirsi ai bisogni delle comunità vicine e del mondo. Lo spirito che promuoviamo ha permesso di superare ogni impostazione ?organizzativa?, ?economica? o ?assistenzialista?, aiutando anche i missionari a entrare in una missione aperta e globale.
4) Un volontariato di donatori: persone ricche di spirito che vogliono arrivare all?amore maturo.
La nostra società occidentale avrà autentico sviluppo solo con persone che non si rassegnano al materialismo e vogliono amare in modo maturo. I donatori, spesso non sono ricchi di denaro e fanno sacrifici pur di salvare la vita ai bambini. La maturità dei volontari (in Italia e in loco) è necessaria per portare avanti l?impegno di mantenere una comunione qualificata con queste persone fino a renderle: ?volontari?. Scriviamo ai nostri ?volontari ? donatori? fino a cinque volte l?anno. I volontari in loco, almeno tre volte l?anno. Così il donatore vive una forte esperienza di comunione, che gli permette di crescere ed essere un autentico volontario della solidarietà nella nostra società. Sono moltissimi i donatori che si fanno promotori di altre adozioni o che si riuniscono in ?piccoli gruppi? prendono svariate iniziative. Per diffondere questa cultura completa e chiamare le persone della nostra società a coinvolgersi, svolgiamo anche un grande lavoro culturale attraverso i mass media.
Nel suscitare e mantenere questo movimento mondiale, ?ci basiamo sempre su ?cinque colonne?: Dio; i bambini; i volontari di Italia Solidale; i volontari ed i missionari del mondo; i donatori che intervengono con l?adozione a distanza. Tutti insieme crediamo alla relazione delle persone con le persone, come ha fatto Cristo. Per questo ci accostiamo ad ogni bambino come Cristo incarnato; quando soffre, vediamo in lui Cristo crocifisso; quando, con questo spirito, le ?5 colonne? si muovono insieme per aiutarlo, la vita di questo bambino risorge: è Cristo risorto. Così comunichiamo tra di noi, ed è Cristo Eucaristia.?.
Questa comunione, che viviamo con 1.600.000 persone di vari continenti, con centinaia di migliaia di laici e con 20.000 donatori italiani, è autentica globalizzazione della solidarietà ed è un nuovo modo di sperimentare ogni missione. Vogliamo testimoniarla perché oggi il mondo ha bisogno di questo tipo di ?globalizzazione? e noi possiamo offrire il contributo di un?esperienza estesa, consolidata e concreta con migliaia di persone di diverse culture e religioni.
I 30.000 bambini che muoiono di fame, le centinaia di milioni di depressi ci dicono che è ora di uscire da ogni da ogni forma di assistenzialismo od organizzazione tecnica. Ci dicono che è ora di vivere e di far vivere. La civiltà dell?amore si costruisce partendo dal ?volontario? che nasce naturalmente dalla pienezza della natura e della forza d?amore che è in ognuno di noi.

Antonella Casini ? volontaria di Italia Solidale