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Tajani: «Sovraindebitamento e azzardo, una catena che va spezzata»

Intervista alla senatrice del Partito Democratico che ha presentato un disegno di legge che punta a prevenire l'eccesso di debiti di persone e famiglie fragili. Nel frattempo il volume del gioco d'azzardo in Italia è arrivato a quota 157 miliardi di euro. Una cifre impressionante

di Elena Inversetti

Cristina Tajani, Senatrice del Partito Democratico, è capogruppo nella 6ª Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato e, dal suo insediamento a maggio 2023, ha assunto un ruolo attivo nel dibattito parlamentare sul gioco d’azzardo in Italia, evidenziando come le politiche governative privilegino gli aspetti fiscali del gioco d’azzardo a discapito della salute pubblica. Ha inoltre espresso preoccupazione per la soppressione dell’Osservatorio nazionale sul gioco d’azzardo patologico, sottolineando l’importanza di strumenti di monitoraggio e prevenzione delle dipendenze. Membro dell’Intergruppo parlamentare sul gioco, Tajani promuove un approccio intersettoriale al fenomeno dell’azzardo, coinvolgendo istituzioni, enti locali e società civile.

In particolare la senatrice ha posto l’accento sul problema del sovraindebitamento, spesso correlato al gioco d’azzardo, presentando un disegno di legge volto a prevenirlo con interventi legislativi a tutela dei cittadini più vulnerabili: «Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia sono oltre 7 milioni i privati sovra-indebitati, eppure secondo il Ministero della Giustizia, nel 2023 sono state presentate soltanto 7.748 nuove pratiche per accedere alle procedure di ristrutturazione previste dalla legge, alle quali se ne aggiungono 2.648 iniziate nel 2022. Il disegno di legge a mia prima firma è finalizzato rafforzare le misure anticipatorie della crisi da sovraindebitamento e la tutela del soggetto debitore attraverso la creazione di un sistema di servizi di consulenza sul debito articolato a livello territoriale e della valutazione preventiva della capacità di rimborso del finanziamento, utile ad evitare la perdita di reddito e l’erosione del patrimonio in conseguenza della situazione di crisi da sovraindebitamento».

Oltre al tema del sovraidebitamento ha presentato una proposta legislativa sul gioco d’azzardo che è legato a doppio filo all’indebitamento

Sì, oltre alla proposta di legge che mira a prevenire le situazioni di sovraindebitamento, spesso causate dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, abbiamo depositato un parere in Commissione al Senato con proposte concrete di limitazione dell’offerta che agiscono su orari, trasparenza degli algoritmi, limiti delle giocate che possono essere utili insieme all’attività di prevenzione e al potenziamento delle azioni di sostegno.

Quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad assumere un ruolo attivo nel dibattito parlamentare sul gioco d’azzardo in Italia?

In qualità di capogruppo del Pd in Commissione Finanze al Senato ho seguito l’iter del decreto legislativo recante le disposizioni per il riordino del gioco online, coinvolgendo nelle audizioni le organizzazioni della rete Mettiamoci in Gioco che da anni si batte per contrastare le dipendenze e i problemi sociali legati all’azzardo e che avevo già incontrato negli anni in cui, da assessora al Comune di Milano, ho potuto misurare queste problematiche a livello territoriale.

Quali sono gli ostacoli maggiori che incontra?

Gli ostacoli maggiori sono di natura culturale in quanto nell’opinione pubblica e anche in Parlamento c’è scarsa consapevolezza di quanto l’azzardo, seppure nella forma del gioco legale, possa alimentare dipendenze e problemi gravi alla salute e alla vita sociale.

Ha criticato le politiche governative che privilegiano gli aspetti fiscali del gioco d’azzardo a discapito della salute pubblica. Può approfondire i motivi e le implicazioni?

Gli ultimi provvedimenti in materia di gioco sono andati nella direzione di ampliare l’offerta, sia per il gioco online sia per il gioco fisico, ponendo maggiore attenzione al gettito legato alle concessioni che ai costi sociali e sanitari di un fenomeno che cresce al crescere dell’offerta. Eclatante è stata la scelta, molto contestata dalle opposizioni, di de-finanziare l’Osservatorio costituito da anni presso il Ministero della Salute, spostandolo poi presso il Ministero dell’Economia.

Come giudica l’attuale situazione legislativa?

Dopo il riordino del gioco online siamo in attesa che il Governo depositi alle Camere per il parere non vincolante delle Commissioni il decreto sul gioco fisico. Dalle anticipazioni che abbiamo letto il testo cui sta lavorando il Governo contiene molti passi indietro per esempio sulle distanze tra i punti gioco e i luoghi sensibili (scuole, oratori etc…) presenti nelle nostre città. Non è l’approccio che avremmo auspicato. Così come è molto negativo che il legislatore abbia consentito il ritorno alla pubblicità del gioco, sebbene nella forma di promozione del gioco cosiddetto “responsabile”.

La riforma del settore migliore, secondo lei, quale sarebbe? Quali sono gli ostacoli alla sua attuazione?

Bisognerebbe lavorare a limitare l’offerta di gioco, ma non mi sembra che ve ne sia la volontà. Ci sono molti interessi economici che spingono, al contrario, per ampliare l’offerta e la domanda e poi c’è un’aspettativa di gettito erariale a cui lo Stato dovrebbe, invece, gradualmente rinunciare. Le lobby ci sono e fanno le lobby, difendendo i propri interessi economici. È la politica che deve saper anteporre gli interessi generali, sociali e sanitari, a quelli particolari.

Inoltre servono i dati: aggiornati e trasparenti…

Trovo molto grave che ci sia stato bisogno di un’interrogazione parlamentare del gruppo Pd alla Camera per ricevere i dati sul volume giocato nello scorso anno: 157 miliardi, una cifra impressionante. I dati sul gioco devono essere messi a disposizione tempestivamente dal Governo e non aspettare le interrogazioni parlamentari.

Nella foto: Cristina Tajani (LaPresse)

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