Sport sociale

Philadelphia Junior Cup, la protagonista del Festival della Serie A

Si è concluso a Parma, nell'evento organizzato dalla Lega Serie A, il progetto del Csi, il torneo a calcio a sette che coinvolge ragazzi e ragazze under 14 degli oratori italiani, a cui hanno partecipato alcuni giocatori delle più grandi squadre italiane. Il calcio, così, è diventato un'occasione per imparare a stare insieme, combattere pregiudizi e discriminazione e dire no al razzismo.

di Laura Politi

Due ragazzini in tenuta da calcio, sullo sfondo una rete e una palla, dietro si intravede un cartello con scritto philadelphia junior cup

Si è chiuso ufficialmente a Parma il sipario sulla Philadelphia Junior Cup | Keep Racism Out, il torneo nazionale giovanile di calcio a sette che coinvolge ragazzi e ragazze under 14 degli oratori italiani. A prendere parte al progetto sportivo-educativo sono in particolare i team provenienti dalle città che hanno squadre militanti nel massimo campionato di calcio italiano, quello della Serie A Enilive.

Nel secondo fine settimana di giugno, la Philadelphia Junior Cup è stata al centro di uno dei convegni che hanno animato il Festival della Serie A svoltosi appunto a Parma, la manifestazione organizzata da Lega Serie A in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Parma. Nella città ducale, dal 6 all’8 giugno, sono stati numerosi i panel e gli interventi dedicati al mondo del calcio, e tra questi quello intitolato “Philadelphia Junior Cup: dove il calcio è amicizia, impatto e valore sociale”, dedicato al progetto che unisce dal 2013 Lega Serie A e Centro Sportivo Italiano. Quest’anno, in occasione della dodicesima edizione, un nuovo compagno di squadra è entrato a far parte del team come Title Sponsor della competizione, in linea con i valori che da più di un decennio il progetto si impegna a veicolare: si tratta di Philadelphia, iconico marchio del Gruppo Mondelēz International, che ha sposato gli obiettivi del progetto e rafforzato il messaggio di inclusione e amicizia che fa da filo conduttore dell’iniziativa.

Per il secondo anno consecutivo, il Csi è stato quindi ospite della tre-giorni parmense, approfondendo il progetto che unisce lo sport di base, il calcio delle parrocchie e degli oratori, al mondo professionistico, raccontando il dietro le quinte e il significato di un progetto che va oltre i campi di gioco, con l’obiettivo di costruire una società più inclusiva.

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Philadelphia Junior Cup: un’occasione di inclusione

Nella cornice della Galleria San Ludovico, denominata Sala Coppa Italia, il Presidente nazionale del Csi, Vittorio Bosio, ha sottolineato il legame, divenuto negli anni sempre più solido, sia tra i promotori della Philadelphia Junior Cup che con i Club di A, il rapporto tra base e vertice, evidenziando come il progetto abbia costituito negli anni un’occasione di incontro, di amicizia e di trasmissione di valori. Tra questi, quello appunto dell’inclusione, evidente sin dal nome del progetto, che sposa la campagna antidiscriminatoria “Keep Racism Out”, promossa da Lega Serie A insieme all’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Proprio su questo messaggio di inclusione si è soffermato Luigi De Siervo, Amministratore Delegato di Lega Serie A, parlando ai vincitori della competizione di quest’anno presenti tra il pubblico, i giovani calciatori dell’Oratorio Don Guanella, indicandoli come testimonial e ambassador del messaggio di inclusione alla base del progetto. A questo si unisce la volontà di promuovere il calcio come veicolo di amicizia e aggregazione sociale, come sottolineato nel videomessaggio di Francesco Meroni, Marketing Director del Gruppo Mondelēz International in Italia, e come reso evidente anche dallo slogan – “Il calcio è amicizia” – presente sulle maglie che hanno accompagnato i mesi del progetto. Sul palco, gestito e moderato dalla giornalista di Sky Sport Federica Lodi, anche don Luca Meacci, Assistente Ecclesiastico nazionale del Csi, che ha approfondito il legame tra il Csi e il mondo degli oratori. Sul palco anche Lorenzo Dallari, Direttore Editoriale e Social Media di Lega Serie A e Direttore del Festival, il campione Roberto Donadoni, Alberto Barachini, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, e il saluto dell’Assessore del Comune di Parma Marco Bosi. E poi ancora ricerche ed analisi con Livio Gigliuto, Presidente dell’Istituto Piepoli, che ha indagato il rapporto tra Generazione Alpha e calcio, e Carmelo Carbotti, Responsabile Marketing Strategico e Ufficio Studi di Banca Ifis, per un approfondimento sull’impatto sociale dello sport.

I numeri e i dati del progetto

Proprio la Philadelphia Junior Cup è emblematica del ruolo che può avere lo sport nel veicolare messaggi positivi. Quest’anno, per la dodicesima edizione, sono stati coinvolti più di 5.000 ragazzi e ragazze, con la partecipazione di oltre 400 oratori e 1.800 partite disputate. Cuore del progetto sono due percorsi distinti ma complementari, quello sportivo – che si articola in fasi provinciali, regionali ed interregionali, fino ad arrivare alla finale nazionale – e quello formativo-educativo, portato avanti grazie alla collaborazione dei Club di A. Nel corso dei mesi del progetto, infatti, tutti i Club del massimo campionato hanno accolto i ragazzi della Philadelphia Junior Cup all’interno delle loro sedi, degli stadi, dei centri di allenamento, con un obiettivo comune: quello di fare squadra per promuovere l’inclusione. Raccontando la propria esperienza, calciatori e calciatrici professionisti hanno invitato i ragazzi a far sentire forte il proprio no contro il razzismo.

Gli incontri formativi rappresentano il cuore pulsante del progetto, in cui ragazzi e ragazze entrano in contatto con i dietro le quinte del professionismo e conoscono i grandi campioni, in una sinergia e una collaborazione dimostrate anche dalla frequente presenza dei settori giovanili dei Club ospitanti. Sentir parlare di inclusione, amicizia e rispetto per bocca dei propri beniamini riesce ad amplificare la potenza del messaggio che si vuole trasmettere. Insieme ai campioni della Serie A Enilive, gli interventi di psicologi, educatori e formatori aiutano i ragazzi e le ragazze ad approfondire i temi del progetto, dal rispetto dell’altro all’importanza del gioco di squadra, gettando le basi per una società più inclusiva. Dopo il calcio d’inizio del progetto, dato nell’Oratorio Assisi di Milano, sono stati 40 gli appuntamenti realizzati con i Club di A, dagli incontri di sensibilizzazione ai walk about e ai match disputati nei pre-gara della Serie A Enilive. In tutti gli stadi – alcuni sono stati appunto anche sede degli incontri formativi – i ragazzi sono stati accolti per vivere esperienze costruite apposta per loro. Alcuni hanno potuto scoprire i dietro le quinte degli impianti, con un tour guidato tra spogliatoi e sale stampa, mentre altri hanno potuto assistere a pochi metri di distanza al riscaldamento pre-partita oppure accogliere i calciatori al loro arrivo allo stadio, tra selfie, sorrisi e autografi, o ancora scendere in campo indossando la divisa “Keep Racism Out” nei pre-gara dei match della Serie A Enilive. Nella squadra dei campioni incontrati dai giovani del Csi han giocato Juan Jesus e Pasquale Mazzocchi del Napoli, portieroni del calibro dello juventino Di Gregorio e del laziale Provedel, i difensori Masina del Toro e Pongračić della Fiorentina, e l’attaccante Caleb Ekuban del Genoa. Tutti i Club nel corso del 2025 hanno contribuito a rafforzare il legame tra sport di base e calcio di vertice con grandissima semplicità e disponibilità.

L’ultimo atto della Philadelphia Junior Cup, celebrata come anticipato al Festival di Parma, si è svolto a Roma nel mese di maggio, quando le otto squadre finaliste del progetto si sono riunite al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti”. Qui, grazie agli interventi di promotori del progetto, psicologi, gli Ambassador di Lega Serie A Vincent Candela e Roberto Donadoni, gli oltre 100 giovani finalisti hanno preso parte all’ultimo incontro formativo nonché presentazione dell’atto conclusivo della Philadelphia Junior Cup. Sempre ospiti al “Giulio Onesti”, sui campi di gioco, i giovani calciatori hanno dato il massimo per guadagnare un posto per giocare sul terreno dell’Olimpico, dove si è giocata la finale, che ha scaldato il pubblico prima di quella di Coppa Italia Frecciarossa. I ragazzi dell’Oratorio Don Guanella e dell’Oratorio Verdellino hanno infatti visto il proprio match proiettato sui maxischermi dello Stadio Olimpico capitolino prima di Milan-Bologna, mentre disputavano la finale che ha incoronato campioni della dodicesima edizione della Philadelphia Junior Cup i ragazzi di Napoli, con il risultato finale di 2 a 0 per i partenopei del Don Guanella

Foto fornite dall’Ufficio stampa del Csi

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