Famiglia

35enni fatevi in là: il futuro siamo noi

Dalla Lega al Prc, la voglia di fare è tanta, anche se gli spazi sono occupati dai “fratelli maggiori”. E dall’associazionismo... Francesco Melozzi

di Redazione

Perché un giovane dovrebbe scendere in campo? Cosa si aspetta dalla politica? Vita ha provato a girare l?interrogativo ai diretti interessati. A rispondere sono quindi intervenuti i rappresentanti dei movimenti giovanili collegati alle principali sigle della politica italiana: Stefano Fancelli (Sinistra giovanile, Ds), 32 anni; Giorgia Meloni (Azione Giovani, An) 27 anni; Simone Baldelli (Forza Italia giovani) 30 anni; Paolo Grimoldi (Movimento giovani padani, Lega Nord), Michele De Palma (Giovani comunisti, Rifondazione comunista), Domenico Barbuto (Giovani Udc), 25 anni; Pina Picerno (La Margherita) e Rafi Korn (Giovani Verdi).
Una raffica di idee, attese e speranze che inevitabilmente (in gioco ci sono 14 milioni di voti, tanti quanti gli italiani con un?età compresa fra i 18 e i 35 anni), risulteranno decisive in vista di una stagione elettorale che si chiuderà solo con le politiche del 2006.

In tanti si riempono la bocca con la parola politica. Ma cosa significa per voi fare politica?
Stefano Fancelli (Sinistra giovanile):
La partecipazione di questi anni è più trasversale rispetto ai movimenti originati dal 68, anche perché numericamente ci sono meno giovani. Oggi però c?è più progettualità. Il consumo critico, il volontariato, le associazioni di studenti e di cittadini. La politica omnicomprensiva degli anni 70 ha ormai fatto il suo tempo. E sinceramente non la rimpiango.
Giorgia Meloni (Azione giovani): Concordo: è tutta la partecipazione a essere in crescita. Nel nostro caso si è consolidata una realtà romana che può fare da traino al resto della nazione. Ormai siamo capaci di ?produrre? politica. Soprattutto nei piccoli centri italiani c?è un risveglio dell?interesse verso la memoria storica, che per noi è fondamentale, ma è una crescita esponenziale dell?interesse giovanile. Vedrete fra qualche anno…
Simone Baldelli (Forza Italia giovani): Io invece ritengo che la distanza tra le nuove generazioni e la politica sia ancora da colmare. E la colpa è del Palazzo. Da un lato si paga il prezzo della violenza politica degli anni 70, dall?altro il riflesso antipolitico figlio di Tangentopoli e della partitocrazia. Occorre seppellire definitivamente il ?politichese? , dietro al quale solitamente si nasconde non molto di buono.
Pina Picerno (Margherita): Ma no, il Palazzo c?entra poco. La generazione dell?impegno politico nel 68 aveva tanti ideali ma ha sbagliato, non tanto per non averli conseguiti ma per non avere continuato a perseguirli nel tempo. Ora vedo molti ideali di allora rispecchiarsi nell?associazionismo, nel volontariato, e lo vedo in maniera crescente oltre che trasversale.
Michele De Palma (Giovani comunisti): Il movimento dei movimenti ha cambiato il linguaggio della politica, non dimentichiamolo. È nata allora una nuova generazione con la quale tutti devono fare i conti. I temi della precarietà e dell?ambiente in cui viviamo tornano ad essere al centro di una politica della ?sostanza?, oltre ogni politicismo. Nel nostro ultimo congresso a Genova (settembre 2004), abbiamo coniato la figura del mediattivista, ovvero l?attivista che partecipa alla politica.
Domenico Barbuto (Giovani Udc): La mia analisi è differente: l?interesse alla politica secondo me c?è sempre stato, più che un calo diffuso negli ultimi anni è mancata la militanza. Soprattutto a causa del sistema maggioritario.

Giovanissimi (18-25 anni) contro giovani adulti attorno ai 35: secondo voi, per chi conta di più la politica?
Fancelli (Sinistra giovanile):
Essere ?giovane? a 35 anni è una patologia sociale. I giovani devono avere già a 20 anni una vera libertà di scelta. Flessibilità è rigidità? Quante volte una ragazza vicina ai 30 si sentirà chiedere in un colloquio di lavoro se ha intenzione di avere figli, quasi minacciata, come se questo comportasse un pregiudizio negativo? Questo è immorale.
Baldelli (Forza Italia giovani): Sarei meno categorico. I più sensibili alla politica sono i giovani adulti, quelli che hanno dai 25 ai 35 anni, perché hanno occasione di rendersi conto dell?impatto diretto delle scelte politiche sulla loro vita, ad esempio nella loro busta paga. La fascia più giovane, quella dai 18 ai 25, mantiene un approccio più idealista, a volte nella seduzione delle mode o nelle sirene degli estremismi. Spesso poi la politica a livello studentesco scimmiotta vecchi slogan del passato.
Paolo Grimoldi (Giovani padani): La Lega è un partito giovane, l?età dei segretari provinciali e regionali è sotto i 30. Credo che l?età della maturità politica comunque si raggiunga meglio dai 22-25 anni in su: sappiamo tutti che a 18 anni molte volte ci si ?accende? politicamente un po? per propria passione, un po? per moda, un po? per sentito dire, e un po? per seguire il gruppo.
Rafi Korn (Giovani verdi): Ogni tanto mi occupo di accogliere i ragazzi che vogliono entrare nei Verdi. Mi dicono: «Per me entrare in politica è un?esigenza, una risposta a un bisogno personale. Non posso continuare a vedere come l?attuale società non dia la giusta importanza alle parole rispetto (delle persone, dell? ambiente, dell?ecosistema) e diversità. Ma non posso più continuare a lamentarmi se poi sono il primo a non fare nulla e lasciare fare agli altri». E me lo dicono sia a 20, sia a 35 anni.

Quali sono i temi giovanili che vorreste fossero presi in considerazione dai vincitori di queste elezioni regionali e poi alle prossime elezioni politiche?
Grimoldi (Giovani padani):
Nel corso di questo 2005 il nostro primo impegno sarà svolgere una sensibilizzazione dei giovani verso un eventuale referendum sull?entrata della Turchia in Europa. Di conseguenza affronteremo il problema dell?occupazione giovanile. Le grandi e medie imprese stanno spostando la propria produzione all?estero per reggere la concorrenza.
De Palma (Giovani comunisti): La nostra prima esigenza è rafforzare il fronte del del no alla guerra. È vero che questo tema non è direttamente connesso alle competenze regionali, ma è vero anche che le azioni di cooperazione internazionale che le Regioni attivano possono essere buone pratiche di pace.
Barbuto (Giovani Udc): In cima alla mia lista delle priorità metto la formazione di una nuova classe dirigente. Negli anni passati si è lavorato di più per questo obiettivo, e di conseguenza il turn over era più semplice, anche in politica. Oggi invece vedo un panorama troppo ingessato. Dobbiamo creare spazi per i giovani.

DS – Sinistra Giovanile
Presidente nazionale:
Stefano Fancelli, 32 anni.
Attività: La Sinistra Giovanile dichiara 46mila iscritti, la metà ragazze. Le attività puntano sul diritto allo studio e alla didattica partecipata. Sono annuali le iniziative per denunciare la precarietà e il lavoro atipico, accanto ai sindacati. Vengono svolte iniziative di denuncia come l?opposizione alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, seminari di educazione alla legalità nelle periferie urbane ed extraurbane. Feste, campeggi di formazione politica (ogni anno 1.500 partecipanti) nel Nord e nel Sud Italia, concerti.

AN – Azione Giovani
Presidente nazionale:
Giorgia Meloni, 27 anni.
Attività: Gli iscritti dichiarati sono poco più di 60mila. Le attività sono molteplici, soprattutto nei territori periferici delle grandi città: concerti, convegni, incontri, manifestazioni, momenti comunitari, ricorrenze («a cui teniamo moltissimo, la storia del delitto di Primavalle, tirata fuori dopo più di trent?anni, ha interessato molto i giovani del Paese, non solo quelli di destra», sottolinea la segretaria Giorgia Meloni), trasmissioni televisive.

Forza Italia Giovani
Coordinatore nazionale:
Sandro Baldelli, 30 anni.
Attività: Gli iscritti dichiarati sono 50mila. Le attività principali sono: incontri e dibattiti locali; attività di militanza (banchetti e volantinaggi); attività di volontariato, feste, aperitivi, viaggi di formazione, un seminario nazionale annuale di formazione, l?attività internazionale nei movimenti giovanili del Ppe. Nel 2004 ci sono state campagne sui temi: leva, lavoro, pensioni, e una rappresentazione teatrale del Libro nero del Comunismo.

Giovani UDC
Segretario nazionale:
Domenico Barbuto, 24 anni.
Attività: Dichiarano 33mila iscritti, un terzo di tutto il partito. Il 45% sono donne. Giò, la Festa dei Giovani Udc, è l?attività più importante. L?edizione 2004 si è tenuta a maggio, mentre il congresso nazionale Udc, del settembre 2004, ha visto un intervento di Barbuto a favore del Servizio civile nazionale. UniCentro è la sezione universitaria dell?Udc, attiva a livello nazionale. Nel 2005 saranno creati corsi di formazione politica.

Lega Nord-Movimento Giovani Padani
Segretario nazionale:
Paolo Grimoldi
Attività: Il Movimento giovani padani, tra militanti e sostenitori, dichiara 34.400 iscritti. Per quanto riguarda le attività, se ne occupa in buona parte il Movimento universitario, soprattutto al Nord. Vengono svolte attività di studio su ambiente, economia, diritto, cultura, federalismo, globalizzazione, lingue, immigrazione, storia, sport e sociale.

La Margherita
Coordinamento nazionale:
Andrea Caso, 20 anni e Caterina Ferri, 20 anni.
Attività: Il movimento giovanile della Margherita è ancora in fase di costituzione. Per ora ci sono un coordinamento e un comitato provvisorio di 54 ragazzi/e da tutte le regioni, un regolamento interno e una costituente. Le attività operative cominceranno nella seconda metà del 2005.

Giovani Verdi
Portavoce nazionale:
Rafi Korn
Attività: Gli iscritti dichiarati ai Giovani verdi ?under 30? sono 8mila e ?under 26? 5.600. I Verdi sono un partito giovane e ci sono perciò molti/e ragazzi/e che a 20-25 anni sono assessori o consiglieri. I Giovani verdi sono per lo più costituiti da iscritti tra i 14 e i 30 anni, in particolar modo studenti o ragazzi/e alle prime esperienze lavorative.

Rifondazione Comunista -Giovani Comunisti
Segretario nazionale:
Sergio Boccadutri
Attività: Gli iscritti dichiarati ai Giovani comunisti sono 14.312. Chi ha la tessera dei Gc è anche iscritto al Prc. Nell?organizzazione sono i giovanissimi a impegnarsi nelle attività: l’assemblea nazionale Gc, un campeggio nazionale nel Cilento e la partecipazione alle manifestazioni nazionali del movimento contro la guerra.

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