Famiglia

Realismo: partire dalla realtà, non dalle ideologie

Un intervento di Ratzinger a commento della Pacem in Terris e a ricordo del cardinale Pietro Pavan, la “penna” di Giovanni XXIII, un discorso davanti alle Acli nel 1999

di Redazione

Tutti sappiamo che la Pacem in terris ha attirato l?attenzione soprattutto sul punto dove il Papa, senza citare esplicitamente del marxismo o dei regimi comunisti, si esprimeva sulle possibilità di una convivenza. Per questo è stata strumentalizzata dalla politica, il che mi ha stimolato ad interessarmi in maniera particolare di questo testo per vedere cosa dicesse veramente. Mentre la leggevo pensavo di intravvedere, assieme alla figura di Papa Giovanni, quella del suo amico e ho scoperto che il punto fondamentale era la distinzione di due realtà.
La prima era l?ideologia dominante: inflessibile, invariabile e, come dice l?Enciclica, «ispirata da una filosofia falsa sull?origine, l?essenza e il destino del mondo e dell?uomo». Si trattava di una constatazione molto precisa; un ?no? a una ideologia falsa, che non interpreta bene l?essenza dell?uomo, del mondo, del suo destino, la sua origine.
Ma il Papa, con il professore Pavan di quel tempo, distingueva da questa ideologia dominante un?altra realtà. Diceva in sostanza che nonostante la dominazione di questa ideologia falsa e inflessibile la realtà apre qualche volta, qua e là, anche altre strade. La realtà costringe a cercare altre vie, secondo una recta ratio, una sana ragione, che corrisponde alle esigenze profonde della persona. Si tratta di realtà che offrono la possibilità di certi contatti e rapporti che devono essere accettati e coltivati in quanto possono essere considerati porte che potrebbero aprire qualche possibilità di coesistenza. Sempre parlando sicut insipiens, tale visione a me sembrava molto importante e molto interessata; dotata di grande chiarezza a livello dottrinale, filosofico e del pensiero fondamentale sull?uomo e sul mondo ma con anche un realismo ispirato da ottimismo. Anzi, direi non semplicemente da ottimismo ma da una fiducia nelle forze sane e nella creatura uomo. La fiducia cioè che nell?uomo vive sempre la ragione e può superare tutti gli impedimenti e le barriere ideologiche.
è la fiducia che nell?uomo l?immagine di Dio non può mai essere totalmente distrutta e la scintilla della luce divina vive nella creatura umana. Questa scintilla può far rivivere la recta ratio, la vera ragione dell?uomo può far rivivere le esigenze della persona umana in uno sviluppo difficile, complicato, lento.
Questa era la fiducia che il peccato non poteva mai distruggere totalmente l?immagine di Dio in noi e che Dio, nonostante tutto il potere della menzogna di altre realtà, ha forza nel mondo e in noi; per questo dobbiamo essere attenti ai piccoli segnali di questa scintilla divina nell?uomo. Mi sembra che la realtà abbia finalmente confermato questa visione. Abbiamo visto che la realtà è più forte delle ideologie e che la recta ratio, la luce di Dio, è una realtà. Quando parliamo di realismo spesso pensiamo soltanto alle cose materiali: ai poteri militari, economici o ad altre cose di questo genere, mentre dimentichiamo che anche questa realtà invisibile, che sembra apparentemente impotente, è invece qualcosa di concreto.
Nel crollo dei governi dell?Est hanno cooperato tanti fattori ma mi sembra che non si possa negare che proprio la scintilla della luce divina nell?uomo sia stata determinante in questo processo. è stata così confermata la visione di quella Enciclica.
Per questo motivo non parlerei più di ?ingenuo ottimismo?, come molti hanno fatto in quel momento nei confronti del Papa e forse anche del professor Pavan. Penso infatti che quella, più che ottimismo, fosse speranza. Purtroppo in quel momento la propaganda politica ha oscurato questa visione, contenuta nel testo. I regimi comunisti lo hanno sfruttato per la loro ideologia e purtroppo anche l?Occidente ha accettato la loro interpretazione, opponendosi all?Enciclica, invece di coglierne la profondità. Questo mi sembra possa dire qualcosa anche a noi. Troppo spesso infatti siamo veloci nel concentrarci su problemi che riguardano il potere politico, economico e militare mentre dimentichiamo le realtà silenziose, poco evidenti, come la scintilla di Dio che è in noi.

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