Mondo
Eccola, la nostra piccola. E in un attimo siamo mamma e pap
Due adulti tremanti e un bambino che deve incominciare un nuovo cammino. Lo faranno insieme, mano nella mano. Di Andrea Giamarino e Mariachiara Rubino
di Redazione
Una porta. Alla fine di un interminabile, tortuoso e altalenante viaggio nel tempo (nei casi più fortunati sono passati un paio d?anni) e nello spazio (magari siete a migliaia di chilometri da casa) arriva il momento in cui tra te e tuo figlio c?è di mezzo solo una porta, ultima barriera fisica che vi separa dalla nuova condizione di genitori. Si aprirà di lì a pochi secondi, o magari minuti: comunque interminabili.
Il gran giorno, che sognavamo da tanto tempo, è arrivato. E rimarrà scolpito per sempre nella nostra testa e nella nostra storia. Il giorno della memoria, il giorno dell?adozione. Il giorno che ha cambiato la nostra vita. In meglio. Dal momento in cui un figlio ipotetico diventa una realtà, cioè un nome, una storia, seppur lacunosa, magari una foto, una gioia incontenibile invade il cuore.
Per quanto frenetici siano gli ultimi giorni da coppia senza figli, tra documenti da preparare, casa da organizzare, ultime faccende, il pensiero resta fisso là, a quel nome e quel volto che non vedi l?ora di abbracciare. Conti i giorni, le ore, i minuti che ti separano dall?incontro più potente della tua vita. E nel frattempo immagini. E sogni a occhi aperti: il momento in cui si siederà per la prima volta sulle tue ginocchia, il suo primo abbraccio, l?istante in cui sorridendoti ti farà toccare il cielo con un dito. Non correre, papà. Non correre, mamma. Tempo al tempo.
Dubbi dell?ultimo minuto
Eccoci, finalmente. Varcando la soglia dell?orfanotrofio, o della casa famiglia, o dell?ospedale in cui stai andando a conoscere tuo figlio, l?emozione ti stordisce. Per l?ultima volta ripassi mentalmente il film del vostro primo incontro, così come te lo sei immaginato.
Una serie di dubbi ti assalgono. Lo abbraccerai? Gli darai subito uno splendido regalo? Te lo metterai sulle ginocchia? Dubbi da mamme: saranno loro ad abbracciarlo per primo, mentre il papà, cercando di dissimulare l?emozione, con mano tremolante si impegnerà a riprendere quest?incontro storico. E il bimbo o la bimba, come reagirà? Sarà radioso come mamma e papà? O non piuttosto spaventato, o forse un po? intimorito e frastornato? O magari diffidente? Dopotutto, è lecito che lo sia: sta per incontrare due persone che non ha mai visto prima, probabilmente non sa nemmeno cosa siano una mamma e un papà.
Eccola, nostra figlia
L?ultima porta si sta aprendo, l?ultima barriera sta cadendo. Il cuore batte a mille all?ora. Compare nostra figlia.
O forse sarebbe meglio dire appare. Per un attimo restiamo straniti: l?emozione è troppo forte. Poi ci avviciniamo, con un po? di titubanza, quasi come si faticasse a rendersi conto che è tutto vero, che finalmente davanti a noi c?è la nostra bambina. Non è più quello che immaginavamo, adesso è vera: più piccola, più magra, più chiara, più chissà cos?altro rispetto ai sogni. Ma è nostra figlia.
è un attimo. Poi prevale la gioia. E l?istinto. Arrivano gli abbracci e le lacrime. Il bambino, magari, qualche volta lì per lì non capisce. Non importa. L?amore dei suoi nuovi genitori lo conquisterà. Non vorremmo staccarci più da lei. Possibile che non gradisca? Tanto affetto così non l?ha forse mai ricevuto in tutta la sua vita messa insieme. Tempo al tempo, pazienza, calma.
E allora via con i primi approcci, magari mediati da un gioco, da poche parole, che escono dalla gola in un improbabile falsetto, da sorrisi accoglienti e un po? ebeti (l?emozione fa brutti scherzi).
Che genitori imbranati! E per di più questi ?neofigli? qualche volta danno risposte contraddittorie: guardano incuriositi, si ritraggono spaventati, fanno finta di niente, magari piangono anche.
Calma, mamma e papà!
E così arriva, veloce come un fulmine, il momento dei primi dubbi. Forse sto sbagliando qualcosa. Magari non riuscirà a volermi bene. Che genitori impazienti! D?accordo, ci cercavamo da una vita. Noi un figlio, lui una mamma e un papà. Tutto vero. Ma ci siamo appena incontrati. Non è affatto detto che sia un colpo di fulmine. E poi perché un bimbo dovrebbe innamorarsi a prima vista di due che, paralizzati come sono dall?emozione, sembrano quasi dei buoni a nulla?
Meglio lasciar perdere la testa, i suoi dubbi, le sue paure. E affidarsi invece al cuore, che sarà capace di conquistare quello di vostro figlio. Forse dovrà sciogliere le sue diffidenze, le sue ritrosie, i suoi timori o terrori legati a un passato di certo non felice. Magari ci vorrà del tempo. Ma sarà lui, un bel giorno, a farvi fare la grande scoperta: due parole che avete sempre sentito e mille volte pronunciato, nella sua bocca usciranno come melodia pura. Mamma. Papà.
Sopraffatti dalle emozioni
Lei vista da lui.
Emozionata, impacciata, stupenda
Bella e radiosa come il giorno in cui è diventata mamma, non l?avevo vista forse nemmeno il giorno del matrimonio. Dove comunque non scherzava affatto. E non si trattava di una mia immaginazione: la cosa era talmente evidente, che non sfuggiva a nessuno. Se era emozionata, non sono in grado di dirlo. Lo ero così tanto io, da far fatica a capire cosa mi succedesse intorno. Tanto che sono riuscito a far cadere per terra la macchina fotografica e a non riuscire a fare nemmeno un fotogramma di filmino, pur con una telecamera a prova di stupido (non ho nemmeno trovato il tasto Rec!).
Il suo primo approccio è stato buffo, quasi impacciato: nonostante avesse maneggiato per anni nipoti e figli di amici con grande disinvoltura, sembrava aver dimenticato tutto. Ma la goffaggine dei gesti è stata sopraffatta dal calore del cuore: il suo sorriso era così luminoso che avrebbe conquistato anche un paracarro. Mamme, così come papà, dopotutto si diventa.
Lui visto da lei.
Aveva perso le parole
Mio marito è stato dolcissimo, come l?avevo sempre immaginato. Ed è stato davvero romantico incontrare mano nella mano la nostra figlia dell?anima, tanto desiderata, tanto attesa. L?avevo già incontrata in sogno, come una lucina che ci raggiungeva e diceva di aspettarla, di avere fiducia, che stava arrivando. Ma lui, che non ricorda mai i sogni, l?aveva sognata tanto tempo prima, con tanto di indicazione sul giorno d?arrivo! Quando l?ho vista l?avrei leccata dietro le orecchie, come una gatta coi suoi piccoli. Non ho avuto il minimo dubbio: è lei, è proprio lei, mi sono detta.
Mio marito è stato così sopraffatto dall?emozione che non riusciva più a parlare, a dire frasi intere, era addirittura corrucciato – cosa che non è mai – dallo sforzo di credere a quello che vedeva e di trasformarsi in papà! La guardava stupito. Nostra figlia, forse colpita da tanto amore, dormiva profondamente. Adesso è felice. Serena. E anche noi. Che miracolo!
Consigli in pillole
? Preparatevi a ?immortalare? il vostro primo incontro: se non avete mai usato quella macchina fotografica o quella telecamera, fate un po? di prove generali. Altrimenti, come è capitato a noi con la cinepresa, sul più bello vi scoprirete incapaci di farla funzionare. Brutti scherzi fa l?emozione!
? Anche se il luogo dove si trova vostro figlio non è granché attraente, rappresenta le sue radici. Custodite gelosamente quei pochi oggetti, il giocattolo da cui non sembra volersi staccare. Lo accompagneranno verso la nuova vita e, più avanti, gli serviranno per dare forma ai suoi ricordi.
? I ricordi portano alla mamma di pancia, che lo ha amato così tanto da dargli la vita, nonostante sapesse di non poterlo tenere. Non lo ha abbandonato in un cassonetto, lo ha donato a voi per dargli una vita migliore. Sono cose ?difficili? ma importantissime: noi abbiamo scritto una favola per raccontare a nostra figlia la sua storia e aiutarla a integrarla pian piano.
? Dategli lo spazio e il tempo per abituarsi ai suoi nuovi genitori. Per lui sarete un?àncora di salvezza, ma prima ancora rappresentate una rivoluzione totale della sua vita. Nuove persone, nuove regole, nuova casa, nuovo letto, nuovo cibo, nuovo tutto. Mica facile, no?
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