Cultura

Kundera, il romanzo ripensa la vita

Il sipario, di Milan Kundera, Adelphi, pp. 183, euro 15 (di Andrea Leone).

di Redazione

Celebre per romanzi cult come L?insostenibile leggerezza dell?essere, Milan Kundera è anche autore di una notevole attività saggistica. Il sipario, il suo ultimo libro, è un avvincente viaggio attraverso la storia dell?arte degli ultimi secoli. Il settantaseienne scrittore boemo si sofferma soprattutto sul genere del romanzo: una menzogna totale che sola può arrivare alla verità. Un complesso, potente e mobile sistema di conoscenza capace di giungere all?essenza dell?uomo e del suo destino, un genere in cui l?Europa – un continente ricco di cultura perché così ricco di diversità in uno spazio ristretto – si è rispecchiata per secoli. Il romanzo è l?unica postazione dalla quale è possibile interpretare l?esistenza, l?ultima visione totalizzante rimasta in un mondo che prevede la polverizzazione dell?esperienza e del senso.
Kundera saggista non nasconde i propri pensieri dietro un linguaggio accademico, ha il dono di parlare delle cose più complesse con la semplicità di chi ha le idee molto chiare: Il sipario è un lungo discorso dai toni ora tragici ora divertenti, dove gli aneddoti personali e una costante vena ironica non indeboliscono la visione rigorosa dell?arte e della letteratura. Kundera analizza l?evoluzione del romanzo dal Don Chisciotte alle opere di Kafka, sottolineandone i cambiamenti di prospettiva.
Per Kundera le opere immortali della letteratura si chiamano attraverso i secoli e i continenti e appartengono tutte alla stessa mente creatrice. Nella sua visione transnazionale dell?arte, in cui scrittori di secoli e continenti differenti arrivano alla stessa identica interpretazione del mondo o alla stessa intuizione, il romanzo dell?Europa centrale è geneticamente affine a quello sudamericano.
Il concetto chiave che domina tutto il libro è quello di storia. Kundera individua nel Medioevo l?inizio della separazione tra storia e storia della letteratura; l?arte, fino ad allora specchio della società, diventa adulta e cessa di ripetere modelli consolidati e prestabiliti, lo scrittore diventa il creatore del mondo e segue come unica regola quella della conoscenza, abbandonando qualsiasi compito pedagogico e illustrativo, e affidando la propria vita a un progetto estetico capace di ripensarla totalmente.
La storia è una anonima marcia della distruzione, la cui legge è la ripetizione insensata; il romanziere oppone l?idea di originalità e irripetibilità, guardando all?individuo come a un valore assoluto e all? esistenza come a un enigma.

Andrea Leone

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