Persone
La vita e l’impegno di Nino Santomartino per una comunicazione responsabile, comprensibile e condivisa
Ci ha lasciati questa mattina all’età di 58 anni il vicepresidente della Focsiv e di Aoi. È stato un uomo e un professionista appassionato e competente che ha dato un importante contributo alla crescita del Terzo settore. Il nostro ricordo

Questa mattina è mancato all’età di 58 anni Nino Santomartino. Era da tempo malato. Comunicatore e promotore culturale, originario di Castellamare di Stabia è stato componente dell’assemblea nazionale del Forum, vicepresidente della Focsiv e di Aoi, l’Associazione delle ong italiane. È stato socio e direttore creativo di Idea Comunicazione srl dove si occupava di corporate identity e campagne di comunicazione per gli enti del Terzo settore. Con Marco Binotto ha curato il “Manuale dell’identità visiva per le organizzazioni non profit”.
Sono state numerose le occasioni in cui le strade di Nino e quelle di VITA si sono incrociate. La comunicazione sociale è stata la sua grande passione professionale, ma anche una sfida culturale e sociale. Ricordo il suo importantissimo lavoro contro la retorica dei volontari, raccontati come angeli. Una “battaglia” che abbiamo convintamente condiviso. «L’angelo è qualcosa di troppo altro e troppo lontano, noi raccontiamo un mondo fatto di volontari e di persone impegnate che stanno in questo mondo per cambiarlo e migliorarlo: persone fatte di carne, ossa e pensiero. Paragonarli agli angeli significa allontanarli da noi, mitizzarli e invece tutti possiamo essere volontari», questo erano i nostri ragionamenti che ritrovo oggi in vecchie mail e messaggi telefonici. Nino aveva ragione e ci era arrivato fra i primi. Ne nacque una campagna #nonsonoangeli che presentammo insieme a Firenze esattamente dieci anni fa. Fu un piccolo/grande caso di successo.

Tre anni dopo su questo sito, erano i mesi successivi alla retorica avvelenata dei taxi del mare, pubblicò un articolo (“Ong, contro la sfiducia occorre cambiare il modo di comunicare”) in cui fissava alcuni punti fermi sulla comunicazione sociale, validissimi ancora oggi. Rileggiamone alcuni passaggi:
«…Questa “politica di comunicazione” è anche l’unica possibile prevenzione all’insorgere di crisi mediatiche nella vita di un’organizzazione ed è sicuramente il miglior modo possibile per fronteggiarle. Per fare ciò le organizzazioni devono promuovere una comunicazione che sia responsabile, etica appunto, comprensibile e condivisa.
Responsabile: una comunicazione etica, che eviti stereotipi e semplificazioni e che metta al centro la dignità della persona. Una comunicazione trasparente, che “dia conto” (accountability) ai propri stakeholder. Una comunicazione onesta e corretta come elemento principale per la costruzione e il consolidamento della reputazione di un’organizzazione e del rapporto di fiducia che deve esistere tra questa e i cittadini.
Comprensibile, nel senso di una comunicazione “che si può comprendere, capire”; che sappia spiegare bene le proprie ragioni e punti di vista. Comprensibile come intelligibile, “che può essere chiaramente intesa”. La responsabilità di una comunicazione efficace è in capo a chi la promuove. Per essere compresi, pertanto, dobbiamo essere noi a porre le condizioni affinché ciò avvenga. Dobbiamo trasformare “la gente non ci capisce” in “forse non ci siamo spiegati bene”. Ma la semplicità (non la semplificazione) è un punto di arrivo che si raggiunge solo con la dovuta preparazione. Un motivo in più per affrontare questo percorso quanto prima.
Condivisa, nel senso di “fare insieme”, di condivisioni di esperienze, di proficue contaminazioni. Una comunicazione che sia frutto di percorsi, prassi, saperi condivisi, perché la comunicazione non è un lavoro per solitari. Una condivisione che va sviluppata ancora di più tra le stesse organizzazioni della società civile, e promossa con determinazione tra queste e le Istituzioni, tra tutto il sistema della cooperazione italiana e il mondo dei media, della comunicazione e della raccolta fondi».
È stato bello e proficuo incontrare e conoscere la passione e la competenza di Nino. Passione e competenza che hanno dato un importante contributo alla crescita del Terzo settore nel nostro Paese.
Alla moglie Rossella, alla figlia Francesca, alla sua amata mamma e alla sorella va il mio abbraccio e quello di tutte le persone di VITA.
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