Anteprima magazine

“5 per mille, ma per davvero”: la campagna della società civile per eliminare il tetto

Sono ormai 18 milioni i cittadini contribuenti che aderiscono al 5 per mille. Una soglia mai raggiunta prima. In tutto hanno destinato (5 per mille 2024, redditi 2023) 603,9 milioni di euro, 79 dei quali però non saranno a disposizione degli enti beneficiari a causa del tetto previsto del Governo. Un limite da cancellare. L’appello della società civile a Governo e Parlamento

di Redazione

È in distribuzione il numero di luglio/agosto di VITA magazine. Un numero che lancia una campagna di mobilitazione promossa dalla nostra testata e da 59 importanti organizzazioni della società civile (ma le adesioni sono destinate ad aumentare nei prossimi giorni) per chiedere a Governo e Parlamento di cancellare il tetto al 5 per mille. 

Scrive il direttore Stefano Arduini nel pezzo (“Le ragioni di una mobilitazione condivisa e costruttiva”) che apre il primo capitolo (“Difendiamo insieme il 5 per mille”): oggi «nasce una mobilitazione collettiva che abbiamo chiamato “5 per mille, ma per davvero”. Una campagna che non è contro qualcuno, ma, come scriviamo nell’appello, “mira a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune fra le istituzioni, la politica, il Terzo settore e i singoli cittadini. Il Parlamento e il Governo hanno oggi l’opportunità di rafforzare questa alleanza, facendo una scelta semplice, giusta e condivisa”. Liberiamo il 5 per mille dal tetto, facciamolo insieme».

Sono infatti ormai 18 milioni i cittadini contribuenti che aderiscono al 5 per mille. Una soglia mai raggiunta prima. In tutto hanno destinato (5 per mille 2024, redditi 2023) 603,9 milioni di euro, 79 dei quali però non saranno a disposizione degli enti beneficiari a causa del tetto previsto del Governo. Un limite da cancellare perché riduce il 5 per mille a un 4,3 per mille, tradendo lo spirito della legge e gli impegni verso le organizzazioni sociali, le persone fragili beneficiarie dei progetti e la volontà dei cittadini/contribuenti.

Oltre al testo dell’appello e l’elenco dei promotori in questo primo capitolo trovate i contributi dell’economista Stefano Zamagni (“Il tetto? Errore etico, politico ed economico”), del presidente della Fondazione la Sussidiarietà Giorgio Vittadini (“Il 5 per mille? Garanzia di un welfare di qualità”), del giornalista e presidente di Vidas Ferruccio De Bortoli (“Lo Stato onori il patto fiscale coi suoi cittadini”), del tributarista dell’università Cattolica Marco Allena (“Via il tetto? Nessun rischio per il bilancio”), della portavoce del Forum del Terzo settore Vanessa Pallucchi (“Lo Stato dica come spenderà l’extra tetto”) e della viceministra al Welfare con delega al Terzo settore Maria Teresa Bellucci (“Governo pronto a valutare modifiche al tetto”). 

Nel secondo capitolo (“Il popolo del 5 per mille”), Chiara Ludovisi ci racconta come questa misura di sussidiarietà fiscale stia sempre di più conquistando il cuore dei contribuenti. Tante le voci raccolte: Luigi Bobba, Elena Zanella, Nicola Bedogni, Paolo Anselmi, Valeria Reda, Simone Zucca, Elena Demarziani, Francesco Capogrossi Guarna, Mario Consorti, Martina Bacigalupi e Mauro Magatti. Con gli interventi di due storici amici del Terzo settore: Renzo Arbore e Lella Costa. Il capitolo si chiude con la presentazione di un’indagine che VITA ha commissionato a Swg sul grado di conoscenza e apprezzamento del 5 per mille da parte degli italiani: il 60% dei quali è convinto che il tetto andrebbe tolto (una percentuale molto maggiore rispetto a quanti firmano per il 5 mille, ancora meno del 50% dei contribuenti). 

Sara De Carli ha curato il terzo capitolo che abbiamo titolato: “Tutto il bello del 5 per mille”. Trenta storie emblematiche in cui raccontiamo come sono stati utilizzati gli 8,735 miliardi di euro che gli italiani dal 2006 ad oggi, con il 5 per mille, hanno destinato a finalità sociali. Se però il 5 per mille diventasse un 4,3 per mille a causa del mantenimento del tetto, cosa non si potrebbe più fare? Nelle pagine del magazine trovate le risposte di alcuni dei leader delle maggiori organizzazioni del Terzo settore e l’intervento della vicepresidente di Labsus, Daniela Ciaffi: “Quattro mosse per trasformare una firma in partecipazione”.

L’editoriale: i desideri che mancano al Terzo settore

Veniamo ora alle altre sezioni della rivista. L’editoriale è firmato dal direttore di Aiccon Paolo Venturi sotto il titolo “Non solo bisogni, il Terzo settore cerchi desideri”. Scrive Venturi: «Ricomporre la frattura fra bisogni e desideri è la condizione per rilanciare la straordinaria ricchezza contenuta nelle motivazioni e nelle azioni di oltre 400mila organizzazioni dell’economia sociale. Una spinta evidente in tutte quelle soluzioni e istituzioni che, dal basso, senza chiedere permesso, agiscono per generare valore pubblico». 

“Pane”, la parola del mese

La prima parte del magazine, Societas, sguardi inediti sulla realtà, propone come ogni mese punti di osservazione che aprono gli occhi e i cuori (almeno questo è quello che proviamo a fare). Nell’indice trovate la lista dei vari contributi, fra cui quello di Rosy Russo, l’anima di Parole Ostili che questo mese ha scelto la parola “Pane”: «…Lo amo in tutte le sue forme, gusti, consistenza. È sostanza. Ma oggi questa parola ha sapori diversi a seconda di dove sei nato. In alcuni luoghi è un diritto, altrove è un privilegio…». 

Le famiglie della filantropia e la casa dell’impresa sociale

Due segnalazioni (le altre le trovate nell’indice), per chiudere, dalla sezione finale del magazine: Communitas, costruttori di relazioniGiampaolo Cerri (qui la sua newsletter settimanale) nell’ambito del progetto Produrre Bene ha curato quattro pagine in cui illustra le strategie e i piani di sviluppo delle due grandi reti filantropiche italiane: Acri e Assifero. Lo fa intervistando i presidenti Giovanni Azzone e Antonio Danieli.   Stefano Arduini ha invece dialogato con Giusi Biaggi, presidente del Consorzio Gino Mattarelli, il maggiore network di imprese sociali italiano a cui VITA dedica uno speciale di quattro pagine in occasione dell’avvio del secondo mandato della presidente.  

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