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Una vita da intruso.Sono gay con un dna da genitore
"Zachary me lo affidarono nel 1988. Negli Usa è possibile anche per un single. La forza di una famiglia per me sta nel rapporto di coppia. E lui ha potuto contarci". (di Chiara Sirna)
di Redazione
Ebreo, omosessuale, padre e compagno di un uomo condannato a morire. Quando adotta il figlio Zachary, nell?88, Brett Shapiro è ancora trentenne e single a New York. Poi incontra Giovanni Forti, allora corrispondente per l?Espresso dall?America. I due si innamorano e si sposano in una sinagoga con rito ebraico, ma il tarlo della malattia sopraggiunge subito a rovinare l?orizzonte della loro unione: Giovanni scopre di essere sieropositivo e in due anni muore. Dalla sofferenza di una relazione sospesa tra l?amore e la morte, Brett recupera l?assopita passione per la scrittura e pubblica un romanzo autobiografico dal titolo emblematico: L?intruso, quel maledetto Aids che gli ha portato via il compagno. E oggi, con un figlio ormai diciassettenne, è convinto «di aver ripreso a vivere per lui».
Vita: Cosa l?ha portata a decidere di adottare un figlio?
Brett Shapiro: La voglia di essere genitore non ha sesso. è un desiderio umano.
Vita: Ha avuto difficoltà ad adottare da gay?
Shapiro: Dopo due anni sono riuscito a trovare un?agenzia disposta ad accogliere la disponibilità di un single maschio, a prescindere dall?orientamento sessuale.
Vita: Ma qualcuno ha mai messo in discussione la sua capacità di essere padre?
Shapiro: Al massimo mi dicevano di non voler trattare con single. Comunque ho sempre evitato di fare battaglie di principio. Il mio scopo non era cambiare le regole o sovvertire gli ordini culturali, ma solo diventare genitore.
Vita: Quando ha incontrato Giovanni Forti aveva già Zach. è stato naturale decidere di formare una famiglia?
Shapiro: Quando l?ho conosciuto Giovanni aveva a sua volta un figlio di dieci anni. La madre l?aveva portato a New York per fare in modo che potessero crescere insieme. Poi però decise di riportarlo a Roma e per lui fu un duro colpo. Il fatto di poter ricominciare con un altro figlio lo fece ricominciare a vivere. E comunque l?essere genitori ha rafforzato il nostro rapporto.
Vita: E la vita in famiglia?
Shapiro: Era normale. Senza ruoli definiti. Ognuno faceva quello che doveva fare quando poteva farlo.
Vita: Zach non ha mai sentito il peso della diversità?
Shapiro: Qualunque microcosmo per un bambino diventa la sua normalità. Basta costruirlo su basi solide, in modo che una volta fuori dalla famiglia sia in grado di affrontare la diversità.
Vita: Ma non ha mai subito alcuna discriminazione?
Shapiro: È cresciuto insieme ai suoi compagni di scuola. E tutti fin da piccoli ci hanno sempre visto uniti. Poi quando crescendo si sono resi conto della diversità, non si è scandalizzato nessuno. Per loro ormai eravamo assolutamente normali.
Vita: Crede che a Zach sia mancata la figura di una madre?
Shapiro: Sicuramente ne ha sentito la mancanza. Ma c?è da dire che ha avuto il pregio di conoscere tante realtà diverse: omosessuali con o senza figli, eterosessuali, separati, divorziati. E l?essersi confrontato con una tale ricchezza di esperienze l?ha portato a capire che la forza di una famiglia sta nel rapporto di coppia. Indipendentemente dal fatto che siano due uomini, due donne o un uomo e una donna.
Vita: Lei ha vissuto tutta la malattia con Giovanni. Cos?è cambiato quando è morto?
Shapiro: Gli sono rimasto sempre accanto. Ci siamo trasferiti a Roma perché ovviamente desiderava stare con il figlio e la famiglia. Poi è morto e mi sono trovato solo in un Paese che non era mio. Ma la serenità e la tranquillità l?ho ritrovate per Zach. Ho anteposto il suo bisogno di avere un padre a ogni altra cosa.
Vita: Sono passati 17 anni dall?adozione. Oggi crede che per un figlio avere una coppia di genitori etero o omosessuali sia uguale?
Shapiro: Credo solo che i gay debbano avere il diritto di adottare se vogliono. Chiaramente c?è chi è in grado di fare il genitore e chi no, come anche tra gli etero. Ma per noi è una scelta più consapevole, perché per affrontarla ci vuole molta più forza.
Vita: L?aver avuto due papà non potrebbe influenzare l?orientamento sessuale di Zach?
Shapiro: No, perché l?omosessualità non è una scelta. è qualcosa che ti porti dentro. E visto che nel 99% dei casi veniamo tutti da famiglie cosiddette ?normali?, mi pare evidente che l?educazione non c?entri.
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