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Venezuela, caso Carriles: gli Usa evadono obblighi legali

Il dissidente cubano è considerato responsabile di un attentato a Castro e dell'esplosione di un areo di linea cubano che nel 1976 provocò 73 morti

di Redazione

Il vicepresidente venezuelano José Vicente Rangel ha accusato gli Stati Uniti di voler evadere i propri obblighi legali non estradando immediatamente il dissidente cubano Luis Posada Carriles, ricercato dalla giustizia venezuelana perché ritenuto responsabile di un attentato terroristico. Ieri Rangel aveva sottolineato che se Carriles, accusato anche dalla magistartura cubana di aver progettato un attentato contro Fidel Castro, dovesse venire estradato dagli Stati Uniti verrebbe processato dalle autorità di Caracas, escludendo quindi ogni ipotesi di consegna del 77enne dissidente al governo dell’Avana. Carriles, nato a Cuba ma cittadino venezuelano, era uscito lo scorso anno dal carcere di Panama in seguito alla grazia concessa dall’allora presidente Miryam Moscoso; il dissidente era stato condannato per la sua partecipazione, nel 2000, ad un complotto per assassinare il Lider Maximo. La magistratura venezuelana lo ritene responsabile dell’attentato che nel 1976 costò la vita ai 73 passeggeri di un aereo di linea cubano, decollato da Caracas ed esploso in volo sul cielo delle Barbados, e ne hanno chiesto l’estradizione a Washington. Le autorità statunitensi, che lo hanno arrestato due giorni fa, hanno però fatto sapere di non avere intenzione di estradare Carriles verso alcun Paese che ne faccia consegna al governo cubano. Di qui la precisazione del governo venezuelano: per Rangel si tratta semplicemente di “un sotterfugio” atto ad evitarne l’estradizione; alcuni documenti governativi americani infatti dimostrano che Carriles fu un agente ed informatore della Cia dagli anni Sessanta fino alla metà del 1976.

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