Appelli
Hiroshima, 80 anni dopo: la pace non si costruisce con le armi nucleari
Il 6 e il 9 agosto saranno 80 anni da Hiroshima e Nagasaki. L'appello delle organizzazioni cattoliche, dalle Acli all'Agesci: «L’Italia ratifichi il Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari, la logica della deterrenza non garantisce la pace, ma perpetua il pericolo. Questo è il tempo di dire mai più Hiroshima, mai più armi nucleari»

Saranno 120 le nazioni rappresentate a Hiroshima mercoledì 6 agosto, in occasione degli 80 anni di quell’alba del 1945 in cui l’aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica ‘Little Boy’, provocando oltre 140mila vittime e distruggendo il 70% della città. Tre giorni dopo, gli americani usarono un’altra bomba su Nagasaki, causando la morte di almeno 74mila persone, quasi esclusivamente civili.
Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha detto che «come prima città a sperimentare la devastazione nucleare, intendiamo condividere “lo spirito di Hiroshima” e promuovere una maggiore consapevolezza della pace a partire dalla conoscenza di base tra i più giovani». Il Premio Nobel per la Pace nel 2024 è andato proprio al Nihon Hidankyo, un’organizzazione di “hibakusha”, ossia i sopravvissuti ai bombardamenti atomici.
«Nel giorno in cui il mondo ricorda con dolore e vergogna il bombardamento atomico di Hiroshima, rilanciamo con forza l’appello al Parlamento e al Governo italiano: si ratifichi il Trattato Onu sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) e si prenda una posizione chiara contro la folle corsa al riarmo in atto nel nostro tempo. […] Questo è il tempo della responsabilità. Questo è il tempo di dire mai più Hiroshima, mai più armi nucleari»: così scrivono in un appello congiunto Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana; Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli; Matteo Fadda, presidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; Francesco Scoppola e Roberta Vincini, presidenti nazionali Agesci; Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, responsabili nazionali Movimento dei Focolari Italia e monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente Pax Christi Italia.
Nel giorno in cui il mondo ricorda con vergogna il bombardamento atomico di Hiroshima, rilanciamo l’appello al Parlamento e al Governo italiano: si ratifichi il Trattato Onu sulla Proibizione delle Armi Nucleari e si prenda una posizione chiara contro la folle corsa al riarmo in atto nel nostro tempo
Il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, i promotori (Ican) hanno vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2017 e rappresenta una svolta storica nella costruzione di un ordine mondiale fondato non sulla deterrenza della distruzione, ma sulla responsabilità condivisa, sul diritto internazionale e sul primato della vita umana.
«Papa Francesco aveva affermato con chiarezza che è immorale non solo l’uso, ma anche il possesso e la produzione delle armi nucleari. Anche Papa Leone XIV ha recentemente rimarcato che “la prospettiva di una rinnovata corsa agli armamenti e lo sviluppo di nuove armi, incluse quelle nucleari, la scarsa considerazione degli effetti nefasti della crisi climatica in corso e le profonde disuguaglianze economiche rendono sempre più impegnative le sfide del presente e del futuro.” La logica della deterrenza non garantisce la pace, ma perpetua il pericolo. È una logica antica, che oggi mostra tutta la sua inadeguatezza di fronte alle sfide globali, alle interdipendenze planetarie, alla necessità di salvare l’umanità dalla distruzione ecologica e nucleare», si legge nella nota.
L’Italia faccia una scelta coraggiosa e lungimirante: aderire al Tpnw, schierarsi per il disarmo nucleare. L’alternativa si chiama complicità e, di certo, porta ad un mondo meno sicuro
Ecco quindi l’appello all’Italia, che finora non ha aderito al Trattato, benché la campagna “Italia, ripensaci”, partita nel 2016, abbia sondato più volte l’opinione pubblica italiana in materia rilevando la chiara volontà degli italiani: adesione al Trattato ed eliminazione dal territorio delle testate nucleari statunitensi attualmente presenti. «L’Italia faccia una scelta coraggiosa e lungimirante: aderire al Tpnw, schierarsi per il disarmo nucleare, investire nella diplomazia, nella cooperazione e nella sicurezza condivisa. L’alternativa si chiama complicità e, di certo, porta ad un mondo meno sicuro, ad un futuro meno rispettoso della dignità umana. In un tempo in cui la guerra sta interessando direttamente l’Europa e il vicino Oriente, con la sua scia di orrori e di distruzioni, ratificare il Trattato Onu rappresenterebbe un forte messaggio di pace e un preciso invito, rivolto anche agli altri paesi Nato, ad abbandonare la logica della deterrenza nucleare».
Italia, ripensaci: adesione da oltre 120 enti locali
In Italia la mobilitazione “Italia, ripensaci” – promossa da Rete Pace Disarmo e Senzatomica – continua a crescere e a diffondere consapevolezza sull’urgenza del disarmo nucleare. Oltre 120 Enti Locali hanno già aderito all’Appello delle Città per il Tpnw promosso da Ican: un’adesione che dimostra come i territori e le comunità locali sono sempre più consapevoli e attivi nel richiedere un cambiamento di rotta alla politica estera e di difesa del nostro Paese in ambito nucleare.
«Oggi più che mai, in un mondo segnato da crisi ambientali, disuguaglianze crescenti e guerre che sembrano non finire mai, affermare con forza la dignità intrinseca di ogni vita è un atto rivoluzionario e necessario. Per questo chiediamo un cambiamento radicale nel paradigma della sicurezza: non più fondato sulla paura e sull’equilibrio del terrore, ma sulla fiducia reciproca, la cooperazione e il dialogo», afferma Alessja Trama della campagna “Senzatomica”. Per Sergio Bassoli, coordinatore dell’Esecutivo di Rete Pace Disarmo, «il disarmo nucleare è un atto di responsabilità collettiva: smilitarizzare le relazioni internazionali, a partire dal vertice del pensiero di oppressione e violenza rappresentato dalle armi di distruzione di massa, è urgente. Solo liberandoci dalla minaccia nucleare potremo costruire un mondo fondato sulla cooperazione, i diritti, la giustizia e la pace duratura».
In occasione delle ricorrenze di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto) la campagna ha tradotto in italiano il nuovo report di Ican con tutti i dati relativi alle spese militari nucleari a livello globale (qui il link per scaricarlo).
Nei giorni scorsi International Trade Union Confederation (ITUC), Greenpeace, International Peace Bureau (IPB), International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Oxfam e 350.org hanno promosso un appello globale per chiedere ai Governi e alle istituzioni internazionali di riaffermare il loro impegno per un mondo libero dalle armi nucleari (leggi qui il testo e qui la traduzione in italiano).
In foto, studenti fuori dal Peace Memorial Park di Hiroshima. AP Photo/Louise Delmotte
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