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TPI: responsabiltà olandasi a Srebrenica

Nel 2002 la pubblicazione di un rapporto sull'incapacita' dei leader politici e militari olandesi di evitare il massacro, causo' la caduta del governo di Amsterdam

di Redazione

Andre’ de Haan, ex osservatore militare dell’Onu nell’ex Jugoslavia, e’ stato ascoltato oggi dal Tribunale penale dell’Aja, interrogato dagli avvocati delle vittime del massacro di Srebrenica. L’11 luglio 1995 le truppe serbo-bosniache sono entrate, dopo averla bombardata, nell’enclave musulmana di Srebrenica (Bosnia orientale), che era sotto la protezione di un battaglione olandese dell’Onu di tremila uomini, e hanno imprigionato e massacrato ottomila persone. Le udienze preliminari, nel corso delle quali e’ stato ascoltato de Haan, intendono accertare se c’e’ stata o meno una responsabilita’ dei soldati olandesi, accusati di non aver fatto niente per impedire la tragedia. L’ex osservatore militare dell’Onu, che era presente a Srebrenica nel momento della presa della citta’, ha raccontato di aver chiesto al generale Ratko Mladic, capo delle truppe serbo-bosniache, il motivo dell’azione militare. Mladic avrebbe risposto cosi’: ”Guardatevi attorno e vedrete che il problema che abbiamo noi oggi con i musulmani, voi lo avrete tra dieci, quindici anni”. Il massacro di Srebrenica e’ stato qualificato come ”genocidio” dal Tpi per l’ex Jugoslavia e i due principali accusati, tuttora latitanti, sono proprio il generale Mladic e Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia. Nel 2002 la pubblicazione di un rapporto sull’incapacita’ dei leader politici e militari olandesi di evitare il massacro, causo’ la caduta del governo di Amsterdam.

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