Pedagogia

Ucraina, la cultura è una terapia per superare i traumi della guerra

Lo scorso 18 agosto, a Kharkiv, si è tenuta una sessione pilota del protocollo Pre-Texts, un metodo basato su lettura, arte e creatività, già sperimentato in realtà complesse in tutto il mondo. «In uno scenario di guerra, l’impatto è stato evidente: i bambini hanno riacquistato voce, scelta, espressione», spiega il professor Pier Luigi Sacco, esperto del protocollo

di Rossana Certini

«La cultura non deve essere un privilegio riservato solo a chi è istruito, benestante o socialmente integrato. Al contrario, può diventare un potente strumento terapeutico, capace di generare impatto anche nei contesti più fragili». A sostenerlo è Pier Luigi Sacco, ordinario di Politica economica presso il Dipartimento di neuroscienze, immaging e scienze cliniche dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara e attivamente coinvolto nell’applicazione in carceri, scuole e ospedali italiani, del protocollo Pre-Texts sviluppato dalla professoressa Doris Sommer, docente di Romance languages and literatures alll’Università di Harvard.

Basato sulle teorie espesse in “La pedagogia degli oppressi” di Paulo Freire e “Teatro degli oppressi” di Augusto Boal, il protocollo Pre-Texts utilizza la lettura, l’arte e la creatività per promuovere il benessere mentale.

La sessione pilota del protocollo Pre-Texts a Kharkiv in Ucraina (Foto di Gianmichele Rillo)

L’applicazione del metodo è molto semplice ma efficace. Si prende un testo, che può essere letterario, ma anche tecnico-scientifico, e lo si utilizza come base per attività creative, collettive e soprattutto non competitive. «L’obiettivo non è esibirsi o dimostrare di essere più creativi degli altri, ma ascoltare, riflettere insieme, generare consapevolezza reciproca», spiega Sacco. «Si svolgono attività in gruppo ispirate dal testo. Ogni partecipante ha lo spazio per esprimersi, ma nessuno può parlare due volte finché tutti non hanno preso la parola. È un modo per creare un ambiente equo, inclusivo, dove la creatività viene vissuta come esperienza collettiva e non come prestazione individuale. Questo approccio ha mostrato effetti molto positivi sulla salute mentale».

Pre-Texts in Ucraina: per superare i traumi della guerra

Lo scorso 18 agosto, grazie alla collaborazione con alcune organizzazioni umanitarie come Rescue Team, il protocollo è stato applicato a Kharkiv, in Ucraina, dove continuano i bombardamenti e sono tanti i morti e feriti, anche, tra bambini e ragazzi. A guidare la sessione pilota è stata Sara Uboldi, facilitatrice per il protocollo Pre-Texts, ricercatrice post-doc presso l’Università di Chieti-Pescara e membro del Rescue Team.

La sessione pilota del protocollo Pre-Texts a Kharkiv in Ucraina (Foto di Gianmichele Rillo)

«Con questa sessione intendiamo lanciare una nuova sperimentazione sul potenziale del protocollo in contesti estremi di guerra, traumi e sofferenza», spiega Sacco che prosegue: «È stato un primo esperimento, ma ha avuto un riscontro molto positivo, anche visivamente: abbiamo foto commoventi che documentano l’interazione tra i partecipanti. Parliamo di bambini di e adolescenti traumatizzati che attraverso questa attività hanno avuto un momento di libertà, di scelta e di espressione personale. In situazioni di guerra, questi spazi sono vitali: restituiscono agire, voce e dignità a chi spesso ne è privato».

L’attività è partita dalla lettura di un libro. Poi i partecipanti hanno deciso come procedere. Si possono realizzare disegni, brevi racconti, rappresentazioni teatrali. L’importante è che ogni attività nasca da una scelta condivisa e che tutti possano partecipare. «Questo processo ha un effetto terapeutico potente, specialmente in contesti di estrema sofferenza, perché restituisce autonomia e capacità decisionale», prosegue Sacco, «studi clinici hanno mostrato che queste attività migliorano persino la risposta immunitaria. Infatti in contesti di stress estremo, come quelli di guerra o povertà cronica, il sistema immunitario si indebolisce. Questo tipo di interventi, pur non essendo terapie mediche, aiutano a ristabilire un equilibrio psico-fisico».

La sessione pilota del protocollo Pre-Texts a Kharkiv in Ucraina (Foto di Gianmichele Rillo)

Il protocollo Pre-Texts è stato sperimentato in contesti difficili in tutto il mondo come in Kenya dove, spiega Sacco: «A Kibera, una delle aree più povere di Nairobi, ha coinvolto ragazzi e ragazze con disturbi depressivi, portando a risultati significativi. In Kenya abbiamo osservato benefici reali, sia sul piano psicologico che fisico».

Il punto di forza del protocollo è che non servono grandi competenze psicologiche per applicarlo: può essere facilmente appreso e replicato da operatori locali. Infatti conclude Pier Luigi Sacco: «In Ucraina vogliamo lavorare per formare facilitatori locali, in modo che l’attività possa diventare una risorsa stabile e duratura per la comunità. L’obiettivo è lasciare qualcosa che resti anche dopo la fine dell’intervento esterno».

La foto di apertura coglie un momento della sessione pilota del protocollo Pre-Texts a Kharkiv in Ucraina (Foto di Gianmichele Rillo)

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