Salute

Il valore del dono per l’autosufficienza di sangue e plasma

Il Programma nazionale per il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati nel 2025 sottolinea l’importanza del monitoraggio della raccolta, della compensazione interregionale e del miglioramento della qualità dei componenti. Il presidente dell’Avis nazionale Oscar Bianchi: «Conferma la centralità di chi compie un gesto di altruismo in modo volontario, anonimo, periodico, non remunerato e associato»

di Daria Capitani

Garantire l’autosufficienza di sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati, nonché la loro sicurezza, qualità e correttezza d’uso. È l’obiettivo del piano di interventi per l’anno 2025, approdato quest’estate in Conferenza Stato-Regioni.

Il “Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti”, consultabile in versione integrale a questo link, contiene obiettivi strategici e indicazioni volte a definire non soltanto il monitoraggio della raccolta, ma anche la compensazione interregionale, il miglioramento della qualità dei componenti e la sostenibilità del sistema.

Sei i milioni di euro stanziati per l’anno in corso, da ripartire tra le regioni secondo diversi criteri: il 50% sulla base dell’indice di popolazione residente, il 30% in base all’indice di conferimento di plasma all’industria e il 20% restante in base all’indice di programmazione del conferimento. Queste risorse verranno erogate dal Ministero della Salute entro il 31 marzo 2026. L’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni è un passaggio fondamentale, perché la materia sangue e plasma coinvolge direttamente le regioni, responsabili dell’organizzazione dei servizi trasfusionali. Un’attività di controllo mensile sull’attuazione delle linee guida previste dal Programma sarà svolta dal Centro nazionale sangue, mentre i risultati verranno in un secondo tempo analizzati insieme al Ministero della Salute, alle Strutture regionali di coordinamento e alle associazioni e federazioni dei donatori, oltre a quelle dei pazienti.

La cultura della donazione deve ancora crescere

Il 2024 si è chiuso con indicatori positivi in particolare per quanto riguarda il plasma conferito al frazionamento industriale, con la cifra record di 906.938 kg, che rappresenta un aumento del 3% rispetto agli 880mila del 2023. A questi si aggiungono 15.141 kg destinati alla produzione di plasma a uso clinico di grado farmaceutico: una media di 15,4 kg ogni mille abitanti (l’anno precedente la proporzione si era fermata a 14,9).

Parlare ai giovani con i loro linguaggi, costruire percorsi di partecipazione e coinvolgimento, valorizzare l’impegno civico di chi dona: solo così potremo assicurare al nostro Paese un sistema trasfusionale forte, equo e capace di guardare al domani con fiducia

Oscar Bianchi, presidente Avis nazionale

«Nei primi sette mesi di quest’anno abbiamo già registrato una crescita dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024», spiega il presidente Avis nazionale Oscar Bianchi. «Affinché questi traguardi siano sostenibili nel tempo, occorre investire sul futuro e favorire un vero ricambio generazionale. Ecco perché il Programma nazionale rappresenta non solo una cornice di obiettivi, ma anche uno stimolo a lavorare insieme – istituzioni, associazioni e cittadini – per promuovere la cultura del dono. Parlare ai giovani con i loro linguaggi, costruire percorsi di partecipazione e coinvolgimento, valorizzare l’impegno civico di chi dona: solo così potremo assicurare al nostro Paese un sistema trasfusionale forte, equo e capace di guardare al domani con fiducia».

In Italia l’indice di autosufficienza è positivo nella maggior parte delle regioni, tuttavia, «anche per il 2025 il documento nazionale invita i territori che producono di più in termini di concentrati eritrocitari a compensare quelli che fanno più fatica», si legge in una nota diffusa dall’Avis. «Lazio e Sardegna, quest’ultima anche alla luce del massiccio numero di pazienti talassemici che vi risiedono, sono le regioni con carenze ormai consolidate: segue in misura minore la Sicilia. Tra quelle che invece hanno già programmato un piano di compensazione troviamo Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, le province autonome di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e i servizi trasfusionali delle forze armate».

Il nuovo Programma nazionale, aggiunge il presidente Bianchi, «spiega con chiarezza quale sia la strada da percorrere per garantire su tutto il territorio e in modo costante la disponibilità di sangue ed emocomponenti sicuri e di qualità. Il documento conferma la centralità di chi compie un gesto di altruismo in modo volontario, anonimo, periodico, non remunerato e associato. Grazie alla generosità di 1,7 milioni di donatori, infatti, il nostro Paese riesce ogni anno a raggiungere l’autosufficienza di globuli rossi e si sta avvicinando a quella di plasma».

La fotografia in apertura è dell’Avis nazionale

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