Meeting 2025

Anche il Metaverso va educato all’inclusione e alla diversity

Valore D ha scelto i padiglioni riminesi per lanciare “D Verso”. Il codice di condotta per l’innovazione inclusiva realizzato con Accenture e Politecnico di Milano. Individuate nove linee guida per aiutare le aziende verso un uso etico e responsabile delle tecnologie immersive. Ne abbiamo parlato con Cristiana Scelza, presidente dell'associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva

di Antonietta Nembri

La centralità dell’inclusione e delle nuove generazioni è stato il cuore dell’intervento di Cristiana Scelza, presidente di Valore D all’incontro “Per un buon lavoro occorre partecipare” che si è tenuto in occasione del Meeting di Rimini. Con la presidente dell’associazione di imprese che in Italia promuove l’equilibrio di genere e una cultura dell’inclusione, sul palco erano presenti Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; il deputato Lorenzo Malagola, Massimo Monacelli, general manager di Generali Italia e Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato  di Edenred Italia.

da sx Seghezzi (moderatore), Malagola, Durigon, Monacelli, Ruggiero e Scelza – foto Meeting Rimini 2025

Spunto del dibattito la recente approvazione della legge sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese. 

Nove principi per un Metaverso D Verso

Ed è nella cornice del Meeting di Rimini che Valore D ha scelto per presentare D-Verso, il codice di condotta per l’innovazione inclusiva realizzato con Accenture e Politecnico di Milano. Il paper propone nove principi guida per accompagnare le imprese nella costruzione di un Metaverso inclusivo e responsabile, basati su valori chiave come: inclusione e accessibilità, consapevolezza e sicurezza, privacy e trasparenza, equità, responsabilità sociale e sostenibilità.

Cristiana Scelza – foto da ufficio stampa

Nel suo intervento al dibattito la presidente Cristiana Scelza aveva sottolineato che «le aziende più diverse sono quelle che performano meglio. McKinsey ci dice che hanno una probabilità del 39% in più di registrare performance finanziarie superiori».
A cambiare il paradigma del lavoro sono i giovani che «vogliono ascolto, valorizzazione e partecipazione. Sono attratti da realtà che offrono smart working e un equilibrio sano tra vita e lavoro». Al momento però, solo il 35% dei giovani è soddisfatto anche perché «il mondo del lavoro è in ritardo», ha osservato. 

Tra futuro e ritardi nella diversity e nell’inclusione

Il Metaverso è il futuro, però oggi ci sono ancora ritardi nel campo della diversity e dell’inclusione. «In Italia nelle aziende quotate, non siamo neanche al 5% di donne Ceo. È un problema culturale enorme, ma – e questo io lo dico sempre – l’inclusione è un processo incredibilmente difficile. Perché quando si lavora in un’azienda e c’è una pressione costante sul risultato, l’unica cosa che tu desideri è avere intorno a te persone che dicono esattamente quello che pensi, come lo pensi e quando lo pensi tu».

Le strategie aziendali che puntano a diversità, equità e inclusione guardano con particolare attenzione ai giovani, ma questi sono gli stessi che dall’Italia se ne vanno. 

Un piano di rientro per i giovani

«E lo fanno per diverse ragioni», continua Scelza. «Serve un piano di rientro ben programmato, che riporti indietro gente che ha fatto sacrifici, perché lasciare casa, viaggiare, andarsene è faticoso, è violenza, perché vai in un mondo dove la gente non parla la tua lingua, non mangia quello che ti piace», sottolinea la presidente  di Valore D forte della sua lunga esperienza all’estero. 

«Nel periodo fuori dall’Italia sono cresciuta molto più di quanto potessi crescere restando a casa. Il tema è enorme, è culturale, ma è anche un tema di strategia a lungo termine, sia di aziende e sia di governo. Aziende lungimiranti, come quella in cui io sono da 28 anni, sono quelle che prendono i talenti e li fanno girare per il mondo per poi riportarli a casa».

Lungimiranti come i Ceo che danno vita a board di under 35: «Ed è molto bello parlare con i Ceo di queste aziende perché loro si concedono il lusso di volare. I giovani adesso ci spingono a lavorare in modo diverso».

Lanciare il programma D Verso al Meeting di Rimini, spiega la presidente, nasce dalla considerazione che «qui si parla di futuro e il Metaverso è una delle frontiere del futuro, quindi questa manifestazione è il luogo ideale per presentare questo progetto».

Educare i programmatori…

Perché il Metaverso sia uno spazio di relazione a misura d’uomo occorre però che sia costruito secondo principi come pari opportunità, accessibilità e responsabilità sociale. Ed è importante capire chi lo programma e come i programmatori sono educati…

«D Verso parte a ottobre del 2024 con un tavolo di lavoro chiamato da Valore D, con la collaborazione di Accenture e del Metaverse Marketing Lab del Politecnico di Milano, proprio per questo: analizzare i rischi legati alla creazione di una realtà virtuale che ripetesse pregiudizi, bias che esistono nella vita reale. E di fatti il punto è che tutte queste realtà immersive che tanto potenziale hanno dal punto di vista economico possono trasformarsi molto facilmente in una minaccia se non regolamentate. Ed è proprio quello che si fa con questo progetto, cioè si danno dei principi guida per l’educazione e la formazione di chi programma il Metaverso», precisa Scelza.
Che continua: «Banalmente, va pensata la presenza delle donne nel mondo Stem (acronimo per science, technology, engineering and mathematics), perché chi programma? I programmatori. E chi sono programmatori?»

Una domanda retorica se si considera che la stragrande maggioranza di loro sono maschi. Ed è per questo che occorrono team che rispettino la diversity «bisogna assolutamente assicurare la diversità di chi lavora su questo e avere partecipanti ai team di lavoro che siano anche formati, consapevoli di bias esistenti».

Educazione e formazione contro le fake news

Formazione ed educazione sono quindi fondamentali per un Metaverso inclusivo e accessibile. Ma come far sì che sia anche sicuro e soprattutto evitare che il mondo virtuale non sia preda di fake news e disinformazione?

Per Scelza «è solo l’educazione che mi salva, l’educazione a un’informazione costante e attraverso fonti dirette e indirette. Ogni volta che io leggo qualcosa vado a verificare anche altre parti se è vero o meno. Purtroppo, ma lo è già da anni, siamo bombardati da fake news da tutte le parti» e questo vale sia per il metaverso sia per l’intelligenza artificiale».
Quindi «l’educazione è sempre fondamentale. E aggiungo, anche che ora tutti parliamo di Stem, ma penso che le materie umanistiche diventeranno sempre più importanti».

Immagine in apertura photo by julien Tromeur on Unsplash

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