Sport e disabilità

La mia avventura nella boccia paralimpica

Ai Campionati italiani specialità individuale ci sarà anche Paolo Soregaroli della residenza sanitaria per persone con disabilità Nikolajewka di Brescia. È uno dei primi atleti residenti in una struttura a raggiungere un simile livello. Un riconoscimento sportivo che arriva dopo anni di impegno, con la realizzazione di un campo da bocce all’interno del centro. Gabriel Tamburri, coordinatore dell’area motoria: «Il suo è un fortissimo messaggio sul trovare la forza e il desiderio di mettersi in gioco nonostante le difficoltà»

di Daria Capitani

«Per noi? Ha già vinto». A Brescia, in una stanza della residenza sanitaria per persone con disabilità Nikolajewka, c’è una piccola delegazione. È composta da Donata Montagnoli, responsabile della struttura che accoglie persone con grave e gravissima disabilità motoria, Ivan Salvi, educatore, e Gabriel Tamburri, coordinatore dell’area motoria. Soprattutto, c’è Paolo Soregaroli, uno dei 60 ospiti del centro. È lui ad avere già vinto: il 10 settembre partirà per Lecce, destinazione palestra polivalente “San Giuseppe da Copertino”, per partecipare ai Campionati italiani specialità individuale di boccia paralimpica. È uno dei sei atleti convocati per la categoria BC4, un risultato che Tamburri definisce «storico: è uno dei primi residenti in una rsd, se non il primissimo, in Italia ad arrivare a questo livello agonistico».

Una convocazione che rappresenta molto di più

«Sono sempre stato uno sportivo», racconta Soregaroli, «amavo le discipline estreme: canyoning, parapendio, downhill. Stavo facendo proprio downhill in mountain bike insieme ad alcuni amici quando una brutta caduta mi ha portato a vivere su una sedia a rotelle. Era il 24 agosto 2014». Esattamente 11 anni dopo, ha ricevuto la convocazione per i Nazionali di boccia paralimpica, una disciplina che pratica da tre anni, metà dei quali a livello agonistico. Vi si accede in base a un ranking che assegna a ogni atleta un punteggio in base ai risultati ottenuti durante l’anno: «Non ci aspettavamo di arrivare a questo livello così velocemente, mi confronterò con i cinque più forti d’Italia», spiega.

Paolo Soregaroli durante un allenamento,

Che cosa significa questa convocazione? Soregaroli risponde così: «Lo sport per me è sacrificio, tanto, oltre alla possibilità di conoscere nuove persone che vivono una condizione di disabilità simile alla mia. Partecipare ai Campionati nazionali suscita in me molte emozioni, c’è l’ansia di affrontare uno spostamento impegnativo, ma quando è arrivata la comunicazione dalla Federazione Italiana Bocce ho deciso di accettare».

Non era scontato. Lo spiega Salvi, educatore che da tempo lavora con Soregaroli: «Il fatto che Paolo abbia accettato di compiere questo sforzo e di affrontare una sfida sportiva di questa portata è un tassello di un percorso molto più importante e ambizioso, che riguarda il suo progetto di vita autonoma. Uscire dalla comfort zone è una spinta a provare anziché rinunciare, a fare i conti con se stessi: può riguardare vari aspetti del quotidiano, non soltanto l’attività sportiva».

Il campo di boccia paralimpica interno alla struttura.

Montagnoli aggiunge: «Le rsd spesso vengono viste come luoghi chiusi, servizi senza aperture verso l’esterno: questa convocazione dimostra esattamente il contrario. Un riconoscimento sportivo che arriva dopo anni di impegno, con la realizzazione di un campo da bocce all’interno della struttura per poter far esercitare tutti gli ospiti che lo desiderano: le educatrici e gli educatori hanno agevolato gli allenamenti e creato un vivaio appassionato, tanto che oggi ospitiamo diverse gare durante l’anno».

Che cos’è la boccia paralimpica

È forse lo sport che più esprime lo spirito paralimpico perché è l’unico praticabile da persone con disabilità gravi e gravissime, a cui regala benefici come autocontrollo, autostima e inclusione sociale. La boccia è stata introdotta tra i Giochi paralimpici nel 1984 e il numero dei tesserati continua a crescere. Lo scopo del gioco è quello di avvicinare il più possibile le bocce di tessuto a una pallina chiamata “Jack” (il boccino). Su un campo di 12,5 metri per sei, le bocce possono essere tirate, lanciate, spinte con i piedi o rilasciate attraverso uno scivolo.

Un messaggio fortissimo

Le gare del Campionato nazionale si svolgeranno a Lecce a partire dall’11 settembre (qui il programma), con finali e premiazioni fissate per domenica 14. A fare il tifo per Paolo c’è un’intera rsd: «Il suo è un fortissimo messaggio sul trovare la forza e il desiderio di mettersi in gioco nonostante le difficoltà», conclude Tamburri. «Sarà un esempio per tutti gli altri ospiti (una trentina di loro pratica la boccia paralimpica in modo agonistico e amatoriale), per i suoi amici e per i suoi familiari, in particolare suo figlio».

Le fotografie sono state fornite dalla rsd
Nikolajewka

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