Mondo
Wolfowitz, la Banca Mondiale e l’Africa
L'ex numero due del Pentagono ha concluso oggi la prima missione all'estero da quando, il primo giugno, ha assunto ufficialmente l'incarico di presidente della World Bank
di Redazione
Il neopresidente della Banca mondiale Paul Wolfowitz ha concluso in Sudafrica la sua prima missione all’estero da quando ha assunto l’incarico, il primo giugno scorso, affermando che l’Africa non puo’ essere lasciata ai margini dello sviluppo ed elogiandone i nuovi dirigenti per l’impegno nella lotta alla corruzione. Gia’ ‘numero due’ del Pentagono ed architetto della guerra in Iraq, Wolfowitz, 61 anni, ha scelto l’Africa per il suo primo viaggio all’estero, visitando Nigeria, Burkina Faso, Ruanda e infine Sudafrica. Ieri, a conclusione della sua tournee, ha di nuovo espresso soddisfazione per ”l’impegno dei ministri finanziari del G7 la settimana scorsa di annullare il debito di 18 Paesi poveri”, di cui 14 africani. ”E’ attualmente riconosciuto nel mondo sviluppato che erogazioni di aiuti sono preferibili ai prestiti”, ha detto, al termine di un incontro con il presidente sudafricano Thabo Mbeki. Wolfowitz ha d’altra parte reso omaggio ai nuovo leader africani impegnati nella lotta alla corruzione. ”C’e’ anche un riconoscimento crescente che numerosi governi non hanno speso bene il denaro. Sapete cosa voglio dire, la corruzione. Ma vi sono in Africa nuovi dirigenti che si assumono le loro respnsabilita”’, ha dichiarato, spiegando di volere ”a questo titolo rendere omaggio al presidente Thabo Mbeki e al Sudafrica”. ”E’ una delle ragioni per cui sono d’accordo su quanto mi ha detto il presidente (nigeriano Olusegun) Obasanjo: l’Africa e’ in movimento”, ha sottolineato. ”Sento che e’ in movimento, sento che si muovera’ ancora piu’ rapidamente e spero che la Banca mondiale possa aiutarla a muoversi piu’ rapidamente”, ha aggiunto. Martedi’ scorso Thabo Mbeki ha destituito il vicepresidente Jakob Zuma, chiamato in causa nel processo per corruzione al suo ex consigliere finanziario Shabir Shaik, condannato a 15 anni di reclusione.
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