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Chirac non boicotterà il G8 di Blair
Il "Sunday Telegraph" aveva scritto che per "vendetta" contro Blair dopo la rottura al Consiglio europeo sul bilancio 2007-2013, Chirac avrebbe saltato l'apertura del Summit
di Redazione
Il presidente francese, Jacques Chirac, non boicottera’ il G8 di Gleneagles, in Scozia. Il “Sunday Telegraph” aveva scritto che per “vendetta” contro il premier britannico Tony Blair dopo la rottura al Consiglio europeo sul bilancio 2007-2013, il capo dell’Eliseo avrebbe saltato la giornata inaugurale del summit. Il pretesto sarebbe stato un viaggio a Singapore per assistere, il 6 luglio, all’annuncio della sede per le Olimpiadi 2012 a cui sono candidate anche Londra e Parigi. La notizia e’ stata smentita da un portavoce dell’Eliseo che ha ricordato come i temi del vertice, aiuti all’Africa e cambiamenti climatici, stiano particolarmente a cuore a Chiarc che sara’ presente a tutto il summit. Ma da’ l’idea del clima avvelenato che si respira fra le due sponde della Manica e un po’ in tutta Europa dopo la rottura sul bilancio. Per la Francia al Consiglio europeo non ha vinto nessuno perche’ nessuno puo’ cantare vittoria di fronte a “un fallimento per l’Europa”. E’ stato il ministro per gli Affari europei di Parigi, Catherine Colonna, a ricordare che dopo aver contribuito al mancato accordo sul bilancio, la Gran Bretagna si accinge ad assumere la presidenza dell’Ue e “avra’ la pesante responsabilita’ di assicurare che l’Europa si rimetta in corsa”. “Non si puo’ dire che il vertice sia stato un successo per qualcuno, o anche solo per il premier britannico – ha ricordato l’ex portavoce dell’Eliseo – non vince nessuno quando perde l’Europa”. Vi e’ pero’ la necessita’ di superare una crisi causata “da un indebolimento dello spirito europeo”. “Alcuni hanno mantenuto i loro ego nazionali mentre e’ solo uno spirito europeo che permette di trovare insieme le soluzioni”, ha spiegato. Di qui l’appello ai partner tentati di andare in ordine sparso: “Dobbiamo pensare insieme ma dibattere apertamente, in modo consensuale e senza una rottura, su cio’ che vogliamo per l’Europa da qui a 5, 10, 30 o 50 anni”, ha detto la Colonna. “Dobbiamo definire insieme, e intendo insieme, tutti e 25, cosa potra’ essere l’Europa di domani – ha aggiunto – tutti insieme e non la volonta’ di pochi”. Le parole della Colonna arrivano all’indomani dell’appello del premier britannico Tony Blair, prossimo presidente di turno dell’Ue, per “un dibattito fondamentale sul futuro dell’Europa e la sua direzione”. Giovedi’ Blair illustrera’ il programma del semestre britannico davanti al Parlamento europeo ma nella sede di Bruxelles e non di Strasburgo.
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