Cultura
Il non profit inciampa nella rete globale
Una scarsa attenzione verso i disabili e la mancanza della versione in inglese tengono bassa la valutazione dei siti delle associazioni italiane
di Redazione
Il cammino del non profit nella galassia del world wide web prosegue, anche se qualche affanno. Lo dimostra la seconda rilevazione dei siti internet delle organizzazioni non profit svolto dagli studenti del corso di laurea in Relazioni pubbliche dell?università di Udine che, presso la sede di Gorizia, sotto la mia supervisione hanno analizzato e valutato 23 indirizzi online già monitorati nel 2003.
La prima lacuna che non è stata colmata, nonostante i giudizi negativi degli anni scorsi, riguarda l?adattamento dei siti ai criteri europei di accessibilità. Il dato è ancora sconfortante: solo 6 su 23 siti sono accessibili. Altra nota negativa è la mancanza della versione in lingua inglese, elemento fondamentale dato che l?ambito di riferimento è pur sempre quello europeo.
In linea generale rispetto al monitoraggio precedente non si evidenziano cambiamenti di rilievo sia nella grafica che nei contenuti. L?encefalogramma piatto del non profit in rete è rotto da alcuni siti che fortunatamente hanno registrato miglioramenti. Primo fra tutti Emergency, che rispetto al monitoraggio 2003 è passando da un giudizio ?insufficiente? a un ?buono?. Gli elementi di maggior qualità riguardano l?interattività con particolare riferimento al servizio di newsletter, ai filmati video, alle donazioni e a un servizio di posta elettronica efficiente e rapido. L?accessibilità è favorita dalla modalità ?solo testo? che rispetta gli standard per la visualizzazione del sito da parte di disabili. Inoltre è possibile navigare il sito anche in lingua inglese.
Al vertice opposto si colloca invece Fratres, il peggior sito fra quelli in graduatoria. Una grafica ostica, la mancanza di interattività e dialogo con il lettore, nonché l?assenza di programmi per l?accesso a persone disabili rappresentano delle forti lacune che devono essere colmate al più presto. Allargando l?orizzonte alle altre sigle, un ?buono? lo meritano oltre a Emergency, anche Altromercato, Croce Rossa italiana, Banca etica e WWF. Sufficienti o più che sufficienti: Caritas ambrosiana, Anpas, Ant, Vis, Fivol, Amnesty international, Nessuno tocchi Caino, Aquilone Blu, Telefono Azzurro, Unicef, Fare Verde, Greenpeace, Legambiente, Avis, Enpa e Lega antivivisezione. Non raggiungono il 6 invece Fratres e Fidas. Una delle conclusioni a cui siamo giunti è che per le associazioni più piccole potrebbe essere utile valutare soluzioni diverse rispetto alla realizzazione del proprio sito web. Per esempio creare una rete tra più associazioni potrebbe consentire di realizzare
un servizio migliore, maggiori sinergie oltreché un?ottimizzazione dei costi. In linea generale la ricerca evidenzia come ci sia ancora molto da fare. E spesso non basta la buona volontà.
di Francesco Pira, docente di Conunicazione sociale e pubblica.
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