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Uganda: stravince il sì, torna il multipartitismo

Esito scontato nel referendum che vede il popolo ugandese acclamare il ritorno di un multipartitismo sospeso dal 1986

di Redazione

Una valanga di si’, intorno al 90 per cento, come nelle attese; ma anche -come si temeva- in pochissimi ai seggi: piu’ o meno il 30 per cento, almeno stando a dati ancora non definitivi. Questo il risultato del referendum sulla reintroduzione del multipartitismo sul quale si sono espressi ieri gli ugandesi.

Lo aveva voluto il presidente Yoweri Museveni, proprio colui che aboli’ i partiti alla presa del potere, nel 1986; e che nel 2000, sotto pressione internazionale, aveva indetto un analogo referendum, ma invitando a votare ‘no’. Ed i ‘no’ furono l’88 per cento, i votanti il 50. Il ritorno al multipartitismo serve a Museveni rendere meno imbarazzante un suo ormai quasi certo terzo mandato presidenziale che la Costituzione, da lui voluta, non consentirebbe, ponendo il tetto a due. Ma il Parlamento si e’ gia’ plebiscitariamente espresso per il cambiamento di tale norma, che ormai e’ cosa fatta.

Per non sbagliare, ha anche abolito ogni possibile tetto, per cui quando Museveni -che per il momento tace- verosimilmente accettera’ una nuova candidatura, non solo avra’ di fatto la certezza di un terzo mandato, ma si potrebbe anche avviare, almeno in teoria, e come denuncia l’opposizione, ad una presidenza a vita. La riforma costituzionale ha per ora creato qualche difficolta’ al presidente, accusato dalla cancellerie occidentali di rischi di deriva autocratica. Ma richiami piu’ formali che sostanziali, ed infatti i paesi donatori (sostengono il 40 per cento del budget statale ugandese) hanno effettuato tagli solo simbolici. Del resto, Museveni e’ riconosciuto come partner importante nella lotta al terrorismo nel sensibile scacchiere est africano.

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