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Mauritania: il nuovo regime militare
Si chiama Ely Ould Mohammed Vall, era direttore della Sicurezza nazionale e braccio destro dell'ex presidente Taya. Ora è alla guida del Paese con un Consiglio militare
di Redazione
E’ bastato che il presidente della Mauritania Maaouiya Ould Taya si allontanasse poche ore dal paese per assistere ai funerali di re Fahd d’ Arabia Saudita, perche’ i militari – una giunta di colonnelli – attuassero, all’alba di ieri, un colpo di stato i cui esiti, dapprima incerti, si sono via via consolidati.
In serata, la radio nazionale ha annunciato che il potere e’ stato assunto dal Consiglio militare per la giustizia e la democrazia, un organismo di 17 membri guidato dal colonnello Ely Ould Mohammed Vall, direttore della Sicurezza nazionale (polizia). ”Il colonnello Ely Ould Mohammed Vall, direttore della Sicurezza nazionale – afferma un comunicato letto alla radio – presiedera’ il Consiglio militare per la giustizia e la democrazia, comprendente 17 ufficiali”, di cui 16 colonnelli e un capitano di fregata.
Sui 55 anni, Vall era considerato vicino al presidente Taya ed aveva combattuto al suo fianco negli eventi legati al colpo di stato che lo porto’ al potere nel 1984. E’ alla guida della polizia dal 1987 e – stando a diverse fonti militari – gode di ampio rispetto tra le Forze armate. Tra i membri del Consiglio – aggiunge il comunicato – figurano il colonnello Abderrahmane Ould Boubacar, capo di stato maggiore aggiunto dell’esercito; e il colonnello Mohamed Abdel Aziz, comandante del battaglione per la sicurezza presidenziale. Sono stati inoltre menzionati il colonnello Negri Felix, dello stato maggiore; il colonnello Mohamed Ould Mohamed Znagui, comandante della 6/a regione militare di Nouakchott; e il colonnello Mohamed Ould Abdi, gia’ aiutante di campo di Taya. Nella capitale Nouakchott la situazione in serata appariva calma ed erano mantenuti i presidi istituiti dai golpisti nei punti strategici della citta’. Vi sono state manifestazioni di giubilo per la caduta di Taya: centinaia di persone sono scese in strada scandendo slogan e suonando i clacson.
Quello di ieri e’, a quanto sembra, il primo colpo di stato riuscito in Mauritania da due anni, dopo quelli, falliti, del giugno 2003, e dell’agosto e settembre 2004. Tutto e’ cominciato verso le 5:00 di ieri ora locale (le 7 in Italia), quando i militari, per la maggior parte appartenenti alle truppe scelte della guardia presidenziale, hanno preso il controllo della sede dello stato maggiore e occupato i palazzi della televisione e della radio nazionali, che hanno cessato di trasmettere. Veicoli equipaggiati con armi pesanti e batterie antiaeree sono stati posizionati nei punti strategici della capitale. Bloccati con camionette gli accessi alla presidenza e ai ministeri.
Colpi d’arma pesante si sono stati uditi verso le 10:15. Piu’ tardi raffiche di mitra hanno rotto il silenzio. ”Ho udito colpi sparati nelle vicinanze della presidenza – ha detto un testimone -e ho visto la gente scappare impaurita”. A mano a mano i negozi hanno abbassato le saracinesche, mentre gli uffici pubblici si sono svuotati. Alle 10:00 e’ stato chiuso l’aeroporto. ”Tutti i militari erano in strada – ha dichiarato un poliziotto – hanno bloccato le vie d’accesso al palazzo del presidente e tutte le maggiori arterie cittadine”. Fino alla serata non si sapeva se vi fossero state vittime. Secondo fonti militari ”diversi ufficiali superiori” sono stati arrestati.
Nel pomeriggio, in un comunicato, i golpisti spiegavano che ”le forze militari e della sicurezza, unanimemente, avevano deciso di mettere fine alle pratiche totalitarie del regime, per cui il nostro popolo ha tanto sofferto negli ultimi anni”. ”Queste pratiche – aggiungeva il documento – hanno innescato una deriva pericolosa per l’avvenire del paese. Per questo le forze armate e della sicurezza hanno deciso la creazione di un Consiglio militare per la giustizia e la democrazia”. I golpisti, impegnati a ”creare le condizioni favorevoli per un confronto democratico aperto e trasparente, sul quale la societa’ civile e gli attori politici potranno pronunciarsi liberamente”, hanno precisato che il Consiglio restera’ in carica due anni.
Il presidente Taya, ex capo di stato maggiore dell’esercito, aveva preso il potere il 12 dicembre 1984, rovesciando con la forza il presidente Khouna Ould Haidallah. Attualmente si trova a Niamey, capitale del Niger, dove il suo aereo, di ritorno da Riad, ha atterrato nel primo pomeriggio. Non si e’ finora prounciato sulla situazione nel suo Paese. La Mauritania e’ uno dei tre soli membri della Lega araba – con Egitto e Giordania – che ha relazioni diplomatiche con Israele. E’ anche uno dei paesi islamici che, secondo gli osservatori, ha piu’ duramente represso i movimenti estremisti di matrice religiosa.
Il golpe e’ stato pressoche unanimemente condannato, sia pure con diverse sfumature, dalla comunita’ internazionale: dall’ Unione africana (Ua) all’Onu; dall’Ue, attraverso la presidenza di turno britannica, agli Stati Uniti; dalla Francia alla Spagna.
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