Cultura

Kenia: omicidio Locati, perizia medica per i killer torturati in carcere

Perizia medica per le sei persone incriminate per l'omicio del vescovo italiano ucciso il 14 luglio scorso

di Redazione

L’Alta Corte di Nairobi ha ordinato una perizia medica per le sei persone – tra cui il sacerdote cattolico keniano padre Peter Malley Guyo Wako – formalmente incriminate a Nairobi per l’omicidio (lo scorso 14 luglio) del vicario apostolico di Isiolo monsignor Luigi Locati. E’ quanto riferisce la Misna precisando, stando a fonti locali, che nei giorni scorsi i legali dei sei sospettati (che resteranno in carcere fino all’apertura del processo il prossimo 7 settembre) hanno ripetutamente denunciato le torture a cui la polizia avrebbe sottomesso i propri assistiti.

Secondo la denuncia depositata ieri dagli avvocati della difesa di fronte all’Alta Corte, tutti e sei i sospettati avrebbero subito vari tipi di torture (bruciature di sigarette, percosse, ma anche una serie di pressioni psicologiche come la mancata consegna di acqua e cibo) da parte dei poliziotti. I magistrati hanno predisposto quindi che un medico legale e uno scelto dalla difesa conducano perizie fisiche e psichiatriche sui sei detenuti.

Uno dei procuratori che si sta occupando del caso ha rigettato, a nome della polizia, le accuse di tortura presentate dalla difesa. Dopo aver confessato agli inquirenti il loro coinvolgimento nell’omicidio, i sei – secondo quanto riportato oggi da uno dei principali quotidiani keniani ‘Daily Nation’ – hanno negato qualsiasi responsabilita’ e si sono detti innocenti durante un’udienza a porte chiuse tenuta la scorsa settimana di fronte al giudice Justice Milton Makhandia.

Nessuna certezza, finora, sul movente dell’assassinio: secondo le ‘voci’ piu’ diffuse riportate da Misna, monsignor Locati sarebbe stato ucciso per contrasti e gelosie (legati anche alla gestione dei fondi della diocesi) relative alla sua intensa attivita’ a favore dei giovani e degli ammalati, che aveva permesso alla diocesi da lui guidata di gestire scuole e dispensari; per espressa indicazione del vicario apostolico, le strutture erano aperte a tutti, in una zona – la diocesi di Isiolo – caratterizzata dalla presenza di una forte comunita’ Borana, in maggioranza musulmana.

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