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Mo: Sharon annuncia futuri ritiri coloni in Cisgiordania

L'annuncio rende ancor più aspra la battaglia tra il premier israeliano e Netanyahu per il controllo del Likud

di Redazione

Nel futuro accordo di pace con i palestinesi, Israele non manterra’ il controllo di tutti gli insediamenti in Cisgiordania. Lo ha annunciato oggi alla televisione israeliana il premier Ariel Sharon.

Questo annuncio rischia di rendere ancora più “violenta” la battaglia per il controllo del Likud, il grande partito conservatore che domina la politica israeliana. Questa e’ entrata ormai nella fase attiva fra il premier Ariel Sharon e il suo grande rivale Benyamin Netanyahu, che gli ultimi sondaggi danno in netto vantaggio. Nonostante la resistenza degli amici di Sharon, oggi e’ stato deciso che una riunione dei vertici del partito si terra’ a fine settembre per fissare la data dell’elezione, fra novembre e dicembre probabilmente, del nuovo leader, che sara’ anche il candidato premier alle prossime politiche previste per l’autunno 2006.

Ma non e’ escluso che il paese vada a elezioni anticipate, forse durante l’inverno. Netanyahu dovrebbe annunciare domani formalmente la sua candidatura. Un sondaggio pubblicato la settimana scorsa gli da un netto vantaggio su Sharon nelle preferenze dei grandi elettori del Likud, che fanno cosi pagare al premier il ‘tradimento’ sulle colonie di Gaza. In corsa ci sara’ anche il leader del fronte del ‘no’ al piano di ritiro da Gaza, Uzi Landau, che pure lui stando ai sondaggi batterebbe in un confronto bilaterale il premier.

Fra Sharon e Netanyahu si e’ passati ormai dai colpi di fioretto alle sciabolate. L’ex-premier ha accusato negli ultimi giorni l’attuale capo del governo di avere dato via libera al terrorismo smantellando le colonie di Gaza e accettando che il confine sud della Striscia passi sotto il controllo dell’ Egitto. Sharon in una intervista televisiva ha attaccato oggi a sua volta duramente Netanyahu, un uomo che ”in ogni situazione difficile si fa prendere dal panico e perde il sangue freddo”. Mentre fra i due cresce il livello dello scontro per il controllo del Likud, gli analisti si interrogano sul futuro di Sharon, se perdera’ la guida del suo partito.

Nei palazzi della politica israeliana si evoca l’ipotesi che Sharon in caso di sconfitta esca dal partito e vada alle elezioni con una lista alternativa in grado di mietere consensi fra gli elettori del centro e del centro-sinistra, per i quali ora il premier e’ l’uomo che ha avuto il coraggio di smantellare le colonie. I sondaggi prevedono per una lista Sharon fuori dal Likud un risultato superiore a quello di una lista ‘ufficiale’ di Netanyahu. Si studia anche l’ipotesi di una lista dei ‘grandi vecchi’ guidata da Sharon, 77 anni, dal laburista Shimon Peres, 80 anni, e dal leader centrista Yosef Lapid, cui i sondaggi promettono quasi la maggioranza assoluta in parlamento.

Sharon, leader dei labour? L’ultima provocazione in questa direzione e’ venuta negli ultimi giorni da due quotidiani, il liberal Haaretz e il conservatore Jerusalem Post. Il Labour, umiliato alle ultime politiche (con 19 seggi su 120 contro 40 alla lista Likud di Sharon), da allora e’ senza un vero leader. Peres e’ stato designato come reggente in attesa dell’elezione di un nuovo presidente, che dovrebbe intervenire puire in novembre.

”Abbiamo un partito senza leader, e un leader senza partito” ha scritto provocatoriamente Haaretz, proponendo una fusione fra ”il Labour, il partito senza leader, e Sharon, il leader senza un partito”. ”Per noi sarebbe un ottimo leader”, ha commentato uno dei due deputati sentiti dal Jerusalem Post: ”non credo – ha pero’ aggiunto – che possa accadere, ma senza dubbio ha attuato politiche del Labour e merita il nostro rispetto”.

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