Volontariato

Kashmir: arriva oggi responsabile Onu del coordinamento

Dopo il panico per la scossa di assestamento di ieri, oggi il responsabile Jan Egeland si recherà nella capitale Muzaffarabad

di Redazione

E’ tornato il panico in Kashmir dopo la violenta scossa di assestamento di ieri sera, di ben 5.6 gradi di magnitudo sulla scala Richter. Il sisma – registrato dall’Ente geologico americano di Golden (Colorado) – ha fatto tremare gli edifici per alcuni secondi.

Oggi il responsabile del coordinamento degli aiuti internazionali, Jan Egeland, si recherà oggi a Muzaffarabad, capitale devastata del Kashmir pachistano, per verificare di persona i danni provocati dal sisma in città. I bilanci delle vittime parlano di almeno 23.000 morti in Pakistan e di almeno 1.300 nel Kashmir indiano. Centinaia di migliaia i feriti. Le Nazioni Unite stimano che 2,5 milioni di persone necessitino di nuovi alloggi; un milione ha bisogno di assistenza urgente.
Egeland ha espresso la speranza che il terremoto possa almeno riavvicinare India e Pakistan, dopo anni di tensione e confronti proprio a causa del controllo della regione del Kashmir, la più devastata dal sisma. “Dovrebbero dimenticare le vecchie divisioni e dovrebbe esserci un invito aperto all’assistenza di tutti in ogni luogo” colpito dal terremoto, ha spiegato il funzionario Onu. La comunità internazionale si è mobilitata per recapitare aiuti di prima necessità, contribuendo anche all’invio di personale e team di soccorso. Ma quanto fatto finora non è sufficiente. La maggior parte degli abitanti dell’intera regione del Kashmir, hanno riferito fonti mediche locali, “soffre di malnutrizione”. Anche per questo England chiede di più. Soprattutto all’India: “L’India è la nazione più grande della regione. Non ha solo il diritto ma l’obbligo di fornire altre risorse”, ha detto.
A sostenere il Pakistan è arrivata ieri a Islamabad il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice. Gli Stati Uniti sono pronti a fare quanto è in loro potere per alleviare le sofferenze delle vittime, ha assicurato Rice. Parlando con i cronisti al termine dell’incontro con il primo ministro Shaukat Aziz, Rice ha spiegato che il Pakistan ha chiesto agli Stati Uniti – che hanno stanziato per ora 50 milioni di dollari – di inviare tende, acqua potabile, coperte ed equipaggiamento per rimuovere le macerie. Ed ha assicurato che il governo farà tutto il possibile. “Saremo con voi in questo momento del bisogno – ha detto durante la conferenza stampa al primo ministro Aziz – non solo oggi ma anche domani. Gli Stati Uniti, così come molti altri paesi del mondo, hanno conosciuto disastri naturali. Questo è di dimensioni epiche. Voglio dire al popolo pachistano che vi siamo vicini”.
Il presidente pachistano, Pervez Musharraf, dal canto suo, ieri sera in diretta televisiva ha parlato al paese e alla comunità internazionale, ammettendo le difficoltà dei soccorsi, poi ha ringraziato i paesi che hanno offerto assistenza alle zone del suo paese colpite dal terremoto di sabato scorso, ed ha aggiunto che la situazione permane difficile. “Abbiamo ricevuto molti aiuti”, ha detto Musharraf, ringraziando in particolare, la Turchia, la Gran Bretagna, l’Arabia Saudita, la Cina, la Russia, la Francia, il Giappone, gli Stati Uniti. Il presidente pachistano ha quindi prospettato la necessità di disporre di elicotteri per il trasporto dei rifornimenti nelle zone terremotate, dal momento che numerose strade risultano bloccate da frane causate dal sisma.

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