Mondo
Le nuove “maschere” di Bob Barron
L'uomo che cambiava i volti alle spie della Cia oggi realizza nasi, orecchie, occhi e dita per chi soffre veramente.
di Redazione
Per circa vent’anni ha “costruito” facce nuove e interscambiabili che consentissero agli agenti segreti di camuffarsi in base alle diverse esigenze. Erano gli anni della guerra fredda e Bob Barron, che all’epoca lavorava nella Cia, cambiava i connotati alle spie, applicava nasi posticci, orecchie, dita e addirittura zigomi e occhi. Tutte protesi, s’intende, di quelle che poi, a lavoro finito, con un colpetto vengono via. Un’esperienza, quella di Barron, che avrebbe potuto garantirgli una carriera hollywoodiana miliardaria quando, nel 1993, lasciò l’intelligence. Invece, scelse un’altra strada. Quella che lo potesse portare da chi aveva bisogno del suo aiuto. Uomini, donne, giovanissimi e bambini ai quali la natura, o un incidente, o una malattia aveva deformato parte del volto.
E’ nata così, dodici anni, fa la Custom Prosthetic Designs, un laboratorio ad Ashburn, Virginia, non lontano dal quartier generale della Cia a Langley dove, per anni, aveva lavorato in segreto. “Ho pensato – ha spiegato Barron – che se, lavorando per l’intelligence, potevo aiutare qualcuno a camuffarsi, in questo modo potevo aiutare qualcun altro a smettere di camuffarsi”.
L’idea gli è venuta proprio negli ultimi anni di attività alla Cia. Stava cercando nuovi materiali per i suoi prodotti, quando scoprì l’esistenza della Association of Medical Sculpture, a New York, dove producevano una grande quantità e varietà di protesi. “Ho visto tanta di quella gente sfigurata, e ho pensato che con il mio lavoro avrei potuto essere d’aiuto. In quel momento ho capito che quella sarebbe stata la mia seconda carriera”.
Fino a oggi sono state tantissime le protesi realizzate nel laboratorio di Ashburn, specializzato nella realizzazione di nasi, orecchie, occhi, dita. Si tratta di strutture amovibili, che restituiscono a un volto l’aspetto “normale” ma possono essere rimosse secondo necessità. Uno dei lavori più recenti realizzati da Barron, è stato un orecchio per Peter Dankelson, un ragazzino di cinque anni, del Michigan, affetto fin dalla nascita da una deformazione congenita, che già si era più volte sottoposto a tentativi di ricostruzione chirurgica, ma senza risultati soddisfacenti.
Barron ha realizzato l’orecchio, lo ha sottoposto a cottura in uno speciale forno, poi con una colla particolare lo ha applicato sul lato sinistro della testa del ragazzino, spiegando ai genitori come fare per toglierlo la sera, prima di andare a dormire, e come riposizionarlo il giorno dopo. Una volta applicata la protesi, è sufficiente “ritoccare” i contorni con una specie di cosmetici adatti a questo uso.
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