Welfare

Esame di italiano per aprire esercizio

E' la proposta della Lega nelle commissioni Attivita' produttive e Finanze della Camera

di Redazione

Attestato che certifica la conoscenza della lingua italiana per i cittadini extracomunitari che vogliono aprire un’attivita’ commerciale. E’ la proposta contenuta nell’emendamento al dl incentivi, presentato dall’esponente della Lega, Silvana Comaroli, nelle commissioni Attivita’ produttive e Finanze della Camera. ”Le regioni, nell’esercizio della potesta’ normativa in materia di disciplina delle attivita’ economiche -si legge nell’emendamento- possono stabilire che l’autorizzazione dell’esercizio dell’attivita’ di commercio al dettaglio, sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente, qualora sia un cittadino extracomunitario, di un certificato attestante il superamento dell’esame di base della lingua italiana rilasciato da appositi enti accreditati”.

“Non e’ un caso che, dopo la direzione del Pdl di ieri, la Lega oggi senta il bisogno di battere un colpo. E non puo’ che farlo alla maniera leghista, cioe’ ricorrendo al suo cavallo di battaglia preferito: il razzismo contro i cittadini extracomunitari”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. “Le novita’ di giornata: un test di italiano per gli immigrati che aspirano a fare i commercianti, lo stop alle insegne multietniche, la priorita’ ai cittadini dell’Unione europea per le assunzioni nelle aziende. Strano davvero questo attaccamento all’italiano da parte di chi auspica la secessione della Padania. Forse -sottolinea- gli amici leghisti, scrivendo questi emendamenti, non avevano per le mani un manuale di storia per la maturita’: non sono misure originali, ci ha gia’ pensato qualcuno prima di loro, in un ventennio non proprio felice della storia d’Italia”. “Mi pare evidente -prosegue Finocchiaro- che la fibrillazione all’interno della maggioranza di governo e’ appena cominciata. E che invece di preoccuparsi dei problemi reali delle persone reali, come il lavoro e la crisi economica, ogni componente tira acqua al suo mulino”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.