Non ha diritto al ricongiungimento familiare l’immigrato condannato per reati legati agli stupefacenti. Lo rileva la Cassazione nel respingere il ricorso di un’ albanese, Manola T., che chiedeva di potere ottenere il ricongiungimento con il marito condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione per reati di droga, in nome dell'”unita’ familiare”. Secondo la Suprema Corte la condanna per questo tipo di reato rientra tra i motivi che consentono di negare il diritto al ricongiungimento. In base alla legge che regola i flussi dell’immigrazione, infatti, “lo straniero per il quale e’ richiesto il ricongiungimento familiare – ricorda la Cassazione – non e’ ammesso in Italia quando rappresenti una minaccia concreta e attuale per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato”.
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