Alla soglia dei 100 anni ci ha lasciati Louise Bourgeois. È stata una dei grandi artisti di questi decenni. E Venezia si apprestava a festeggiarne il secolo con una grande mostra al Museo Guggenheim. Era nata a Parigi ma ha passato tutta la vita Oltreoceano. La Bourgeois, mamma di tre figli, è sempre stata un’interprete profonda della vita e delle sue ferite. Come racconta in questo brano in cui spiega il senso di una delle sue sculture più famose.
Ho fatto un disegno, poi una scultura e quindi una stampa, sempre con lo stesso titolo,The Guilty Girl is Fragile. La figura triangolare posa su un solo punto e può facilmente cadere. La sua colpa non ha nulla a che vedere con la religione. C’è colpa nel non vivere al massimo delle proprie potenzialità, c’è colpa nell’incapacità di frasi comprendere. C’è colpa nel non essere una buona madre. E c’è colpa nel non riuscire a farsi amare. Emotivamente l’artista rimane un bambino e un mendicante per tutta la vita. L’arte è una recitazione assolutamente piacevole, ma l’autoespressione non include necessariamente l’apprendimento. Bisogna assumere la responsabilità di sé e della proprie azioni. Montaigne ha detto: «Conosci te stesso». Non c’è nessuno da rimproverare se non se stessi e, credimi, io posso sopportare molto biasimo. I miei problemi derivano dall’incontro con l’Altro. La comunicazione è difficile da instaurare. La fiducia è difficile da ottenere. L’amore è difficile da conquistare. Ho sempre affermato che l’arte è garanzia di sanità mentale. Come artista so che non ferirò nessuno, nemmeno me stessa.
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