Non profit
“Gravi effetti negativi per l’innalzamento invalidità”
Lo affermano i Jesuit Social Network Italia
di Redazione
l Jesuit Social Network Italia, Federazione di 32 associazioni di laici e gesuiti che sul territorio nazionale sono impegnate nel sociale, denuncia con forza i gravi effetti negativi che l’innalzamento della soglia di invalidità avrà sulle persone più fragili ed emarginate, allontanandole sempre più dalla possibilità di avviare e sostenere percorsi di recupero e di reintegrazione.
Molto spesso, denunciano l’Associazione San Marcellino di Genova che opera con i senza dimora e la Comunità Emmanuel che lavora con persone affette da dipendenza, le persone che vivono in situazioni di marginalità gravi sono vittime di una serie di patologie fisiche e psichiche che aggravano le già precarie condizioni sociali.
L’innalzamento indiscriminato della soglia di invalidità, così come prevista, di fatto esclude, secondo le attuali tabelle stabilite con Decreto del Ministero della Sanità nel lontano 1992 che fissano le percentuali di invalidità a seconda delle diverse malattie invalidanti, tutta una serie di patologie che tipicamente appartengono alle persone che vivono in strada o che sono o sono state dipendenti da sostanze.
Escludere queste persone da un sostegno economico, pur se minimo (258€ al mese), significa di fatto impedire loro di sopravvivere e proseguire o avviare i tanti percorsi avviati di riabilitazione e di ritorno a forme di autosufficienza. A fronte di un risparmio di cassa si cancellano anni di lavoro e le condizioni minime per consentire a queste persone un ritorno ad una vita propria, rigettandole indietro.
Crediamo che non possano essere negati il diritto ad una vita degna e ad una possibilità di riscatto e reintegrazione, che ad un astratto principio di solidarietà da più parti invocato non debbano seguire, di fatto, azioni di esclusione e emarginazione sempre più gravi e invalidanti.
Chiediamo con forza perché le forze sociali e politiche del paese si possano attivare perché i sacrifici imposti dall’attuale situazione economica non ricadano su coloro che non hanno voce e pagano il prezzo di una vulnerabilità cronica.
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