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Egiziano, sudanese… Azzurro!Camerun, dove lo sport sociale è targato Csi
La Coppa del Mondo vista da un ragazzo di seconda generazione
di Redazione

Oltre 5mila iscritti, per oltre 100 impianti sportivi. A volte costruiti al posto di fogne a cielo aperto. Paolo Fradeani racconta un’avventura cominciata dopo una vittoria a San Siro di vent’anni fa «Bos, shuf, Gedo be yeamel eh!!» in arabo significa: «Guarda, osserva cosa fa Gedo!». Così i tifosi egiziani incitano il loro idolo calcistico Mohamed Gedo (nella foto), portentoso calciatore, determinante nell’ultima Coppa d’Africa giocata a febbraio 2010 e vinta proprio dall’Egitto.
Vado molto fiero del successo della nazionale egiziana, soprattutto in questo periodo. Per me è un altro vanto il fatto che i Mondiali si giocheranno, per la prima volta nella storia, nel continente nero, rendendo il tutto speciale per un ragazzo come me che, oltre ad essere italiano, ha origini egiziane e sudanesi. Aspettate un momento, però! La nazionale campione d’Africa non fa parte della lista dei 32 Paesi qualificati a Sudafrica 2010! Questo è uno shock in tutto il mondo arabo in quanto l’Egitto è il più importante Paese dal punto di vista politico e calcistico. E quindi? Allora tiferò Sudan, il più grande Paese d’Africa. Ma non sarà un tifo calcistico. Solo geografico-affettivo. La nazionale sudanese non si è qualificata per i Mondiali e il ranking Fifa evidenzia che a maggio 2010 il Sudan è al 118° posto su 200 squadre; di conseguenza era quasi evidente l’esclusione del Paese subsahariano. Ma allora sapete cosa vi dico? Tiferò per l’Italia! Non lo faccio per opportunismo o per mancanza di scelta; l’avrei fatto by default, perché in fondo si tratta del mio Paese, no? So che la domanda è: e se giocassero tutte e tre le nazionali nello stesso torneo, chi avresti tifato? D’istinto ho già risposto prima, sicuramente gli azzurri, il Paese per cui mi riunirò con gli amici a guardare le partite davanti una pizza e una birra, il paese per cui mi colorerei i capelli verde, bianco e rosso; il Paese per cui scenderei in piazza Duomo a sventolare il tricolore. Vi lascio però con il beneficio del dubbio, perché se dovesse capitare che un giorno l’Italia, l’Egitto e il Sudan dovessero giocare una partita tra di loro, sarei ipocrita e poco sincero se dicessi che la sconfitta di una delle tre mi scivolerebbe addosso!
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