Non profit

Migranti, l’Arci ci vuole pensare su

L'associazione chiama in campo gli intellettuali: «Finora sono stati troppo contraddittori». L'obiettivo? «Entrare nelle scuole»

di Redazione

Si intitola «Ìmpari, non uguale inferiore» il XVI Meeting antirazzista organizzato dall’Arci a Livorno – Cecina mare (dal 10 al 17 luglio). Un titolo che è un programma e una preoccupazione. «Rispetto al 1995, la situazione è senz’altro cambiata, come sono cambiati i numeri e le caratteristiche del fenomeno migratorio», premette Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell’associazione.
Vita: «Sull’uguaglianza abbiamo ancora molto da imparare», voi dite…
Filippo Miraglia: La legislazione in materia è quella più instabile, che cambia più spesso seguendo gli umori della politica. C’è una realtà dell’immigrazione e poi la sua rappresentazione, che è assolutamente diversa.
Vita: Da qui la riflessione sui media?
Miraglia: È un tema che in questa edizione affronteremo in maniera diversa attraverso seminari e corsi di formazione rivolti soprattutto ai giovani, da un lato. Dall’altro abbiamo pensato di costruire una alleanza propedeutica con il mondo della cultura.
Vita: Perché propedeutica?
Miraglia: Perché dalla cultura anzitutto deve venire il tentativo di ribaltare il discorso pubblico sull’immigrazione. Senza questo contributo, non si ottiene il necessario cambiamento.
Vita: Basta intellettuali distratti?
Miraglia: Vogliamo farli scendere in campo. Non è che in questi anni non siano intervenuti. Ma lo hanno fatto in maniera un po’ frammentaria, contraddittoria. Talvolta controproducente. Ad esempio Sartori dice cose terrificanti, ma è considerato un intellettuale democratico.
Vita: Ci sarà anche un laboratorio di satira…
Miraglia: È intitolato «Lega no – il razzismo spiegato al figlio di Bossi» e sarà curato da Sergio Staino e Francesca Fornario. Contemporaneamente ci sarà la mostra «Nostra patria è il mondo intero – Migranti e briganti nelle matite di Altan, ElleKappa, Staino e Vauro». Vorremmo poi farla girare nelle scuole, nei circoli e, tramite Feltrinelli, nelle librerie.
Vita: A quali partecipanti avete puntato?
Miraglia: Soprattutto ai giovani italiani e alle seconde generazioni, sulle quali occorre lavorare per evitare che cresca un sentimento di astio nei confronti di questa società maligna verso gli stranieri.
Vita: Il vostro è anche un allarme?
Miraglia: Senza dubbio abbiamo registrato un peggioramento complessivo della cultura del Paese, il diffondersi dell’intolleranza e della xenofobia. Purtroppo in assenza di una adeguata indignazione pubblica, si diffonde l’idea per cui non possiamo permetterci per tutti uguaglianza e diritti.

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