Politica

Pdl, un partito nella bufera

Verdini, Dell’Utri e Cosentino sotto inchiesta. I finiani all’attacco. Cronache e reazioni nei quotidiani di oggi

di Redazione

Gli inquirenti ipotizzano l’esistenza di una sorta di loggia segreta che ordiva complotti e faceva pressioni su organi istituzionali. Per Berlusconi è ancora una volta una “montatura”. Ma per Fini…

 

 

 Titolo di apertura (“Nomine e sentenze: le carte degli intrighi”) ed editoriale (“Il lato mancante” di Massimo Franco) del CORRIERE DELLA SERA di oggi sono dedicate all’inchieste sull’eolico che sta coinvolgendo Denis Verdini, Dell’Utri e Cosentino. Le carte dell’inchiesta sono raccolte dal pezzo di Giovanni Bianconi che occupa quasi per intero le pag 2 e 3. In sintesi: «Associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Per questi reati sono stati iscritti sul registro indagati della Procura di Roma, il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico per la quale è finito in carcere Flavio Carboni.  Per gli stessi reati sono indagati anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini ed Ernesto Sica, ex assessore all’avvocatura della Regione Campania, e sono finiti in carcere, appunto,  l’imprenditore sardo Flavio Carboni, il geometra Pasquale Lombardi e il costruttore Arcangelo Martino. Cosentino è indagato per l’episodio legato al dossier che puntava a screditare Stefano Caldoro, quale candidato alla presidentre della Regione Campania, e per le pressioni esercitate sulla Cassazione per una rapida fissazione dell’udienza in cui si doveva discutere della legittimità della misura cautelare emessa nei confronti del sottosegretario dalla magistratura napoletana». A pag 5 la reazione di Berlusconi: “Il premier: una montatura. Carboni? Non si incarcera uno che ha 78 anni”: «Comunque finisca nell’immediato questa intricata vicenda, una cosa è certa: Silvio Berlusconi considera la storia “tutta una montatura, sulla quale come al solito i giornali fanno disinformazione”. Di più, una “cosa assurda”, perché dove è il reato, dove l’associazione a delinquere per costituire un’associazione segreta quando dalle carte emergono solo i movimenti scomposti di “due pensionati che millantavano credito, due ignoti personaggi che nessuno conosce, ma ci rendiamo conto?”. E Flavio Carboni, poi: altro che pericolo pubblico. La verità, secondo il premier, è che “non si mette in galera uno che ha settantotto anni” e pure tre by-pass, come raccontano le cronache. Insomma, è furioso, Berlusconi, per l’ennesimo scandalo che getta “fango” a suon di “menzogne” e di “operazioni di disinformazione” proprio nel cuore del suo partito. Per questo la sua ira gelida è tutta contro chi ha cavalcato il caso, chi ha chiesto le dimissioni di Verdini adducendo motivi di opportunità ed esigenze di moralità, chi è arrivato a sostenere che altre indiscrezioni verranno alla luce, altre notizie imbarazzanti: Italo Bocchino, per intendersi. Ritenuto uomo di massima fiducia di Gianfranco Fini, quasi il suo braccio armato. Tanto da aver provocato nel Cavaliere — più che uno sfogo — l’annuncio che si sta per mettere una pietra tombale su ogni tentativo di ripresa di dialogo con il cofondatore: “Per me — dice tranchant— Fini è fuori dal partito. Perché chi si fa rappresentare da uno come Bocchino, non può che essere fuori dal partito”».

 

“Ecco i piani della nuova P3”: LA REPUBBLICA non ha dubbi a proposito dell’inchiesta sull’eolico che ha coinvolto Denis Verdini, Dell’Utri e Cosentino. Sono 14 gli indagati per violazione della legge Anselmi (quella contro la P2). «La società segreta che interferiva su organi pubblici e costituzionali» (come sostiene il gip, Giancarlo Capaldo) organizzando anche trame contro il neo-governatore campano Caldoro, divide il Pdl. Mara Carfagna, ad esempio (rivale di Cosentino per le regionali) è sulla stessa linea del finiano Bocchino ed è molto esplicita: “Traditi gli elettori del Pdl Cosentino deve lasciare”: «non sono una che ama vedere le teste rotolare ma fino a quando la magistratura non avrà accertato le sue opportunità è opportuno che faccia un passo indietro perlomeno da coordinatore regionale in Campania. Sarei favorevole anche alle sue dimissioni da sottosegretario». Dai verbali, scrive Francesco Viviano, emerge un Pdl impegnato «a tramare, ad organizzare convegni per pilotare affari, assunzioni e anche candidature politiche. Sponsorizzandole oppure tentando di affossarle diffondendo false informazioni. Un’operazione mastodontica». In ballo le elezioni, il lodo Alfano. Il commento di Massimo Giannini è intitolato “Le metastasi del potere”. Giannini parla di «quadro agghiacciante del rapporto tra plitica e malaffare nell’epoca berlusconiana… un verminaio che travolge a vario titolo gli uomini più “strategici” e più vicini al premier»: Bertolaso, Brancher, Scajola, Verdini, Cosentino, Dell’Utri. Più che una cricca: «un sistema di potere a fini privatistici che chiama in causa… “tutti gli uomini del presidente”».

 

Lancio in prima e sviluppo a pagina 19 per il caso “P3” sul SOLE 24 ORE. A contorno, l’analisi politica di Stefano Folli a pagina 18, in cui l’editorialista chiama per nome e per cognome i problemi che la Pdl e soprattutto la Lega si trovano davanti: «Formigoni, Galan, ora Casini; in mezzo l’oscuro caso Brancher, che è comunque una sconfitta. Dopo un paio d’anni di dominio incontrastato, ora l’asse preferenziale «nordista» che ha sorretto il governo mostra qualche incrinatura». Ma oltre all’attacco lanciato dal governatore della Lombardia contro la Lega, le posizioni di Galan che vorrebbe punire chi provoca le multe sulle quote latte a danno dell’Italia, e l”apparente apertura dell’Udc a un governo di larghe intese, a complicare la vicenda ci sono per l’appunto le inchieste di Roma su: Marcello dell’Utri insieme al sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. Sono accusati di avere costituito, insieme all’imprenditore Flavio Carbone e al coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, una nuova P2 con l’obiettivo di condizionare decisioni politiche, processi e nomine a cariche istituzionali. Il reato sarebbe quello di associazione per delinquere finalizzata alla violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Sui retroscena e le prosepttive future scrive, invece, Celestina Dominelli, nel suo “Su sottosegretario e Verdini pressing per le dimissioni” a pagina 19. In cui si dice di un Berlusconi apparentemente sereno, ma in fondo preoccupato per l’ennesima grana che dovrà sciogliere personalmente.

 

“Mezzo PdL finisce indagato. Mezza casa regalata a De Mita” è il titolo della copertina del GIORNALE che anticipa le sette pagine dedicate alla P3, ovvero la nuova P2. Una grande foto d’altri tempi di Bocchino e Verdini per sottolineare la «pugnalata» da parte del primo che attacca il secondo con carte secretate. Il partito, Bondi e Cicchino, tuona: «Bocchino ora dica in che modo e attraverso quali canali ha avuto i documenti». Intervista al ministro dell’istruzione Maristella Gelmini che sulla vicenda di Verdini  dichiara: «non si deve dimettere. Ma il coordinatore del PdL sia uno». Sin  dalla copertina occhieggia uno strano titolo “Dopo l’Ikea, il centro commericale Coin” che non è una notizia economica, bensì la strategia del premier che è spiegata a pag. 8: «Dopo l’Ikea Silvio va alla Coin: perché il Premier fa politica al centro commerciale. Il blitz di ieri a Milano alla Coin di piazza Cinque Giornate, è la conferma che il Premier la democrazia è anche contatto con la gente, sempre più lontana dalle manovre e dalle liti di Palazzo».

“Indagati Dell’Utri e Cosentino”. Apre con questo titolo la prima pagina de LA STAMPA. Da pagina 2 a pagina 5 il quotidiano dà conto dei nuovi risvolti dell’inchiesta sulla associazione segreta di Flavio Carboni, del “Caos nel Pdl”, come titola un pezzo a pagina 4, e degli emendamenti proposti dal capogruppo Pdl Enrico Costa alla legge sulle intercettazioni. “Verdini-Cosentino, il premier spera nelle dimissioni” titola un pezzo a pagina 4, ma l’apertura è tutta dedicata agli scontri fra i “finiani” e i “berlusconiani” all’interno del Pdl, con Bondi e Cicchito che attaccano Bocchino a colpi di dichiarazioni e comunicati stampa (l’esponente finiano aveva parlato di intercettazioni pronte a uscire sui giornali che avrebbero portato alle dimissioni di Verdini). “Intercettazioni, ecco le modifiche. Ma si attende ancora il sì di Fini” titola l’apertura a pagina 5. A piede di pagina LA STAMPA intervista il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, che ritiene non influenti gli emendamenti. Sul disegno di legge sulle intercettazioni «resta il giudizio negativo» dice Palamara. «Sono le ennesime correzioni, che si innestano su una struttura di fondo che non è condivisibile».

 

ITALIA OGGI dedica alla politica tutto il primo sfoglio del giornale, con il ritorno di Casini, i mal di pancia di Casini, gli strascichi del caso Brancher, i movimenti nel Pdl Piemonte. In particolare, sulle tensioni nella maggioranza, la nota politica di Marco Bertoncini, a pagina 2. “La base del Pdl comincia a registrare cedimenti”, è il titolo: «Siamo arrivati allo sputtanamento quotidiano. Anzi, talvolta gli episodi che infangano il Pdl arrivano perfino accoppiati. Infine, quando non ci pensa qualche iniziativa giudiziaria, provvedono esponenti dello stesso partito a gettar melma. Sbaglierebbe chi nel Pdl pensasse che, vuoi per assuefazione, vuoi per garantismo, vuoi per fiducia diretta in Silvio Berlusconi, gli elettori non risentano del clima graveolente. Chi votò Pdl due anni fa, e oggi è frastornato o stupefatto o disgustato, non passa al Pd o all’opposizione; però, si allontana. Qualcuno va verso la Lega, come si è visto alle regionali; molti scelgono di non votare. Il “ghe pensi mi” di Berlusconi è quindi invocato non soltanto per la manovra, le intercettazioni, i rapporti con Fini, ma altresì per la situazione del partito. Si potrà deridere l’inconsistenza del gruppetto di pressione che qualche magistrato vorrebbe far passare per associazione segreta; tuttavia che cosa può pensare un elettore campano (e non solo campano) di fronte a un assessore ritenuto organizzatore, con altri, del miserevole complotto contro l’allora potenziale candidato presidente Caldoro? E perché mai un coordinatore nazionale del Pdl deve andare a cena con personaggi diciamo così discussi? Pulizia: tale la richiesta della base del partito. Sgradevole, però, è che questa esigenza sia usata dai finiani a strumentali scopi di sputtanare la classe dirigente del proprio stesso partito. A sua volta, la classe dirigente deve agire con chiarezza. Come ha ricordato un radicale militante nel Pdl, Carmelo Palma, «nessuno si deve dimettere perché è indagato, ma non si può difendere qualcuno, a prescindere dal resto, solo perché è indagato». Troppi, nel partito, ragionano in termini di Palazzo, dimentichi della base. Peggio ancora, poi, se alla politica, intesa come mero potere, s’intrecciano affari non sempre limpidi».

 

Il richiamo in prima pagina ha come occhiello «cricche» per annunciare le due pagine dedicate all’inchiesta sulla cosiddetta P3. Fatti che vengono citati anche in un corsivo di Norma Rangeri che annuncia la manifestazione di domani del MANIFESTO che domani scende in piazza contro la legge bavaglio «Nel basso impero berlusconiano, mentre tutti gli uomini del presidente, da Dell’Utri a Cosentino, da Verdini a Carboni, schizzano ai vertici dello scandalo P3, il governo procede nei bavagli all’informazione (…)». Nelle due pagine interne si racconta l’inchiesta e le piste che si stanno seguendo spaziando dall’inchiesta sulla nuova loggia, ai rapporti con la camorra di Cosentino, Accanto si trovano altri articoli sulle fibrillazioni della maggioranza dalla legge Alfano, alla crisi in corso in Sardegna all’interno della maggioranza di centrodestra in cui l’Udc ha chiesto le dimissioni del dirigente Farris «Nominato per aiutare Carboni sugli appalti»

 

Alla nuova tempesta politica sulla maggioranza è dedicata la pagina 9 di AVVENIRE con un richiamo in prima intitolato “Logge segrete e appalti per l’eolico: indagati anche Dell’Utri e Cosentino: il senatore era alla cena “sospetta” in casa Verdini in cui si sarebbe discusso con magistrati del lodo Alfano; il sottosegretario dell’Economia è invece accusato di aver tramato contro Caldoro. «Anche Dell’Utri e Cosentino farebbero parte della presunta loggia P3» si legge nel servizio firmato da Marco Iasevoli. «Il filone loggia prende le mosse dalle indagini sulle energie alternative, ma si estende a macchia d’olio». Il convolgimento di Dell’Utri e Casentino nell’inchiesta sull’eolico in Sardegna alimenta lo scontro tra maggioranza e opposizioni e crea nuovi veleni del Pdl. Nel mirino finisce soprattutto il sottosegretario dell’Economia e coordinatore campano del Pdl. L’Italia dei Valori preannuncia una mozionei sfiducia e l’Udc avverte: «La votiamo anche noi». Il finiano Italo Bocchino prova a rinnovare lo schema che portò alle dimissioni-lampo di Aldo Brancher e dichiara: «Berlusconi dica a Verdini di uscire di scena». E Berlusconi «in privato parla di “leggerezze amplificate dai media”. Ma poi chiama il coordinatore del Pdl e gli chiede di rimanere». Tra le reazioni AVVENIRE registra in particolare quella di Luca Palamara, presidente dell’Anm che commentando i presunti intrecci tra politica e magistrati parla di «un quadro di inquinamento preoccupante, a fronte del quale serve chiarezza e nettezza di posizioni, perché la magistratura che vogliamo non può permettersi di avere al suo interno situazioni di opacità». Una posizione che non è piaciuta ad Angelo Martone, avvocato generale della Casszione, indagato nella medesima inchiesta, che ha deciso di lasciare la toga dopo aver negato tutte le accuse nei suo confronti e ha dichiarato: “sono sempre stato imparziale”.

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

BCC
CORRIERE DELLA SERA – Il vicedirettore Dario Di Vico cura una pagina che fa la radiografia al mondo del credito cooperativo sotto il titolo: “Bcc, il sistema della banca rete. Più governance per aiutare i piccoli”: «Mentre il fatturato dei Piccoli cadeva la banca di relazione non faceva mancare i finanziamenti e nei casi più sventurati era l’ultima a uscire». Ma ci sono anche i rischi: «I prestiti incagliati nel 2009 per le Bcc sono cresciuti del 20% e le sofferenze del 36% raggiungendo una quota del 3.6% sugli impieghi».

 

GREEN ECONOMY
LA REPUBBLICA – “Dai faunisti agli energy manager i nuovi mestieri della Green economy”. Anticipazione del rapporto della Fondazione Symbola e di Unioncamere: 200mila lavori verdi creati e altri 800mila in arrivo. La crescita delle rinnovabili (ora coprono l’11% dei bisogni energetici) e l’exploit delle imprese che scommettono sull’energia del futuro: il 30% delle Pmi punta sulla green economy per superare la crisi. «L’Italia che esce da questo rapporto è un paese che ha un ruolo da giocare sul palcoscenico internazionale a patto di sviluppare le sue potenzialità». Così Ermete Realaci, presidente di Symbola.

 

FORMULA 1
LA REPUBBLICA – “Roma, rombo di F1 sotto il Campidoglio è la protesta contro il Gran Premio all’Eur”. Ieri il comitato dei cittadini romani è andato a protestare contro la bizzarre idea di Alemanno, tenere un GP nel cuore del quartiere di architettura razionalista. Non hanno alcuna intenzione di venire a patti. Chiedono semplicemente che non si faccia. Un uomo di Alemanno ha ribadito che per il Campidoglio «la condizione essenziale per realizzarlo è un basso impatto ambientale». Cosa questo significhi si vedrà a settembre. In molti sperano si tratti di un rinvio sine die…

 

VALLANZASCA
IL GIORNALE – Pagina spettacoli  dedicata all’anteprima del film “Gli angeli del male” che narra la storia della banda Vallanzasca. Michele Placido, regista del film, afferma: «è un’opera contro Vallanzasca e non contro i poliziotti», mentre l’interprete Rossi Steward lo smentisce. Il dibattito si è appena aperto e il film parteciperà, fuori concorso, al Festival di Venezia, sarà nelle sale il 17 dicembre.

 

FARMACI
ITALIA OGGI – “India, trema la farmacia del mondo”. Il mercato dei farmaci generici indiano, che crese del 13% all’anno, potrebbe conoscere uno stop a causa di un accordo con l’Unione Europea, previsto entro fine anno che «potrebbe avere vaste implicazioni dal punto di vista della proprietà intellettuale». Preoccupata Medici senza Frontiere, «che dalla fine degli anni 90 si approvvigiona abbondantemente presso i produttori indiani di farmaci generici di cocktail antiretrovirali, destinati soprattutto all’Africa».

 

ERITREI
IL MANIFESTO –  «Male nostrum» è il titolo che va a sfondare la foto di apertura, un fotogramma del video girato dai rifugiati eritrei in cui si mostra l’arrembaggio della marina militare,  dedicato a quanto sta accadendo in Libia. «Credevano di aver conquistato l’Italia, li hanno riportati in Libia senza nemmeno controllare chi fossero. Un video, inviato al manifesto da Tripoli, mostra il momento in cui i rifugiati eritrei oggi detenuti a Braq vengono “salvati” dai militari italiani e rispediti indietro. E svela le bugie del Viminale. Anche Gheddafi ordina un’inchiesta». Altri fotogrammi illustrano il racconto alle pagine 2 e 3 che ricorda come secondo Fortress Europe sarebbero 1409 i respinti nel canale di Sicilia dal maggio 2009, di questi 245 sarebbero libici, a Braq ce ne sono 103. «Non avendo firmato la Convenzione di Ginevra del 1951, la Libia non riconosce il diritto di asilo. Tanto che coerentemente, non definisce i cittadini eritrei “richiedenti asilo”, ma “immigrati illegali”. L’Italia che invece ha firmato la Convenzione di Ginevra, li respinge in mare. E continuerà a farlo: nella finanziaria appena approvata sono previsti due milioni di euro (…)». Un secondo articolo è dedicato all’inchiesta ordinata da Gheddafi sui maltrattamenti degli immigrati.

 

ROMA
IL MANIFESTO – In ultima pagina il reportage è dedicato alla Città dell’Altra Economia di Roma che va «verso la chiusura». «Macello Alemanno» titola l’articolo che gioca sul fatto che la sede del Cae si trova all’ex mattatoio. Nell’articolo si sottolinea come questo progetto sia «unico in Europa» e di come «la desta lo sta chiudendo. Un altro pezzo di Roma “alternativa” che scompare». Questa la conclusione: «I dubbi che il Campidoglio sia disponibile al dialogo e all’ipotesi che la Città possa continuare ad esistere sono a dir poco forti. (…) Ma una giunta che ha annunciato, con la scusa della mancanza di fondi, la quasi cancellazione dell’Estate Romana 2001; che dà in pasto il Circo Massimo a manifestazioni sportive e organizza le sfilate dei gladiatori, non autorizza a sperare. Bisogna fare economia. E allora muoia la Città dell’Altra Economia con tutti i bamboccioni. Di sinistra, beninteso».

 

CARCERE
AVVENIRE – Scoppia il caso dei detenuti stranieri nelle nostre carceri: pari al 37% della popolazione carceraria. Per il Sindacato di polizia gli immigrati in cella sono troppi e nei loro confronti è in vigore una normativa considerata troppo garantista. Sappe sostiene che servono più espulsioni e invita il governo a rinegoziare le intese con Romania, Tunisia, Marocco e Algeria.

 

ENERGIA
AVVENIRE – “Enel apre l’era dell’idrogeno” è il titolo dell’articolo di pagina 18 dedicato alla nuova centrale di Fusina, vicino a Venezia, che dopo un anno di prove è diventata operativa e copre i consumi di 20 mila famiglie evitando il rilascio di 17mila tonnellate di Co2. Unica centrale elettrica a idrogeno di dimensioni industriali nel mondo.