Mantova, Piacenza, Pordenone, Modena, Rovereto…. È un vero ingorgo di fine stagione, quello che si presenta anche quest’anno a settembre, quando il “popolo dei festival” si troverà a scegliere tra un’offerta che proprio al termine dell’estate vede concentrarsi le iniziative migliori. Perché settembre? Le condizioni, osservano dal Festival della Mente di Sarzana, provincia di La Spezia, sono più favorevoli data la natura spesso “outdoor” e l’elevato numero di incontri nel tardo pomeriggio. Incontri che richiedono, oltre a una certa stabilità climatica, anche un maggior numero di ore di luce naturale. E proprio al Festival della Mente – il primo in Europa interamente dedicato alla “creatività”, diretto da Giulia Cogoli e giunto alla sua nona edizione – spetta il compito di aprire le danze, dal 3 al 5 settembre, preceduto di poco da Parolario di Como (28 agosto-12 settembre), e seguito dal Festivaletteratura di Mantova (8-12), da quello dei Saperi di Pavia (9-12), da Pordenonelegge (15-19), da quello di Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo (17-19), da Torinospiritualità (22-26), da Educa di Rovereto (23-26) e dal Festival del diritto di Piacenza (23-26). Una mappa ideale che tagliando gli Appennini, dalla Lunigiana (Sarzana) passa per il nord della Lombardia (Mantova), sale fino al Friuli (Pordenone), si cala nell’Emilia (Piacenza, Modena), non senza una tappa piemontese. E il Sud? Anche il Sud si sta svegliando e sta ponendo le pietre angolari per “creare” il proprio pubblico, in particolare in Puglia (a Conversano, nel barese, dal 9 al 12 settembre si tiene Lector in Fabula) e Basilicata (a Matera, dal 22 al 26 settembre, si svolge l’unico festival europeo dedicato alle scritture femminili, il Woman’s Fiction Festival).
Fortemente radicato nel territorio, il Festival di Sarzana è stato tra i primi ad associare, con una felice intuizione, eventi e editoria, inaugurando nel 2008, per l’editore Laterza, la collana dei Libri del Festival della mente. Sempre al Festival di Sarzana si deve la commissione a Guido Guerzoni del primo studio di settore (Effettofestival. L’impatto economico dei festival di approfondimento culturale). Dalla ricerca emerge che la collocazione temporale degli eventi risponde a un preciso criterio operativo: organizzatori e amministratori locali non mirano ai tanti “turisti per caso” in cerca di una meta qualsiasi, ma a quel “popolo dei festival” in grado di concedersi durante l’anno un weekend di cultura.
La complessità e la crescente eterogeneità del genere “festival di approfondimento culturale” è capace di includere tipologie di eventi apparentemente lontani e tematiche sempre più vaste. Guerzoni fornisce una definizione utile a circoscrivere i festival di approfondimento culturale, distinguendoli così dai festival di spettacolo e dagli spettacoli a fini di mero intrattenimento. I festival culturali si distinguono per un tratto in comune: «la centralità della parola come veicolo di trasmissione di riflessioni ed idee».
La “parola” è da sempre al centro anche del Festivaletteratura di Mantova giunto oramai alla sua quattordicesima edizione. La maggior parte dei festival concentrano le proprie iniziative tra fine estate e inizio autunno, sfruttando in questo modo al meglio il rapporto col territorio. Un rapporto complesso ma virtuoso, quello tra festival e territorio, bene esemplificato dalle parole di Manuela Arata, presidente e ideatrice del Festival della Scienza di Genova. Fin dalla prima edizione, risalente al 2003, la città ha «accolto molto bene l’iniziativa, che d’altronde ha avuto ottime ricadute sia in termini di occupazione, sia nel sensibilizzare i giovani rispetto alle discipline scientifiche, qualificando Genova come città della scienza». Un risultato tangibile, prosegue la Arata, è offerto dall’incremento delle immatricolazioni universitarie per l’anno accademico 2008/2009 (+43% per le scienze naturali, + 100% per la matematica).
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