Quella del buono scuola è una delle più note proposte del caposcuola dell’iperliberismo economico (e scolastico) Milton Friedman, ascoltato consigliere di Ronald Reagan. In Italia finora solo il cattolico liberale Dario Antiseri, in quasi completa solitudine, aveva proposto i «Buoni scuola uguali per tutti gli studenti, finanziati con le imposte e spendibili nella scuola di propria scelta». Per questo è sembrato sorprendente, ma anche interessante, veder rilanciata l’idea da uno studioso orientato a sinistra, anche se molto indipendente. Si tratta di Michele Boldrin, un economista padovano emigrato negli Usa da oltre vent’anni, in passato apertamente ostile ai “liberisti di sinistra”. Nell’articolo «Forse c’è un’altra strada» pubblicato sul quotidiano Il Fatto diretto da Antonio Padellaro, sembra aver cambiato idea, forse nella convinzione che in una situazione di sostanziale stagnazione conservatrice come è quella della scuola italiana, sia necessaria una radicale decostruzione del “sistema”, visto che né il centrodestra né il centrosinistra hanno saputo correggerne i difetti di fondo.
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