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Qui Milano, dove l’allagamento è un classico

di Redazione

Rompere. L’unità d’Italia è anche questo. Che a volte la Sicilia fa capire che cosa accade nel resto del Paese. Nel guazzabuglio della politica italiana, nell’ennesimo momento cruciale bisogna vedere che cosa succede a Palermo, per capirci qualcosa. Da questa settimana il Pdl di Silvio Berlusconi è all’opposizione e non più al governo. Il suo partito, diviso in fazioni, non ce la fa più. Ma il presidente della Regione non cambia, è sempre Raffaele Lombardo che ora viene sostenuto dai seguaci locali di Fini, Rutelli e Casini e dal Partito Democratico. Un singolare centro appoggiato dalla sinistra.
Uccidere. Statisticamente sono una minoranza, ma le mogli killer sono una specie antropologica che attira la fantasia non solo dei giallisti. La storia di cronaca più forte della settimana viene da Conegliano Veneto, provincia di Treviso. Qui una donna di 61 anni ha fatto uccidere il marito di 71 anni per l’eredità. Ma l’operazione di killeraggio ha finito, come nei film comici, per coinvolgere altre tre persone. La prima, l’idraulico che la donna ha confessato fosse anche suo amante, ha chiamato a raccolta altri due complici. Alla fine il marito è stato ucciso per l’eredità. Ma la vedova ha confessato ed è venuto fuori anche un primo marito morto in circostanze misteriose in Australia, quarant’anni fa. Insomma, una storia pazzesca, che ha stimolato il repertorio dei cronisti sulle vedove nere. Da Patrizia Gucci alla Guerinoni, la Mantide di Cairo Montenotte? Uccidono e seducono perché hanno comunque bisogno dell’uomo per portare a termine il piano criminale.
Morire. Se n’è andata pochi mesi dopo il marito Raimondo, archiviate quelle grida terribili al funerale milanese. Sandra Mondaini è la dimostrazione che un amore può durare tutta una vita e non solo perché è anche un sodalizio professionale ed artistico. La sua dipartita è apparsa a tutti naturale, il finale di un’opera a due.
Esondare. Anche la moderna Milano, quella dell’Expo 2015, governata da un’esponente della razza padrona come Letizia Moratti, ha “angoli da Terzo mondo”, come si diceva una volta della Roma governata dai democristiani. Sono infatti bastate le piogge di settembre per far straripare il fiume Seveso? Di colpo intere zone del capoluogo lombardo ricordavano da vicino Venezia, non per le bellezze artistiche, ma per le galosce e l’acqua alta. Com’è possibile che questo problema sia lì immutato da una vita? Che cosa aspettano le amministrazioni milanesi ad occuparsene?

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