Non profit
Bando 266, quest’anno il volontario ha più valore
Le attività volontarie saranno contabilizzate
di Redazione
Prendete nota: la scadenza per presentare progetti sperimentali di volontariato per il bando relativo alla 266 per il 2010 è fissata al 18 ottobre (in ballo ci sono 2,3 milioni di euro; il testo è sulla Gazzetta Ufficiale del 14 settembre). Fra le iniziative che possono essere finanziate, attività sociali e assistenziali e, per la prima volta, progetti di promozione e di sensibilizzazione del volontariato (cui l’Ue ha dedicato il 2011). C’è però una grande novità: la valorizzazione dell’attività volontaria. In che cosa consiste?La grande novità consiste nella possibilità di dare valore (economico) a tutte le azioni volontarie, contabilizzandole nella «quota a carico dell’organizzazione proponente». «All’interno dell’Osservatorio del volontariato, in questi anni più volte noi e altre associazioni lo abbiamo chiesto», spiega Marco Granelli, presidente di CSVnet, «sulla base di una constatazione basilare: il vero patrimonio delle associazioni è appunto il volontariato». La Direzione generale Volontariato, associazionismo e formazioni sociali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha recepito l’indicazione e scelto di realizzare «questa innovazione strategica», come la definisce Granelli che ricorda come la rete dei Csv sia «a disposizione delle organizzazioni per accompagnarle nella stesura dei progetti». Un “aiutino” che potrebbe rivelarsi non inutile, visto che per la prima volta sarà possibile calcolare il valore economico dell’azione volontaria.
Ovviamente questo non significa che i volontari saranno pagati. Lo spiega bene Giorgio Sordelli, consulente CSVnet per la progettazione sociale: «Fino allo scorso anno ciascuna organizzazione doveva indicare una quota di risorse che metteva a disposizione per la realizzazione di un progetto. In pratica si trattava di una impostazione erroneamente ereditata dai fondi europei che alle aziende chiedono la compartecipazione alle iniziative».
Da quest’anno si cambia: l’attività svolta dai volontari «è valorizzabile», si legge nell’Avviso, «esclusivamente all’interno della quota del 10% a carico dell’organizzazione proponente». Così se un progetto costa 50mila euro, se ne riceveranno 45mila e si potrà imputare i 5mila rimanenti al lavoro volontario. Calcolato – se si tratta di attività ordinaria – in base al contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali oppure – se è una prestazione altamente qualificata (ad esempio quella di uno psicologo volontario) – assumendo come riferimento il relativo albo professionale regionale. «La raccomandazione dell’esperto è duplice: non confondere “quota a carico dell’organizzazione proponente” con il cofinanziamento, che deve essere contabilizzato a parte», aggiunge Sordelli, «e prendere in considerazione tutte le attività svolte relativamente a una iniziativa: da quelle di coordinamento alla segretaria fino alla pulizia dei locali». Una raccomandazione che non servirà ad alcune organizzazioni: in Lombardia, per esempio, la valorizzazione dell’attività volontaria è possibile fin dal 2001 e ha già prodotto effetti positivi. «Ha permesso alle piccole realtà che non potevano investire nei progetti di partecipare ai bandi regionali», conclude Sordello, «in secondo luogo ha fatto meglio comprendere a tutti l’impatto economico del volontariato: se si dovessero pagare, certe iniziative non sarebbero praticamente possibili e rendersene conto è essenziale».
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