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Elezioni blindate: no a osservatori e media stranieri

La leader del movimento democratico Aung San Suu Kyi non voterà

di Redazione

Osservatori e media stranieri non saranno ammessi in Birmania per seguire le prime elezioni generali degli ultimi 20 anni, in programma il prossimo 7 novembre: lo ha confermato oggi capo della commissione elettorale Thein Soe: «riguardo all’arrivo di osservatori stranieri, il nostro Paese ha molta esperienza sulle elezion».

Solo ai diplomatici e ai rappresentanti dell’Onu a Myanmar, ha aggiunto, sarà concesso seguire il voto, il primo da vent’anni. Per quanto riguarda la copertura mediatica, ha proseguito Thein Soe incontrando diplomatici e rappresentanti dell’informazione a Naypyitaw, a Myanmar ci sono giornalisti locali che lavorano per la stampa straniera e per questo non c’è bisogno di rilasciare visti per altri reporter.

In Myanmar sono 25 i ”corrispondenti stranieri” ufficialmente registrati che lavorano per 17 media stranieri. La maggior parte sono di nazionalità brimana, mentre due sono i giornalisti cinesi.

La comunità internazionale teme che le elezioni possano trasformarsi in una farsa capace di cementare gli oltre 50 anni di regime militare nel paese.

Le ultime elezioni a Myanmar si sono svolte nel 1990. La giunta militare governa il Paese dal 1962. Un quarto dei seggi del parlamento birmano resta riservato ai militari, mentre i partiti vicini alla giunta sono i favoriti per i restanti seggi. La leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi ha vinto le elezioni nel 1990, ma al suo partito non è mai stato concesso di governare il Paese e lei ha trascorso la maggior parte degli ultimi vent’anni agli arresti.

Nei giorni scorsi, la leader democratica birmana  ha annunciato che non esprimerà il suo voto nonostante le autorità di Rangoon l’abbiano già informata di averla iscritta sulle liste elettorali.

Il suo partito, la Lega nazionale per la Democrazia (Lnd), ha perso il suo status legale il 6 maggio scorso ed è stato sciolto. In seguito a ciò, il partito ha deciso di boicottare lo scrutinio che in molti ritengono non democratico.

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